I nostri Social

Calciomercato

Vlahovic: la necessità (non unica) della Juventus

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Quello di Dusan Vlahovic è un affare che ‘rischia’ di creare una sorta di Avanti e Dopo Cristo in casa Juventus, dove serve come il pane un rilancio di ambizione importante.

Gli ultimi anni – compreso l’ultimo di Cristiano Ronaldo, non proprio il più trascurabile dei dettagli – sono la fotografia di una programmazione superata nel suo apice, con una rapida ascesa già intrapresa con le continue delusioni in Champions e, questa volta, anche in campionato.

Serve ossigeno, aria nuova e ambizioni fresche nella linfa per evitare che il trend al ribasso diventi di natura irreparabile, complice un ridimensionamento economico necessario – almeno sulla carta – per evitare il tracollo.

Pubblicità

La Juventus non lascia, anzi raddoppia. E lo fa con un colpo inaspettato per modalità e tempistiche, per buona pace dei conti in rosso. Non c’è strada alternativa per ritornare al successo, quello tra i più ambiziosi. Vlahovic ne è sicuramente l’imbocco, ma guai a pensare che ne sia per dovuta conseguenza il punto più alto.

Le cifre di un colpo stratosferico

Le cifre sono da brividi, e lo diventano ancor di più se si parla di gennaio, storicamente finestra dedicata esclusivamente alle occasioni.

Invece i bianconeri annullano l’occasione di un prezzo di saldo a partire dall’estate (addirittura quella di un parametro zero nel 2023), e si fiondano subito su Vlahovic. Circa 70 milioni di euro per il suo cartellino, circa ben 90 milioni lordi in cinque anni per il suo ingaggio. Senza dimenticare la cifra d’intermediazione riservata al ferrigno agente Darko Ristic, che ha neutralizzato ogni assalto dalla Spagna e dall’Inghilterra e spalancando le porte della Continassa. Qui si gioca l’ultimo set di una partita, francamente, dall’esito già scontato.

Pubblicità

Lo sa bene anche la Fiorentina, ormai rassegnata e pronta a mettere le mani su Arthur Cabral, scelta non proprio al buio ma nemmeno un usato sicuro.

L’impatto dal punto di vista tecnico-tattico manco a parlarne. Vlahovic nel 2021 ha tenuto il ritmo dei grandi bomber d’Europa, e oggi è il capocannoniere ex-aequo della Serie A con Ciro Immobile. Niente male per una squadra a cui riesce poco segnare (34 reti in 23 giornate) e alle prese al proprio interno con la questione spinosa dei vari contratti, in primis Paulo Dybala.

Non è un mistero che lo sforzo economico condizionerà in qualche modo il mercato soprattutto in uscita, dove serviranno dei sacrifici per far quadrare i conti.

Pubblicità

Oltre Vlahovic c’è di più (?)

Ramsey, Rabiot, Arthur, così come lo stesso Dybala. Il pensiero va a loro per quanto concerne le potenziali uscite. Ingaggi pesanti e da smaltire, ancor prima che Vlahovic divenisse (quasi) realtà.

Tuttavia, per tornare grande non serve saltare dei passaggi nel mercato in entrata, di cui Vlahovic ne è sicuramente una validissima base.

Il centrocampo resta da rivoluzionare, così come si rende necessario il ricambio generazionale ai vari Chiellini e Bonucci. E qualora dovessero uscire anche Dybala e Morata, la Vecchia Signora dovrà ritornare sul mercato per puntellare il proprio reparto offensivo.

Pubblicità

Insomma, Vlahovic resta indiscutibilmente uno dei colpi più importanti della storia recente della Juventus, forse ancor più – per età e margini di ulteriore miglioramento – di Gonzalo Higuain, l’ultimo dei grandi acquisti nella casella del centravanti.

È chiaro, altresì, che Vlahovic dovrà essere l’esordio della Restaurazione juventina, e non l’unico Restauratore per eccellenza. Ne è la prima, grandissima, tappa ma ciò non rende scontato tutto il contorno. Che sia ben chiaro dalle parti della Continassa, dove la voglia di ritornare al trionfo è legittimamente tanta.

(Foto: profilo Twitter ufficiale Fiorentina)

Pubblicità

 Follow us!

FacebookFacebookYoutubeTwitterTwitch

in evidenza