Angolo del tifoso
ANGOLO ROMA – All’ultimo respiro
La Roma va al Picco a cercar di rosicchiare punti, contro uno Spezia in piena lotta salvezza. Dopo i tre pareggi consecutivi (miracolosi gli ultimi due) i giallorossi ripartono con ennesimo modulo nuovo, ma con più vigore almeno all’inizio.
Rispetto all’ultimo mese vediamo subito dei raddoppi, del pressing. Impegno, insomma.
Karsdorp è molto attivo a destra e da lì si creano le migliori situazioni. Pellegrini è in giornata e dai suoi piedi partono quasi tutte le ripartenze e alcune staffilate da fuori, una delle quali esalta Provedel sul palo.
Lo Spezia lascia giocare, ma a parte un paio di buone situazione di Verde si vede poco in avanti, mentre i giallorossi sciupano situazioni su situazioni.
Ad aiutare ci pensa l’arbitro espellendo al 45′ Aman, per doppio giallo: se evidente era apparso lo schiaffo a Zalewski, il secondo non è chiarissimo e in più DAZN adotta il suo solito metro non mandano in onda replay (non mi piace quando lo fanno a me, vedi Milano, voglio essere coerente).
La ripresa è simile nello svolgimento, con lo Spezia ovviamente più accorto ma non chiuso a riccio, come i cugini genoani. Subito l’arbitro Fabbri fa pari e patta graziando Agudelo di un secondo giallo (questo sì, sacrosanto).
Non si contano le azioni della Roma, inutile elencare le prodezze di Provedel, un palo sfortunato di Cristante e le abbuffate sotto porta di Pellegrini, Veretout e Abraham. In mezzo l’ottimo Nzola a far reparto da solo e a svegliare Patricio dal torpore.
Entrano i soliti quindici attaccanti, ma aumentano solo i gol mangiati. QUello che succede nel recupero è incredibile: Mkhitaryan butta una palla in mezzo che viaggia sulla linea, in tre vanno a colpire in mischia e nessuno riesce ad insaccare; Su un angolo successivo, stessa situazione con Zaniolo che prende due traverse in rimpallo, Abraham cicca sulla linea e alla fine si spazza. Finita?
Invece no.
Stavolta il volto sanguinante di Zaniolo porta Fabbri al VAR; rigore inevitabile che Tammy trasforma al 99′.
La Roma non gioca neanche male, subisce poco e crea molto, ma se venti azioni non le concretizzi, con un tempo in superiorità numerica, forse la serie A non fa per te. Anche stavolta per la terza partita consecutiva la Roma ha fortuna (pur avendo meritato nei numeri la vittoria).
Difensori mai in difficoltà, anche se Mancini il suo cartellino d’ordinanza lo porta sempre a casa. Veretout a tutto campo, ma pesa un gol mangiato; Cristante benino ma approssimativo. Karsdorp vivo, finalmente: i piedi verranno. Zalewski, esordio dal primo minuto, paga l’emozione, ma le dà e le prende, paradossalmente più bravo in copertura (ha fatto anche una diagonale che da Vina stiamo ancora aspettando) che in proposizione, ma molto bene.
Da Mkhitaryan passano tutti i palloni, ma ne sbaglia anche tanti. Pellegrini, a parte due gol divorati, migliore in campo per cambi di gioco, tiri da fuori e creazione di gioco. El Shaarawy e Shomurodov sono sui tabellini ma voglio le prove che fossero in campo. Zaniolo abbastanza irritante nel cercare soluzioni solitarie, senza costrutto, ma si procura il rigore.
Tammy è l’eroe di giornata, regala tre punti con un rigore pesantissimo, visto tutto il contorno, ma gioca una partita terribile, sbaglia gol facili, intruppa su tutti i palloni ed è sempre in ritardo.
Parlare di Champions è veramente utopico: la rosa è scarsa, ma almeno oggi c’era la voglia, magari poi arriverà la qualità. Però visto quello che, meriti o no, mi è stato tolto, io questi tre punti me li prendo e spero siano di fiducia per i ragazzi: magari in settimana gli si faccia un disegnino di qual è la porta.
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