Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Napule è… fuori i secondi
All’approssimarsi del gong che sancisce l’inizio di ogni round, c’è una voce – inconfondibile e nemmeno fraintendibile – che urla “fuori i secondi”.
Significa, pare superfluo ricordarlo, che da quel momento in poi si fa sul serio.
Non c’è alternativa: concentrazione, determinazione e sagace ferocia agonistica, perchè l’altra faccia della medaglia significherebbe rinuncia definitiva a scenari virtuosi e lotte virtuali per una testa di classifica quest’anno parsa più volte alla portata.
Ed invece il Napoli, come avvenuto troppo spesso in stagione, ha di fatto regalato subito un tempo ad un Empoli corsaro all’andata e capace – anche al ritorno – di mostrare le evidenti qualità di Parisi, Verre e Zurkowski.
Ci ha pensato, verso la fine del primo tempo, anche qui non diversamente dalle abitudini, il belga più napoletano di tutti, la cui realizzazione ha cambiato per quaranta minuti completamente il corso di una partita che – nella ripresa – si era subito messa sui binari di cui al piano-gara immaginato alla vigilia da Spalletti.
Tutto fino all’83esimo minuto, quando in 7 minuti Malcuit e Meret hanno giustificato il perché hanno giocato sinora così poco e certificato l’impossibilità di indossare ancora una maglia che andrebbe onorata assai meglio di come loro hanno fatto.
Una vittoria che sembrava ormai certa e che significava provare a rimanere agganciati alle prime due (per prolungare illusioni e blindare l’Europa più importante) è diventata – invece – una sconfitta bruciante che mette a rischio il terzo posto e crea (visto l’andazzo) non poche apprensioni per la tenuta finanche del quarto.
Troppo facile, per tanti tifosi umorali ed istintivi, tirare addosso alla società ed all’allenatore, certamente colpevoli, ma assai meno di calciatori parsi decisamente non all’altezza.
Il senso più sviluppato dopo i sei punti regalati all’Empoli in stagione è quello di inadeguatezza, atteggiamento di chi sembra fare ogni cosa senza farla mai veramente e di chi pare di essere o poter essere dovunque senza mai esserci veramente.
Si invocano – in casi come questi – acquisti milionari o nomi altisonanti, ignorando che ciò che serve non si compra al mercato estivo e neppure in quello di riparazione, vale a dire il carattere, la personalità e la fame di vittoria.
Bisognava urlare l’ultima domenica pomeriggio di aprile “fuori i secondi” auspicando il recupero di una concentrazione definitiva per gli ultimi quattro round del campionato; finisce – invece – con l’esigenza di un grido liberatorio cui dare tutt’altro senso: via da Napoli chiunque ha dimostrato di non crederci, di non poterci o volerci stare, di non essere all’altezza.
Fuori i secondi, una volta e per tutte.