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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Napule è… così è, se vi pare

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Risale a circa un secolo fa l’opera teatrale di Pirandello incentrata su un tema a lui molto caro, vale a dire a l’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione, che può non coincidere con quella degli altri.

Perché chi ha assistito agli ultimi dieci minuti di Empoli e poi ai primi venticinque contro il Sassuolo avrà certamente fatto fatica a credere che trattavasi, in realtà, dello stesso collettivo.

C’è un grande buco che fa da sfondo alla celeberrima scenografia pirandelliana ed è questa l’esatta metafora di una stagione destinata – per gli azzurri – a lasciare tanto amaro in bocca.
Cicli terribili, capitati a dicembre ed aprile e caratterizzati da imbarazzanti prestazioni in casa, hanno materializzato tunnel profondi nei quali la squadra di Spalletti s’è cacciata a tratti, vanificando le tante cose buone che pure sono state disseminate nel corso di una stagione ormai quasi terminata.

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La rotonda e netta vittoria contro il Sassuolo non cancella certamente tre prestazioni recenti non all’altezza, ma serve per certificare, oltre all’insostituibilità di Di Lorenzo sulla destra (per meriti propri e non solo per demeriti altrui), la capacità dell’attacco azzurro – date certe condizioni – di poter far gol a chiunque in ogni modo.

Nel pomeriggio in cui fa notizia una netta affermazione nello stadio di casa, il Napoli compie un passo deciso e definitivo verso la qualificazione Champions, obiettivo vero di inizio stagione, ma che pare adesso per alcuni addirittura un contentino.

Che la verità assoluta esista o meno, nell’opera di Pirandello, è cosa abbastanza irrilevante.
Nel calcio che conta, invece, è la cosa più importante.
E la verità assoluta è che la squadra di Spalletti può vincere e perdere contro chiunque, può dare spettacolo modello PlayStation e può far arrossire di vergogna stile Paperissima.

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Conta molto lo stato di salute e di forma di imprescindibili protagonisti, ma anche e soprattutto la maturità di un collettivo che – da troppo tempo – si perde sul più bello venendo meno nei momenti clou.

La strada verso la normalità richiede un profondo esame di coscienza da parte di tutti: società, calciatori, addetti ai lavori ed anche tifosi.
Altrimenti il rischio di piegarsi come bandiere al vento al minimo accadimento è dietro l’angolo, corner che invece andrebbero sfruttati come nei primi minuti di Napoli-Sassuolo con i bei colpi di testa di Koulibaly ed Osimhen.

Chi vuol bene al Napoli deve avere il coraggio di comprendere che “o si vince come collettivo, o si è annientati individualmente” e che nel collettivo devono esserci tutti, nessuno escluso.

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Prima della tattica e della tecnica ed anni luce prima dei moduli, vengono le scelte complessive di campo, da fare con la consapevolezza che c’è materiale umano di qualità su cui lavorare, ma anche una rosa che per essere migliorata non necessita solo della sostituzione numerica dei ruoli, ma anche di carattere, determinazione, concentrazione e voglia di scrivere pagine importanti.
Roba che – purtroppo – non si compra al mercato estivo o invernale, ma che in un campionato come quello italiano (specie se livellato come quello attuale) appare imprescindibile.
Altrimenti si prendono 3 gol in 7 minuti ad Empoli e poi se ne fanno 4 in 20 minuti al Sassuolo (venuto in ogni caso quasi in vacanza), che ne prende addirittura sei in tutto.

Così è… se vi pare.

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