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Davide Ancelotti: “A Napoli ero considerato raccomandato”

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Alla viglia della finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool, ha parlato Davide Ancelotti ai microfoni del Corriere della Sera. Il figlio del pluripremiato tecnico di Reggiolo, ha parlato della sua carriera al fianco del padre e delle conseguenze che ha avuto. Ecco le sue parole:

Se mi sento un raccomandato? Sono consapevole che ci siano questi pregiudizi, e sì, penso sempre di dover dimostrare qualcosa. Ma per me è benzina: mi fa stare motivato e non la voglio perdere. Però per il posto di vice non si fanno casting, ogni allenatore sceglie un uomo di fiducia”.

Poi ha aggiunto: “L’unica squadra in cui mi è pesato l’essere figlio di un allenatore è stata il NapoliL’unica italiana dove ho lavorato. Ma credo sia legato al fatto che in Italia la parentela fa più rumore. A Napoli sono nati i miei gemelli, Leo e Lucas. E questo mi farà ricordare ancora di più il bello dell’esperienza. A Napoli sono stato benissimo, vivevamo nella Riviera di Chiaia. Il primo anno abbiamo fatto bene, siamo arrivati secondi, ma la Juve aveva comprato Cristiano Ronaldo. Il difficile è stato quando le cose hanno cominciato ad andar male e non siamo riusciti a raddrizzarle. Mi spiace sia finita così”.

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Sul rapporto con De Laurentiis: “Con mio padre è rimasto in buoni rapporti, si stimano, immagino lo abbia sentito per fargli i complimenti dopo la vittoria in Liga”.

Chi è per lui l’allenatore migliore di sempre: “Il mio è un giudizio di parte. Ma quello che ha fatto mio padre è quasi impossibile”.

Se vuole somigliargli:  “Da lui ho imparato che vengono prima i giocatori: bisogna partire da loro. Però voglio avere la mia identità”.

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(Foto: profilo Instagram Ana Galocha)

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