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ANGOLO SALERNITANA – Ci Abbracciamo

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Sono i giorni dell’incanto.
In cui davanti agli occhi appare il prodigio che forse non sei nemmeno pronto a cogliere: di tanta luce ci renderemo conto poi, è possibile.

Abbaglia, la Salernitana del primo tempo. Undici uomini si muovono assieme, tutti sanno esattamente cosa fare: il bello e l’utile s’incontrano e fanno festa, sotto il consueto Carnevale di Rio messo in vendita quale Settore Ospiti.
Mazzocchi un privilegio, Sepe un muro, di Coulibaly ne vedi quattro, ovunque. Manca il gol, perché l’orchestra è perfettibile: occhi pieni e cuore gonfio. D’orgoglio, credo di poter dire: è la Salernitana che intere generazioni hanno avuto pudore finanche a desiderare. È qui, sta accadendo, toglie il fiato.

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La ripresa parte un po’ così: il Bologna sale, la difesa balbetta, andiamo sotto.
Se difetta la Salernitana in ferocia in area, certo non può dirsi quanto ad ardore e controcoglioni. E poi Candreva.

Si fa assegnare una cattedra, entra in aula ed impartisce lezioni di qualcosa che non saprei altrimenti definire se non classe. È da Lui, per forza da Lui che sorge il pareggio, con la Pantera a piazzare la zampata che graffia definitivamente la partita.

Il Popolo fiero, che non ha mai smesso di cantare, ora può abbracciarsi. Non solo e non tanto per il pareggio, quanto per la Salernitana.
Per descrivere la quale, almeno stanotte, l’Amore non vuol servirsi d’aggettivi.

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Come una bella donna dopo cotanta notte, solo smania di rivederla.

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