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Ungheria, Rossi: “Valuterei chiamata dalla Serie A. Non siamo solo Szoboszlai”
L’uomo più chiacchierato negli ultimi giorni è sicuramente il CT dell’Ungheria Marco Rossi, protagonista di un grande girone di Nations League. A Radio Punto Nuovo il tecnico italiano ha parlato del momento d’oro che sta vivendo, a pochi giorni dalla sfida decisiva contro l’Italia:
“C’è tantissima soddisfazione per il risultato ottenuto contro la Germania. C’è una grande differenza di valori con le grandi nazionali, ma stiamo riuscendo ad essere continui. Speriamo che questo trend prosegua fino a lunedì sera. Contro l’Italia sarà una partita diversa dalle altre. Sono italiano e fiero di esserlo, ma in Ungheria ho trovato una seconda patria. Ci saranno tantissime emozioni, poi la speranza è quella di giocare una grande partita contro gli azzurri“.
Sull’Ungheria.
“L’Ungheria non è solo Szoboszlai, siamo una squadra unita e organizzata. Poi abbiamo le nostre individualità importanti, ma la forza è data dal collettivo. Sono un allenatore abbastanza pragmatico, la nuova generazione di fenomeni di allenatori che viene sempre proposta non credo differisca tanto dalla nostra categoria. Tutti vogliono giocare come Guardiola, ma non è sempre semplice farlo“.
Su Mancini.
“Gli allenatori bravi sono quelli che esaltano il materiale umano che hanno a disposizione. Mancini è tra i migliori al mondo in questo. Italia. Non ho sentito Roberto recentemente, ma lui è capace di trovare tutte le risorse che il campionato italiano può offrire. Ora sta affrontando un rinnovamento. Ho visto il primo tempo della gara contro l’Inghilterra, l’Italia ieri ha fatto una grandissima partita. Rimane sempre una delle squadre più forti al mondo“.
Su Raspadori
“Come limitarlo? Dipenderà da come giocherà l’Italia. Dipenderà da dove Roberto lo schiererà. Mi piace moltissimo come giocatore, ha tutto. È un giocatore completo che a Napoli e con il Napoli farà vedere tutto il suo valore“.
Su un possibile arrivo in Serie A.
“Non mi cercherebbe e non mi cercherà nessuno (ride, ndr). Allenare una Nazionale non è come allenare un club. Se dovesse arrivare un’offerta importante, la valuterei serenamente. Sono contento però dove sono, qui mi sento amato e sono in una situazione di comfort“.
(Fonte foto: Depositphotos).
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