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Sampdoria, Stankovic si presenta: “Possiamo salvarci, a gennaio dobbiamo essere fuori dalla zona retrocessione”
Dejan Stankovic, dopo il pareggio della Sampdoria contro il Bologna, ha parlato oggi nella sua conferenza di presentazione.
Ecco le sue parole sulle possibilità di salvezza e sulle sue visioni sulla squadra, riportate da Tuttomercatoweb.
Questa squadra ha la possibilità di salvarsi?
“Avevamo un giorno e mezzo. Ma non cerco scuse. Ripartiamo dal secondo tempo, oppure dal gol subito col Bologna. E’ quell’atteggiamento che piace me, aggressivi, essere organizzati e sapere cosa dobbiamo fare. Parlavo con tanta gente e tanti mi hanno chiesto il perché sono venuto qua. Io ho risposto loro che vado in un grande club come la Sampdoria. Ci credo. Abbiamo lavorato benissimo questa settimana e i ragazzi sono pronti. Insieme alla dirigenza e ai nostri tifosi possiamo salvarci. Ma ci serve un grandissimo impegno da parte di tutti”.
Lavoro più mentale o tecnico?
“Le vittorie sono la penicillina. Quando non ci sono i risultati crolli un po’ mentalmente e anche fisicamente. Io ci provo il prima possibile in condizione mentale e fisica per dare il 100% in campo. I ragazzi sono stati grandi ma abbiamo visto un po’ di sorriso e sono pronti per quello che ci aspetta”.
Ha già parlato di mercato?
“Dobbiamo arrivarci a gennaio. Dobbiamo arrivare alla pausa del campionato fuori dalla zona retrocessione. Non abbiamo parlato di mercato. Non posso dire cosa succederà ma sono felice di quello che ho”.
Unico incontrista Rincon.
“Dobbiamo essere più vicini a lui. La qualità in campo mi piace ma mi piace di più l’equilibrio. Se devo prendere un rischio lo faccio calcolato. Non è solo Rincon. Dobbiamo essere tutti insieme ad attaccare e difendere. C’è da lavorare ma c’è spazio per migliorare”.
Quanto sarà importante un giocatore del carisma di Quagliarella?
“Lo conosco da tanto tempo. E’ un leader che ci deve dare una mano. Abbiamo già parlato. Con l’esperienza che ho avuto con gli allenatori precedenti, abbiamo creato un gruppo dove tu giocavi un minuto o novanta e l’atteggiamento era sempre stato lo stesso. Fabio se giocherà 95 minuti o uno avrà lo stesso atteggiamento da leader. C’è anche Rincon, Caputo, Djuricic serbo tosto, Murillo, Gabbiadini o Bereszynski. Ci sono pezzi importante ma il leader si vede in campo e nello spogliatoio. Non mi piacciono i leader che parlano tanto ma quelli che si fanno sentire e danno l’esempio. In campo a fuori. Siamo tutti bravi a parlare ma i leader si vedono in quelle cose”.
Le vicende societarie quanto sono ingombranti?
“Io sono qui solo da sette giorni. Il problema non entra. Punto e basta”.
Il problema è stato?
“Io metterei solo quello mentale. Dobbiamo tirare su i ragazzi e affrontare le gare come devono”.
Lunedì c’è la Roma. Ha sentito Mourinho?
“L’ho sentito in videocall. Porto grande rispetto alla persona e all’allenatore. Quando ci sono i novanta minuti ognuno andrà per la sua strada poi amici come prima. Da lui ho imparato tanto, in campo e fuori. E’ una persona forte. Abbiamo fatto un percorso bellissimo insieme a lui. Non voglio parlare di altri ma ogni allenatore mi ha dato qualcosa. Ma perché giochiamo contro la Roma è giusto parlare di José. Novanta minuti mettiamo tutto fra parentesi. Poi amici come prima”.
La Samp segna poco.
“E’ un dato di fatto. Cercheremo di avvicinarci di più alla porta e recuperare palla più vicino alla porta. O mettere gli attaccanti in condizione di segnare. Abbiamo tirato poco e subito tanto. Siamo poco pericolosi. Voglio cambiare questo e ci proverò ma dobbiamo essere organizzati più alti e aggressivi”.
Cambia l’approccio nel lottare per lo scudetto o per la salvezza?
“Io dico che nel calcio come nella vita devi avere obiettivi. Se alla Stella Rossa l’obiettivo era vincere il campionato, alla Samp è la salvezza. Non lo vedo come passo indietro ma è un altro obiettivo. E’ difficile ma non impossibile. A me piace lottare per qualcosa. Per non c’è differenza nel modo di approcciare. E’ un obiettivo e va raggiunto”.
Lunedì la prima a Marassi.
“Vediamo. Te lo racconterò dopo la partita. Ho visto ora lo stadio vuoto, mi auguro con 20mila persone riceviamo più aiuto”.
Mourinho?
“In quei due anni mi ha cambiato tutto. Ma di più. Davo sempre il 100% ma lui ha tirato fuori quel 20 che non pensavo di avere. Avere forte con qualcuno può essere controproducente. Prima devi conoscere la persona. Io parlo con i giocatori. E anche lo stesso campo la dice molto sul carattere di una persona. Ti devi avvicinare e cercare i punti da schiacciare per svegliarlo. Devi essere positivo ma anche duro”.
Mihajlovic?
“E’ il mio punto di riferimento nella vita. E’ come un fratello maggiore. Io lo chiamo anche papà e lui si arrabbia (sorride ndr). Il suo modo di non mollare, di affrontare la vita mi ha insegnato tanto. Anche quello che sta passando mi ha insegnato tanto. Gli voglio un mondo di bene. E’ come se avessimo lo stesso sangue. Volevo vincere anche per lui a Bologna, non ci sono riuscito ma ci saranno le partite che dedicherò a lui”.
Quanto è cambiato il calcio italiano e quanto è cambiato Stankovic?
“15 kg di sicuro in più. Senza capelli ma non sono pelato (ride ndr), un po’ di barba grigia. E’ tutto diverso. Per fortuna è solo una partita. Sono solo cinque giorni che sono in A, non mi permetto di dire altro. Ma la voglia di imparare è qua. Non vedo l’ora”.
Winks e i nuovi acquisti?
“E’ infortunato. E’ ancora fuori, non l’ho visto in campo. Del resto del gruppo c’è stata una buona reazione ma ci sono margini di miglioramento grandissimi. E cercherò di ottenere il massimo da ognuno di loro. Quando passerà il tempo le cose saranno più chiare. Per ora ho avuto una risposta ottima da tutti. Vorrei anche dire un grande grazie alla Stella Rossa. E’ stato un viaggio bellissimo, indimenticabile”.
Prende la parola ancora Stankovic.
“Voglio ringraziare tutta la società, tutti i ragazzi con cui ho fatto cose straordinarie insieme. Mando loro un grandissimo abbraccio con affetto. Poi i tifosi. Quando alleni nel tuo Paese e nel tuo club le emozioni erano tante. Ci sono stati vicino. Nei momenti belli, come dicono anche loro, è facile ma nei momenti meno belli ci sono stati vicino”.
La partita della Stella Rossa contro la Sampdoria nel 1991?
“Mi è spiaciuto non fare il raccattapalle. Noi abbiamo seguito la Sampdoria perché c’era Boskov, poi Jugovic, Mihajlovic e Sakic. C’erano poi grandi giocatori come Mancini, Vialli, Vierchowod, Lombardo o Mannini. Ha perso la finale di Coppa dei Campioni per puro caso. La Sampdoria in Serbia è stata seguita eccome”.
(Foto: Depositphotos)
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