Angolo del tifoso
ANGOLO ROMA – Se Volpato arriva all’uva…
Notte di Halloween al Bentegodi, in quel di Verona. Sotto al balcone Capuleti Romeo, vestito da Joker guarda sognante Giulietta, vestita da Harley Queen. Questa è una notte di paura.
Paura per i veronesi, invasi da 4000 romanacci portatori di malattie dall’Africa Centrale. Paura per i romani che si trovano davanti il Colosseo del Todis. Paure di un Verona in grande difficoltà di classifica e paure di una Roma alle prese coi fantasmi di se stessa.
I gialloblu fanno quel che devono fare, ci provano e la Roma è in difficoltà. Alla prima vera occasione giallorossa, Karsdorp libera Abraham che scarta il portiere e ci mostra il suo “fantasma”: quell’attimo di incertezza è per una punta la dama nera che attende il cavaliere a Samarcanda, quello che un attaccante non può avere, cioè la paura di sbagliare. Palo… a porta vuota.
Gol sbagliato gol subito, si sa. Il Verona passa: angolo fuori area, “ciavattata de uno” di sensiana memoria e Davidowicz impatta e frega Patricio. Come possa essere ininfluente il fuorigioco di Henry che si sposta per far passare la palla lo sa solo il Var, ormai figura spesso macchiettistica in serie A, tanto che lo chiamerò Var Var Binks, come il personaggio più stupido di Star Wars.
Meno male che poco dopo lo stesso Davidowicz vuole spoilerare a Zaniolo l’ultima puntata di Cobra Kai e Var Var Binks lo manda fuori a vedere la fine della serie.
Camara, furia nera, ruba palla a Tameze, serve Abraham che centra ancora il palo, ma stavolta Zaniolo ribatte e torna finalmente al gol.
Secondo tempo pessimo, poco o nulla in partita, Mourinho nervoso comincia a buttare dentro giocatori offensivi, di solito segno di difficoltà, raramente incisivo. Ma i cambi si rivelano azzeccati.
Matic prima coglie di testa la traversa, poi con una grande giocata dal lato sinistro serve il diciottenne Volpato fuori area che, facendo parte della scuderia Totti, ha un pò di polvere di fata attaccata e centra il vantaggio con un preciso diagonale.
Non contento, serve un assist intelligentissimo a El Shaarawy che scavetta e chiude il match festeggiando i suoi trent’anni e facendo (forse) dimenticare a Mou i bagordi dei giorni precedenti.
Roma tra le più brutte della stagione. Il “furtarello” sul gol veronese non può giustificare la quantità di passaggi sbagliati, i gol divorati da Abraham. La superiorità numerica non si è mai vista. Fino al minuto 84, i giallorossi non hanno mai impensierito i gialloblu, squadra volitiva, ma sempre con cinque punti in classifica. Per la prima volta ho avuto la sensazione che i giocatori non sapessero dove stare in campo.
Senza andare sui singoli una menzione a Camara, giocatore a tutto campo, poco tecnico, ma che va su tutti i palloni, rompe il gioco e fa ripartire. Un’iniezione di dinamismo impagabile nella lenta Roma.
Benissimo Karsdorp, attento e propositivo; ottimo il rientro di Matic, fondamentale. Naturalmente il “Jack O’Lantern” di Halloween per il Verona si chiama Volpato, che si ripete con gol e assist come lo scorso anno in casa proprio contro gli scaligeri. Il resto della squadra gioca sulla soglia tra sufficienza e mediocrità.
Bisogna fare di più, questo è certo, ma intanto la brutta e inguardabile Roma del bollito Mou è quarta a un punto dal miracoloso (e spesso miracolato) Milan di Padre Pioli e sopra la Lazio del Sarrismo. Se si comincia a giocare (e a buttarla dentro), può essere un problema.
Se la volpe non arriva all’uva, dice che è cattiva. Qui Volpato all’uva ci arriva, la spreme e brinda a tre punti d’oro.
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