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Aspettando i Mondiali 22, quei morsi alle mani che si diede Spinelli per non aver preso Harry Kane al Livorno

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Questa va raccontata perché ha dell’incredibile. Con annesso morso ad entrambe le mani (o al cappello, se è più saporito al vostro palato). Per Aldo Spinelli, storico patron del Livorno, che probabilmente negli anni successivi si sarà addentato anche le dita dei piedi. Non quante ne avrà mangiate Enrico Preziosi, che, da presidente, rifiutò i giovanissimi Messi e Lewandowski. Quando si dice trovarsi davanti ai bivi della vita, scegliendone uno piuttosto che un altro. Come nella migliore tradizione degli sliding doors.

Correva l’estate del 2013, il Livorno aveva ottenuto la promozione in Serie A. Di riffa o di raffa, nella giungla del calciomercato estivo, agli amaranto toscani viene proposto un nome, a quel tempo riserva nella squadra primavera del Tottenham ma già molto prolifico. Un paio di prestiti erano andati male agli Spurs, lo spazio a disposizione era un po’ poco ed era loro intenzione di mandarlo a farsi le ossa in un’altra nazione. Chi era questo giocatore, futura stella del firmamento del calcio mondiale, che sarebbe dovuto andare al Livorno? Un giovanissimo Harry Kane. Non se ne fece niente. Spinelli non aveva ben capito neanche quale fosse il cognome. «Kanne’, o ‘Kale’. Ha vent’anni e fa la punta, vediamo». Non solo lui non vide, ma Kane non venne e il Livorno, dai fasti anche economici in cui si trovava, sprofondò in serie D. “Così fu quell’amore dal mancato finale, così splendido e vero da potervi ingannare”, cantava De Andrè in Dolcenera. Kane rimase in Inghilterra ed esplose. Oggi è il miglior marcatore della storia del Tottenham (con 261 gol) e il terzo miglior cannoniere di sempre della Premier (con 195 gol). E sogna un Mondiale che manca all’Inghilterra dal 1966. Southgate ci spera e quelle mani, che Spinelli si morse, le mette giunte.

P.S. – Perché intitolare una rubrica “Autogrill”? Immaginate di trascorrere là un’intera giornata: in 24 ore quante storie vedreste e ascoltereste? Quante persone incontrereste e osservereste? Quanti gesti, parole e situazioni, che rimandano a luoghi vissuti da tanti altri volti? E’ quello che si proporrà di fare questa rubrica: approfondire, dal campo o fuori dal campo, delle storie che si conoscono e rilanciare delle storie che si conoscono poco. Raccogliere respiri di vita, attimi di condivisione, istanti dove cogliere l’essenziale nei particolari, briciole di esistenze in un luogo sì preciso ma di passaggio. Come in un autogrill, appunto, un luogo in cui tutti passano per un minuto o per un’ora, un luogo dove s’incrociano casualmente esistenze, incontri ed emozioni….

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