Juventus
Juventus, tutti i possibili scenari
Era attesa per ieri la decisione del Collegio di Garanzia del Coni sull’inchiesta plusvalenze che vede indagata la Juventus, i quali hanno subito una penalizzazione di ben quindici punti nel campionato in corso.
Il Procuratore generale dello Sport Ugo Taucer non ha chiesto la conferma dei punti di penalizzazione, ma bensì ha rimandato ogni decisione alla Figc. Il verdetto atteso dalla camera di consiglio è aperto a tre possibili scenari.
Prima ipotesi: Accoglimento dell’accusa
Il primo scenario possibile riguarda l’accoglimento da parte della federazione delle richieste mosse dall’accusa, rappresentata da Ugo Tucer che vorrebbe un nuovo giudizio in sede Figc ripartendo dal secondo grado della Corte d’Appello Federale che il 20 gennaio aveva deciso la rievocazione della sentenza del 17 maggio 2022, condannando la Juventus non solo alla penalizzazione ma anche all’inibizione dei suoi dirigenti.
Seconda ipotesi: Accoglimento della difesa
La seconda ipotesi riguarda l’accoglimento della difesa ad oltranza da parte della Juventus. Il club bianconero avrebbe chiesto l’annullamento della precedente sentenza, con una ricca memoria preparata dai propri legali, dichiarando che la maggior parte dei fatti erano già noti a tutti: “Siamo consapevoli che ci siano delle motivazioni che portano alla sentenza con rinvio alla Corte, ma ce ne sono almeno quattro per cui è giusto procedere con la cancellazione della sentenza senza rinvio”. In sostanza, la difesa punta all’annullamento completo del processo.”
La terza ipotesi
Chiaramente ad esprimersi e a decidere il destino dei bianconeri non sarà ne l’accusa ne la difesa, ma i giudici che in primo appello avevano accolto la richiesta dell’ex procuratore Giuseppe Chinè di nove punti aggravandola con ulteriori sei punti di penalizzazione. Bisogna ricordare che il Collegio di Garanzia del Coni è chiamato ad esprimere un giudizio di legittimità delle sentenze: la terza opzione è rimandare indietro al precedente grado di giudizio sia la difesa che l’accusa, motivandone le ragioni che ne richiedono la riforma.
(Foto LBDV)
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