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1-0 sul campo e la festa ovunque. Il Napoli celebra lo scudetto

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Tempo di lettura: 4 minuti

Il risultato nello sport conta sempre. Ma a Napoli, oggi, contava un po’ meno. La partita con la Fiorentina è una di quelle che riaccende ricordi. Quelli belli, il 10 maggio del 1987 contro i viola arrivò il primo scudetto. Sempre contro la Fiorentina, però, si infransero i sogni di gloria del Napoli di Sarri. Ed un anno fa, anche quelli del primo anno di Spalletti dopo l’eliminazione in Coppa Italia sempre per mano dei toscani.

Oggi però è diverso: il Napoli è campione d’Italia. Gioca per la prima volta a Fuorigrotta con lo scudetto cucito in petto, anche se siamo ancora alla metafora, e quindi i 90 minuti sono solo un passaggio, un capitolo, un momento della grande festa che avvolge di azzurro la città e travalica ogni confine. Poi però ci pensa Osimhen a segnare il gol vittoria e così è festa anche sul campo.

Dalle 13 e le strade e le piazze intorno allo stadio sono già un fiume azzurro. Cori e fumogeni ad ogni angolo di strada. Poi alle 15 quando si aprono i cancelli è una corsa a riempire gli spalti. In campo il Napoli si presenta con ben cinque cambi rispetto all’11 che ha giocato tre giorni fa ad Udine nella partita tricolore. Le novità sono Gollini tra i pali, Ostigard, Demme, Lozano e Raspadori. In panchina sia Kvaratskhelia che Lobotka. Nella Viola Vincenzo Italiano sceglie invece Jovic come terminale d’attacco, deve rinunciare a Martinez Quarta per squalifica e fa riposare Biraghi. Arbitra Matteo Marchetti da Ostia Lido: ha diretto due volte il Napoli e due volte la Fiorentina.

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Nella prima metà di gara, giocata in una sostanziale situazione di equilibrio, meglio la Fiorentina (che alla fine dei primi 45’ con un possesso palla del 66%). I viola sono più pericolosi e vanno ben tre volte al tiro con Jovic ma Gollini si fa trovare sempre pronto. Gli uomini di Italiano sfruttano al meglio la fascia sinistra dove Terzic e Sottil mettono in difficoltà gli azzurri.

Ed è prorio sulle corsie laterali che il Napoli fatica anche per una disposizione in campo che vede Raspadori galleggiare sulla trequarti ed alternarsi sulla sinistra con Elmas. Osimhen prova a colpire, spesso lanciato con palle in profondità, ma non è mai pericolosa. L’occasione migliore per il Napoli capita invece sui piedi di Di Lorenzo, ma la conclusione è debole e centrale. All’ultimo minuto della prima frazione Spalletti è costretto al cambio: Lozano esce dolorante, al suo posto c’è Kvaratskhelia.

Poi al rientro in campo dentro anche Lobotka e Zielinski per Demme e Raspadori e la seconda parte di gara inizia con un altro Napoli, subito aggressivo e più determinato. Due minuti di gioco e lo slovacco viene atterrato in area: è calcio di rigore. Sul dischetto va Osimhen che però sbaglia, ennesimo errore dagli 11 metri in questa stagioni per la squadra di Spalletti. Il  risultato resta bloccato sullo 0-0 ma il Napoli continua a provarci e va ancora vicino al gol al ’62 quando dopo uno scambio tra Kvaratskhelia ed Olivera Osimhen non arriva sul pallone. Un minuto dopo il nigeriano centra la traversa con una un pallonetto morbido ma il gioco è fermo per un fallo in attacco del numero 9.

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Il Napoli la vuole vincere e sulla sinistra il 77 è devastante. Al ’72 il georgiano entra in area, ne dribbla due, si porta la palla sul destro per calciare ma viene agganciato. Per Marchetti è di nuovo rigore. Sul dischetto va ancora Osimhen e questa volta Terracciano è spiazzato: il Napoli va sull’1-0 (e Osimhen diventa il calciatore africano più prolifico nella storia della Seria A davanti a Weah). La Fiorentina non ci sta e ci prova con Nico Gonzalez, che da buona posizione non inquadra la porta, e Kouame subentrato ad Amrabat.

C’è ancora il tempo per un tiro di poco al lato di Anguissa nei tre minuti di recupero concessi da Marchetti. Poi al triplice fischio il Diego Armando Maradona esplode. E’ qui la festa!

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