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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Lezione severa

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Tempo di lettura: 4 minuti

Il Milan perde il doppio scontro contro l’Inter e non riesce a centrare la finale di Champions League che si giocherà ad Istanbul. Il quadro che esce fuori dal quarto derby giocato nel 2023, è da far fermare tutti e riflettere.

Zero

Quattro derby persi, sette gol subiti e zero segnati. Zero. Zero come i cambiamenti che dopo le sconfitte di Gennaio, ci si aspettava. Zero come indice di pericolosità effettiva, reale, registrata in campo. Zero come le scuse. Le prestazioni della squadra, registrate contro l’Inter, dicono tanto perché un derby, se è vero come è vero, che è una partita a sé, lo è proprio perché intensa in maniera diversa e per questo, gravida di verità. La prima, palese, è che Simone Inzaghi non è il miglior allenatore italiano, ma sicuramente ha dimostrato di essere migliore di Stefano Pioli. Non so quanto questo deponga a suo favore, sicuramente gli ha garantito l’accesso alla sua prima finale di Coppa Campioni. La seconda è che il coach milanista ha dimostrato di non avere abbastanza strumenti, arnesi, guizzi tattici. Fuori dal solco che si è costruito, non è riuscito a costruire nulla. Nessuna alternativa. Nessuna idea diversa. Nessuna sorpresa. È palese nel cammino disastroso in campionato e lo ha confermato in coppa, dove mai è riuscito a sorprendere un avversario, affrontato 4 volte. Paolo Maldini e Ricky Massara, avranno tanto su cui riflettere. Diventa difficile immaginare alla guida ancora un allenatore senza più soluzioni. Diventa difficile immaginare un mercato ancora più ingarbugliato e nebbioso, proprio sapendo che poi il terminale tecnico, la persona che dovrà impiegare quei calciatori, ha già dimostrato di non saper capire, valorizzare, impiegate i calciatori acquistati l’anno prima. Dove sarebbero le sicurezze per dare seguito al progetto di squadra sostenibile e comunque sempre fra le prime quattro del campionato? Non è sempre Natale. Non sarà sempre una Serie A, con 3 posti in gentile attesa come quest’anno. Non ci sarà sempre una Juventus da penalizzare, utile per liberare un posto fra le prime quattro. 

Il primo tempo

Il Milan parte con un buon piglio e già al 5′, con un sinistro potente di Theo da oltre trenta metri, sfiora il vantaggio: Onana resta immobile, la palla esce di poco. La reazione nerazzurra è affidata a Barella, che riceve al limite e manda alto. Il Milan è ancora pericoloso al 10′, quando Giroud rimette dentro di testa un cross di Messias, la porta è vuota ma è Darmian il primo a liberare. Un minuto più tardi Brahim spreca un rigore in movimento, calciando centralmente su assist perfetto di Tonali. L’Inter prende possesso della manovra nella fase centrale della frazione e colleziona calci piazzati, senza trovare il guizzo giusto. Ci prova allora Leao che al 38′ sfugge per la prima volta a Darmian, elude Acerbi in area e calcia con il mancino, largo di centimetri. L’Inter risale e su una punizione di Çalhanoğlu, Džeko spizza di testa e Maignan nega il gol con un riflesso felino.

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La ripresa

La ripresa è invece molto più bloccata e la prima occasione rossonera arriva al 69′, quando su cross di Calabria, Rafa appoggia di testa per Messias, anticipato in uscita da Onana. I nerazzurri trovano il gol che chiude ogni discorso al 74′: Lukaku, entrato da poco, trova Lautaro in area, sinistro forte sul primo palo e Maignan battuto. In questo istante l’Inter prende pieno possesso della partita e in fiducia annulla ogni timido nostro tentativo. Nel finale l’arbitro Turpin estrae diversi cartellini gialli per tentare di placare le ultime ostilità. Il fischio finale arriva senza recupero.

Due stagioni in una

Tolto il peso dell’impegno europeo, adesso ci si deve buttare in campionato anima e corpo per le ultime tre partite rimaste. Contro la Sampdoria già retrocessa, la Juventus penalizzanda ma viva e in forma e il sempre scomodissimo Verona. Nove punti per un rush finale che varrà non una, ma ben due stagioni. Questa in corso e la prossima.

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