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ANGOLO SPEZIA – L’arrivo di Alvini e il logo della discordia

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Alle porte del ritiro ha trovato finalmente la sua entrata ufficiale Massimiliano Alvini, neo allenatore dello Spezia. Durante la presentazione, le sue parole di auspicio per il nuovo lavoro sono impastate di empatia, di senso di appartenenza e di rapporti umani. Responsabilità e appartenenza: questi i principi cardini. Chiaro che tutto passi per la testa dei giocatori.” Chi non se la sente, può chiedere di andare via, anche se al momento nessuno lo ha chiesto” la chiosa di Melissano a margine. Macia promette una squadra che possa lottare per la A, da completare per l’ottanta per cento entro luglio.
Tutto vero, tutto condivisibile, finanche auspicabile. Intanto, i tifosi buttano un occhio su siti e giornali, con la speranza di scorgere i nomi che possano divenire contenuti concreti del nuovo progetto tecnico. Moro in attacco sembra già al casello. Falzerano dell’Ascoli, l’idea nuova per rinforzare la fascia. Quella fascia che al momento vede Holm, tra i più appetiti. Un emissario della Juve a cena con il presidente Platek nella scorsa settimana: tra un spaghetto allo scoglio e un’orata hanno parlato del giocatore svedese, da sempre stimato dal neo direttore della Juventus, Cristiano Giuntoli. Anche l’Inter si è fatta avanti. Al momento però nessuna offerta ha soddisfatto le giuste pretese economiche da parte di Macia.
Per costruire bisogna prima distruggere. Di più, per fare un bel mosaico che possa luccicare in serie B, occorre prima disfarsi di alcune tessere. Mraz e Pogdoreanu sono già partiti. Stessa sorte dovrebbero avere Nguiamba e Kornvig. Il casting per il centrocampo prosegue con Kouan, giocatore che lo stesso Alvini ha avuto a Perugia. Le sirene continuano a sedurre Dragowski e Nicolaou, mentre nuovi messaggi per Esposito arrivano da Lecce per rimpiazzare eventualmente Hjulmand.
Nuova maglia, nuovo sponsor tecnico. Ufficializzato l’accordo con la Robe di Kappa fino al 2027. E soprattutto nuovo logo. L’operazione di “rebranding” non ha riscosso molti consensi tra i tifosi. Persino le cronache nazionali, oltre ai social, si sono mosse per dar voce alle somiglianze grafiche con stemmi nazisti e del ventennio fascista. Addirittura, è stato scomodato Batman, con tanto di pipistrellesche rappresentazioni e personaggi dei videogiochi. E’ stata risparmiata solo la decima legione di Giulio Cesare. In attesa di capire cosa porterà tutto questo a livello di sentimenti nella piazza, l’immagine della città è nuovamente sotto la lente dei riflettori mediatici. E questo, in un modo o nell’altro, contribuisce a non rendere merito ai veri valori di una tifoseria che ha attraversato la storia, tra tradizione e appartenenza.

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