Napoli
Raspadori: il jolly che può cambiare il Napoli
Finita la prima fase di ritiro in Val di Sole, nella località di Dimaro, il Napoli si è immerso nella seconda parte della preparazione estiva che, come ormai di consueto, si sta tenendo a Castel Di Sangro. Occasione per il neo tecnico degli azzurri Rudi Garcia per lavorare con i calciatori azzurri, in particolar modo con il gruppo Nazionali. Buona parte del ritiro in Trentino, infatti, si è svolta con i giovani della Primavera: alcuni di essi hanno ben impressionato l’ex Roma, anche se appare probabile che il club Campione d’Italia deciderà di spedirli altrove, magari in prestito.
Raspadori, il jolly di Garcia
Tra i calciatori che stanno avendo più spazio in queste due settimane in terra d’Abruzzo, rientrato in gruppo anch’egli con ritardo, spunta sicuramente Giacomo Raspadori. Risorsa che il precedente tecnico Luciano Spalletti ha saputo utilizzare in maniera saggia, anche se i 30 milioni di euro e oltre investiti dal presidente Aurelio De Laurentiis impongono sicuramente aspettative altissime per l’ex Sassuolo. Proprio per questo motivo, non è escluso che Raspadori possa essere scintilla di un nuovo Napoli che inizialmente dovrà attenersi a princìpi di gioco già immagazzinati, ma che potrebbe cambiare pelle nel corso della stagione, anche per ritrovarsi una valida alternativa tattica che al Napoli di Spalletti – pur considerando gli eccellenti risultati – non c’è mai stata.
Dove collocarlo nel 4-3-3 di partenza?
Il Napoli, come ammesso a più riprese dal presidente Aurelio De Laurentiis ma anche dallo stesso Rudi Garcia, ripartirà dal 4-3-3 che alla squadra azzurra ha regalato la vittoria dello Scudetto. D’altronde, le caratteristiche soprattutto del centrocampo sembrano sposarsi con questo modulo, motivo per cui il francese per il momento non andrà poi così tanto oltre.
Schieramento che, sulla carta, può frenare un calciatore come Giacomo Raspadori, calciatore molto più abituato a giocare per vie centrali piuttosto che vicino alle linee laterali. Rudi Garcia in questi primissimi giorni di lavoro lo ha provato soprattutto largo a destra, soluzione che potrebbe rendersi utile nel caso in cui uno tra Hirving Lozano e Matteo Politano dovesse dire addio. Il ruolo di vice-Osimhen, a quel punto, sarebbe completamente affibbiato a Giovanni Simeone, ma è chiaro che senza sviluppi concreti di mercato tutte queste restano mere ipotesi e valutazioni.
Trovare spazio da prima punta, al di là dello schieramento, appare ai limiti dell’impossibile con un Victor Osimhen sempre più leader del Napoli, anche se la finestra della Coppa d’Africa (che terrà fuori il nigeriano fuori dai giochi per alcune settimane a stagione in corso) potrebbe regalargli spazio e minuti. Più in ascesa, sicuramente, gli esperimenti sull’out di sinistra e, addirittura, da mezzala. Insomma, la sensazione è che per esaltare le sue caratteristiche Rudi Garcia possa valutare addirittura un piano alternativo al 4-3-3. Se non addirittura definitivo, ma per questo saranno il campo e i risultati a deciderlo.
Due soluzioni possibili
L’alternativa principale, ovviamente, resta il 4-2-3-1. Raspadori in tal caso avrebbe modo di imporsi alle spalle di Victor Osimhen, ma è chiaro che a quel bisognerebbe poi rivedere in toto le strategie a centrocampo. Difficile fare a meno di un vertice basso come Lobotka anche per un allenatore come Garcia che non apporterà grandissimi stravolgimenti tattici almeno inizialmente.
Un’altra soluzione, quella potenzialmente più probabile a questo punto, è quella che porta a un 4-3-2-1: questo modulo rappresenta più di una tentazione per l’allenatore francese che così assicurerebbe una porzione di campo più centrale a Raspadori, oltre che a dare un’alternativa ulteriore a Kvaratskhelia dall’altro lato per liberarsi dai continui raddoppi sull’esterno che lo hanno fermato nelle ultime settimane della scorsa stagione.
Eventuali rivoluzioni sul piano tecnico-tattico passano per buona parte, per non dire esclusivamente, dai piedi del numero 81 azzurro, presente ma anche futuro di un Napoli che vuole guardare sempre più in alto. Proprio per il futuro di un calciatore su cui gli azzurri hanno deciso di puntare tanto, Garcia può studiare un piano B per il suo Napoli. Il jolly, volendo, non manca.
(Foto: Nicer Communication)
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