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Angolo del tifoso

ANGOLO ATALANTA – Ora di laboratorio

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A scuola, quando toccava a discipline tecnico/pratiche, era una delle lezioni più attese. Quando il professore affermava: “Dai, andiamo in laboratorio“, tutti gli studenti sprizzavano di gioia. Questo perché chi era realmente interessato poteva toccare con mano quanto spiegato in aula, mentre chi invece era solitamente dedito alla “nobile arte” dello scaldare il banco guadagnava de facto un’”ora d’aria“.

Volendo fare un parallelo, le amichevoli pre-campionato delle squadre di calcio sono paragonabili a “ore di laboratorio”, dove gli allenatori possono “sperimentare” ruoli e schemi senza l’assillo dei punti da mettere in saccoccia o del passaggio del turno da conquistare.

L’Atalanta e Gian Piero Gasperini non stanno facendo eccezioni alla regola. Il Vate di Grugliasco, in attesa di mettere a pieno regime i nuovi acquisti Touré e Scamacca (aspettando “GodotDe Ketelaere), più che moduli tattici (difficilmente Gasperini esula dal suo dogma della difesa a tre) sta sperimentando novità concernenti gli uomini. E tre stanno spiccando in maniera particolare.

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In primis, Maehle centrocampista. Il danese, esterno di ruolo, è stato provato più volte già nel finale della scorsa stagione in mediana e Gasperini in queste amichevoli sembrerebbe apprezzare questa sua versione, poiché Maehle ha più giocato a centrocampo che sulle fasce. Disimpegnandosi anche con disinvoltura. Talmente con disinvoltura che, notizia di ieri, dovrebbe lasciare Bergamo per accasarsi al Wolfsburg.

In secundis, Emmanuel Latte Lath. Ivoriano, da sempre di proprietà dell’Atalanta, l’anno scorso (finalmente) con la maglia del San Gallo in Svizzera è “esploso”, realizzando 14 reti e 4 assist in 31 presenze. Gasperini l’ha aggregato al gruppo che ha disputato il ritiro di Clusone e nelle amichevoli è sempre presente. Anzi, nell’ultima disputata a Berlino contro l’Union (squadra che è prossima a disputare la sua prima storica Champions League) davanti a 30000 persone, Latte Lath è stato l’unico ad aver giocato tutti i 90 minuti in due ruoli, prima punta e attaccante esterno, mostrando personalità, fame e voglia di fare. Gli è mancato solo il gol ma lo stesso tecnico lo ha pubblicamente elogiato nel postpartita. Potrebbe essere la sorpresa della stagione. Ma potrebbe farlo in Inghilterra, dato che è richiesto da diverse squadre, soprattutto di Championship.

Infine, Giorgio Scalvini. L’Atalanta è ancora alla caccia dell’erede di Cristian Romero, ossia il centrale veloce che funge da leader del pacchetto difensivo. Poteva esserlo Merih Demiral ma il turco non si è preso con Gasperini, quindi inutile rimuginarci sopra. Allora, nell’amichevole di sabato scorso, il tecnico piemontese ha provato Scalvini in quel ruolo, invece del “facente funzione” Djimsiti. Il responso è stato impietoso. Tre reti tedesche nel giro di 30 minuti e in tutte e tre Scalvini non è stato esente da responsabilità. Riportato nel suo ruolo naturale di braccetto, due minuti dopo il 19enne difensore ha effettuato una delle sue proverbiali fughe in avanti offrendo a Pasalic il pallone del 3-1. Esperimento giusto ma, in questo caso, fallito. E no, i 45 minuti di ieri con la Pergolettese, squadra di Serie C, fanno pochissimo testo in tal senso.

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