Angolo del tifoso
ANGOLO MILAN – Fischio d’inizio
Quattro giorni di attesa per l’inizio della nuova stagione di Serie A. Tanti cambiamenti per tutti, tanti manager che hanno cambiato poltrona, qualcuno rimasto senza lavoro, tanti arrivi, tante partenze. Siamo ancora in anni di vacatio-tronis. Manca la squadra dominatrice, che fa l’andatura e questo obbliga tutte a spingere sempre, a fare quel qualcosa in più anche di imprevedibile, che possa sempre scompaginare previsioni e letture. Non si può dire che ci sia una squadra superfavorita.
Milan e Napoli forse quelle un filo avanti ma la pressione e l’obbligo di fare bene in Europa potrebbero consumare presto nervi ed energie fisiche. Un domino di infortuni, in un momento qualunque della stagione, metterebbe a serio rischio lavoro e sforzi di mesi. Per questo la Juventus, che non ha stravolto la rosa e non avrà impegni di coppa, potrebbe essere un’outsider non così out. Allegri ha chiuso la passata stagione riportando i bianconeri alla continuità di fare punti, anche ristabilendo serenità nello spogliatoio. Quest’anno sono stati mandati via alcuni senatori, ma dopottutto la loro presenza non ha garantito certo stagioni brillanti. Certo, se esiste un progetto Juventus post-Agnelli, è già ad un bivio fondamentale. L’Inter che si sente (e si vede) più indebolita nella rosa rispetto allo scorso anno, proprio per questo potrebbe puntare molto di più sulla garra, sulla cattiveria, sul non far giocare l’avversario, doti tipiche e storiche del DNA nerazzurro. Le romane, dal canto loro, sentendosi relegate ad una lotta da emarginate per gli avanzi, possono sfruttare l’elemento continuità delle loro guide tecniche e magari, per questo, carburare prima e avere meno cali di rendimento.
Le varianti sono tante e nessuno ha un pezzo di scudetto in tasca. Non è detto che sia un male. Proprio perchè non ci sono leader e dominatori, questi che ci aspettano sono giorni ancora più carichi di adrenalina, per una delle stagioni più attese degli ultimi tredici anni. La Juventus di Conte, scippando lo scudetto al Milan di Allegri, complice anche un ridimensionamento delle due big milanesi, iniziò un dominio durato nove anni, difficilmente ripetibile. Il campionato italiano non ne uscì rafforzato. Forse profondamente indebolito. Eppure sotto le ceneri, nel profondo dell provincia, covava un fuoco. Mauruzio Sarri a Empoli, si impose come nuova figura di riferimento.
Il calcio è imprevedibile per definizione oggettiva, giocandosi con una sfera che, come la fortuna, non predilige punti di ricaduta prestabiliti e così il dinamismo e la freschezza del suo gioco non rispecchiarono certo la sua età anagrafica. Quella fu la crepa di una nuova pangea, fatta di assetti ed equilibri, che poi il Covid e gli scombussolamenti seguiti a livello finanziario accelerarono e consolidarono del tutto. Il primo scossone che preavvisò l’arrivo di tempi nuovi fu proprio del Napoli di Sarri che per primo arrivò vicino al massimo risultato stagionale. Risultato che invece capitalizzò l’Inter di Conte, vittoriosa nel 2020-2021. Lo scudetto 2021-2022 del Milan è servito per dimostrare che si può vincere anche senza spese folli di cartellini e ingaggi e infine quello appena vinto dal Napoli, a conferma di questa strada virtuosa ma non per questo necessariamente di lacrime e sangue.
Le dimissioni di Mancini, da commissario tecnico della Nazionale, molto tardive ma a ciel sereno, aggiungono poi un significato ulteriore. Dovrà essere una stagione di ripensamento e rifondazione anche del progetto Italia. Che guida tecnica ci sara? A chi sarà affidata la panchina? Ci sarà bisogno di ricostruire anzitutto una rosa, attorno ad una nuova classe di ragazzi, atleti, professionisti che dovranno sentirsi coinvolti e responsabilizzati e, contrariamente a quanto succedeva in passato, questa volta il centrocampo è forse il reparto più coperto, mentre difesa e attacco sembrano mostrare dei buchi importanti. Sarà un anno intenso.
Stagione 2023-2024. Uno spiazzo rotondo, un anello polveroso di terra e sassi, i contendenti che si dispongono a cerchio, tutt’intorno sierra di sole e colline, rese glabre dall’afa e dalla siccità. Siamo al redde rationem. Le scelte maturate in un’estate, dimostreranno la loro logica. L’attendibilità loro, del progetto sportivo e di chi le ha coltivate. Da sabato, con buona pace dei complottisti, parlerà il campo. Si attende solo il fischio d’inizio.
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