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Tre cose su Frosinone-Napoli

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Ripartenze

Una nuova guida in panchina al suo esordio in partite ufficiali con il Napoli, i carichi della preparazione ancora sulle gambe, qualche infortunio e qualche giocatore non ancora al meglio e dall’altra parte uno degli allenatori sicuramente più in gamba del panorama italiano ed una tifoseria entusiasta per il suo ritorno in “A”. Diciamo che gli elementi per rendere scivolosa la prima di campionato c’erano tutti ma il Napoli ha voluto onorare da subito il tricolore cucito in petto mostrando la stessa cattiveria e mentalità con le quali aveva chiuso la stagione dei record. Il gol subito al 7’ non ha cambiato di una virgola i piani dei ragazzi di Rudi Garcia che con calma hanno gestito la gara, controllato le ripartenze del Frosinone e portato a casa i tre punti in una partita che già all’intervallo aveva dato l’impressione di essere andata in archivio. Quella di Frosinone è anche la prima partita che si gioca avendo da poco appreso della morte di Carlo Mazzone, che vogliamo ricordare anche in questa rubrica.

Il francese

Per il Napoli la novità più importante è ovviamente quella dell’allenatore. Rudi Garcia è alla prima ufficiale sulla panchina del Napoli (prima in campionato anche per Di Francesco con i ciociari, anche se l’esordio ufficiale c’era stato in Coppa Italia). Un Napoli che mostra una continuità non scontata rispetto alla squadra della passata stagione. Stesso schieramento al calcio d’inizio, un solo innesto – ed a sorpresa – rispetto allo scorso anno, e stesso atteggiamento. Il colpo di teatro di Garcia è proprio quello dell’inserimento di Jens Cajuste nell’XI di partenza preferendolo ad Elmas per sostituire un Anguissa non ancora al meglio.

Di diverso, nell’interpretazione della partita ci sono invece una ricerca maggiore della verticalizzazione e il continuo scambio di posizione tra i tre centrocampisti con un reparto decisamente più “mobile”. Al gol subito a freddo, il mister è il primo a trasmettere calma ai suoi calciatori, segue con attenzione i movimenti di Cajuste e Osimhen, gestisce la gara sostituendo gli ammoniti, tiene il nigeriano in campo fino a che non trova la sua doppietta personale e poi sperimenta Ostigard come vice-Lobotka. I cambi pare azzeccarli tutti, sa che con Anguissa in campo il centrocampo del Napoli diventa un ingranaggio perfetto e quindi inserisce il camerunense per blindare la partita. Il Napoli vince, onora il tricolore cucito in petto e Garcia supera il primo esame a pieni voti e può guardare con fiducia a domenica prossima, la sua prima al Maradona.

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Salvate il soldato Cajuste

Hai 24 anni e giochi in Francia, non certo in un club di prima fascia. I campioni d’Italia decidono di puntare su di te, riesci però a fare solo una parte del ritiro e ti prepari a vivere con il resto della squadra l’esordio in campionato. Poi il mister decide che sarai in campo dal primo minuto, devi sostituire Zambo Anguissa. Sette minuti e causi un calcio di rigore (che per il giudizio di chi scrive non c’è ma per arbitro e sala Var sì, e questo non può che condizionarti la partita). Non ti abbatti, anzi ti proponi spesso per entrare nella manovra della squadra, tenti più volte di inserirti in area e fai il tuo lavoro di copertura. Poi però dopo venti minuti vieni ammonito. Passano altri dieci e diventi protagonista dell’azione che porta al vantaggio di Raspadori, ma è proprio la tua posizione di partenza quella che fa annullare la rete per fuorigioco. Alla fine del primo tempo l’allenatore ti sostituisce perché sei ammonito (lo farà anche con Lobotka ed Oliveira, ma più avanti), e forse anche perché la staffetta con Anguissa era nella testa di Garcia già dal mattino.

Non certo l’esordio che probabilmente Jens aveva sognato, ma nel complesso il giovane svedese gioca una buona partita, propositivo, attento e in grado di far valere il suo fisico (a volte anche troppo). Certo, nell’intervento che provoca il rigore c’è ingenuità ed un’irruenza che può pesare nella valutazione arbitrale, e ingenuo può esserlo anche il fallo che gli costa il giallo anche se in questo caso è costretto ad intervenire per fermare la ripartenza del Frosinone. Ma nei 45 minuti che gli ha concesso Garcia, Cajuste dimostra di poter avere tutte le caratteristiche per potersi inserire nel centrocampo dei campioni d’Italia e rappresentare un innesto importante.

Purtroppo, però, servirà difenderlo perché i fustigatori di mestiere, quelli che ci avevano già provato con Rrahmani e Meret, hanno trovato il loro nuovo bersaglio.

 

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