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Una nuova Roma per Mourinho: l’identikit dell’organico giallorosso

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Mourinho Roma
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La terza stagione di Mourinho sulla panchina della Roma è iniziata. Dopo la vittoria della Conference League e l’impresa solo sfiorata in Europa League, adesso i giallorossi sono chiamati a conquistare un piazzamento in Champions League.

Inizio di stagione non brillante per la Roma, che nelle prime due giornate di campionato ha conquistato solo 1 punto tra Salernitana e Verona. Tra dubbi e certezze e una rosa ancora da completare, la squadra dovrà fare affidamento sui propri punti cardine per rimettersi al passo delle concorrenti.

Con l’infortunio di Abraham, la dirigenza giallorossa è corsa ai ripari, anche se a rilento, per garantire a Mourinho un parco attaccanti affidabile. Solo nell’ultima settimana di mercato la dirigenza è riuscita a chiudere per Azmoun e domani arriva finalmente Lukaku. Nel frattempo tra le critiche e lo scetticismo, il peso dell’attacco è ricaduto sulle spalle di Belotti, reduce da una prima stagione deludente. Il Gallo nelle prime due giornate ha offerto due ottime prestazioni mettendo a referto 2 gol contro la Salernitana e un assist contro il Verona.

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La rosa dopo il mercato

Il mercato della Roma è da anni condizionato dallo spettro del Fair Play finanziario. Entro il 30 giugno 2023 la dirigenza capitolina è stata costretta ad incassare dalle cessioni almeno 30 milioni. Obiettivo solo sfiorato ma che non ha portato alla cessione di pezzi pregiati e conseguenze sul piano sportivo.

Con l’arrivo di N’Dicka in difesa a parametro zero e il ritorno di Llorente in prestito i giallorossi hanno potuto sacrificare Ibanez, volato in Arabia Saudita per 30 milioni di euro. Il reparto maggiormente stravolto è stato il centrocampo. Oltre alla partenza di Volpato, Tahirovic e il mancato riscatto di Wijnaldum e Camara, la perdita di maggior peso è stata quella di Nemanja Matic, che ha portato via con se anche il suo bagaglio d’esperienza. Gli innesti però non hanno tardato ad arrivare. In mediana i rinforzi sono arrivati entrambi dal PSG: Renato Sanches in prestito oneroso, e il ritorno a titolo definitivo di Paredes, che ha raccolto la pesante maglia numero 16 di capitan De Rossi. Data la poca fiducia di Mourinho riposta nell’infortunato Karsdorp, a prendere posto sulla fascia destra c’è Kristensen, approdato in prestito secco dal Leeds. Tra i colpi messi a segno da Tiago Pinto, l’ingaggio di Aouar a parametro zero è tra i più interessanti.In Italia l’algerino avrà l’occasione di rilanciarsi e trovare continuità a livello fisico. Mentre Azmoun, atterrato a Roma in prestito dal Bayern Leverkusen, è stato il primo attaccante regalato a Mourinho in attesa di chiudere con il botto il mercato con l’operazione Lukaku, pronto a riabbracciare il portoghese per la terza volta in carriera.

La mano dell’allenatore

Accontentare Jose Mourinho non è mai facile. Sono tanti i segnali mandati dallo Special One alla società dei Friedkin, tramite dichiarazioni e foto ironiche postate sui social. Nonostante le avances ricevute dall’Arabia Saudita, il tecnico portoghese ha deciso di rimanere in una piazza calda ed esigente come Roma per continuare la sua battaglia contro tutto e tutti, arbitri compresi. Ma soprattutto per raggiungere l’obiettivo per il quale era stato ingaggiato: riportare il club in Champions League.

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Nonostante tale traguardo non sia stato ancora raggiunto, una figura come Mourinho, anche grazie al suo ricco palmares, gode del sostegno della tifoseria e della fiducia della società e dei propri calciatori. La sua impronta si è notata fin da subito, soprattutto sul piano della mentalità. La sua personalità gli permette di tenere unito il gruppo e di trasmettere carattere alla squadra, che in campo riesce a mettere quella cattiveria agonistica tipica del tecnico e ad identificarsi nel proprio allenatore.

Come giocherà la Roma di Mourinho?

La cosa certa è che Mourinho non abbandonerà la difesa a tre e il 3-4-2-1 sarà ancora lo schema di gioco della Roma. Tale modulo gli ha permesso di trovare maggiore equilibro e solidità difensiva, anche grazie ad un leader come Smalling, capace di far rendere al meglio anche i suoi due braccetti. Ad affiancare il centrale inglese c’è il solito Mancini a destra e a contendersi una maglia a titolare a sinistra ci sono N’Dicka e Llorente.

Il punto nevralgico restano i due esterni. I cosiddetti quinti di centrocampo devono svolgere entrambe le fasi di gioco, ma non sempre hanno offerto un rendimento eccellente. I titolari saranno Spinazzola a sinistra e Kristensen a destra, ma visti i tanti impegni ci sarà spazio anche per le alternative Zalewski, Karsdorp e Celik.

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A centrocampo c’è sempre Cristante, mentre la novità sarà Aouar che può alternarsi con Pellegrini tra la mediana e la trequarti. Le altre soluzioni sono Paredes e Renato Sanches.

Azmoun, Lukaku, Dybala, El Shaarawy, Solbakken, Abraham e Belotti. Un attacco di tutto rispetto, ma la certezza è che Lukaku sarà la prima punta titolare con Dybala e Pellegrini alle sue spalle.

L’uomo chiave

Al netto degli infortuni che lo accompagnano ormai da tempo, l’uomo chiave della Roma è senz’altro Paulo Dybala. La Joya è il leader tecnico della squadra in grado di fare la differenza con il suo sinistro.  Nella scorsa stagione ha tenuto a galla gli uomini di Mourinho e quando è mancato la sua assenza è pesata ai fini del risultato e del gioco espresso. Essendo tra i giocatori più pericolosi in campo e capace d’inventare magie, ha spesso subito marcature asfissianti. L’arrivo di Lukaku  aiuterà Dybala questo punto di vista. Big Rom crea più di qualche grattacapo alle difese avversarie e attira su di se l’attenzione dei difensori, liberando spazio per l’argentino.

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(Foto: Depositphotos)

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