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L’autogol di Aurelio
“Alcuni media continuano a raccontare, avendo come unica fonte gli agenti del calciatore, di presunte trattative in corso per il rinnovo di Kvaratskhelia. Si tratta di “cazzate”.
Il Napoli smentisce con inconsueta eleganza che si stia discutendo del rinnovo del contratto di Kvaratskelia, in scadenza nel 2027. Il giocatore ha un ingaggio da 1,4 milioni all’anno, magari un adeguamento, dopo la splendida stagione scorsa, sarebbe auspicabile. Ma questo riguarda la società, che ha tutto il diritto di decidere tempi e modi dell’eventuale rinnovo. In fondo, quando il georgiano arrivò a Napoli era una bella scommessa e nessuno, tranne forse Giuntoli, si aspettava quell’esplosione.
Merito del giocatore, dei suoi compagni, dell’allenatore Spalletti, della società.
Quello che stona nel comunicato ufficiale è una parola che usiamo abitualmente nelle nostre conversazioni private di tutti i giorni. Ma che non si è mai letta in nessun comunicato ufficiale di una società di calcio, di un qualsiasi ufficio stampa, di un’istituzione sportiva o politica. Un comunicato del genere avrebbe potuto scriverlo il Borgorosso di Alberto Sordi, non il Napoli di Aurelio De Laurentiis.
Questione di forma, quindi. Ma in questi casi la forma è sostanza.
Sarebbe interessante sapere chi ha stilato questo capolavoro di eleganza: il presidente De Laurentiis in persona, il direttore sportivo Meluso, il segretario generale, il responsabile finanziario, il capo della comunicazione, l’addetto stampa, il custode dello stadio Maradona, un raccattapalle, la donna delle pulizie, l’autista del pullman del Napoli, lo storico magazziniere Tommaso Starace, unico testimone dei tre scudetti?
Perché una caduta di stile così è davvero inspiegabile e ingiustificabile. Sotto la presidenza De Laurentiis il Napoli è risalito dalla serie C alla serie A, ha messo a posto il bilancio, è da anni ai vertici del calcio italiano, ha conquistato uno scudetto straordinario per il gioco espresso, ha messo piede in Champions League non certo da comparsa, ma da protagonista.
Perché rovinare tutto con una parola? Il presidente in realtà ha un modo disinvolto di trattare con i giornalisti, spesso sopra le righe. Sono testimone di un suo show qualche anno fa nella sala stampa dell’allora stadio San Paolo al termine di una partita. De Laurentiis rispose a qualche domanda e poi improvvisamente interruppe la conferenza stampa spiegando che lui aveva anche una vita sessuale. Insomma aveva di meglio da fare che rispondere alle domande di poveri frustrati che faticavano a trovare una donna.
Il presidente è un uomo realizzato, un produttore di successo nel cinema, ha imparato in fretta a conoscere il mondo del calcio. Non ha bisogno di sottolineare continuamente la propria superiorità sul mondo che lo circonda.
Ma per riconoscere i propri errori, perché sul fatto che questo comunicato sia un errore non ci sono dubbi, servono autocritica e umiltà. Doti che fatichiamo a riconoscere nella personalità del presidente De Laurentiis.
(Foto: LBDV)
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