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TARGET – Inter, da sostituto a capitano: la consacrazione di Lautaro Martinez

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Lautaro Inter
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Nell’ottimo inizio di stagione dell’Inter, al momento seconda in campionato, ha brillato senza dubbio la stella di Lautaro Martinez.

L’argentino ha avuto un avvio di stagione da incorniciare, con undici reti in dieci partite tra Serie A e Champions League.

In questo articolo andremo ad analizzare il percorso del Toro, dagli inizi in Argentina fino alla sorprendente partenza di questa stagione.

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Gli esordi in Argentina

L’attuale capitano dell’Inter, Lautaro Martinez, nasce a Bahia Blanca il 22 agosto 1997.

Figlio di un ex calciatore di seconda divisione, il calcio è certamente nel sangue del giovane Lautaro, che a sedici anni entra a far parte delle giovanili del Liniers.

Ci vuole meno di un anno per attirare l’attenzione di Fabio Redaelli, allenatore ad interim del Racing de Avellaneda. Il club fa di tutto per ingaggiarlo e alla fine ci riesce a gennaio 2014.

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Dopo un anno e mezzo passato nella cantera, Lautaro esordisce con La Academia a novembre del 2015.

Il suo esordio sembra quasi una anticipazione di quello che sarà il suo futuro: Lautaro inizia la sua carriera tra i professionisti proprio quando quella di una leggenda dei nerazzurri, Diego Milito, giunge al termine. Il Toro sostituirà il Principe, sia nel match che in campo negli anni successivi.

La prima rete arriva un anno dopo l’esordio, il 19 novembre 2016, nel match pareggiato contro l’Huracan.

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Nella stessa stagione, complice l’infortunio del titolare Lisandro Lopez, Lautaro guadagna sempre più spazio, attirando l’attenzione dei club europei.

A muoversi per primo fu l’Atletico Madrid, con il quale Lautaro svolse a dicembre 2017 le visite mediche. Nonostante sembrasse tutto fatto, però, la raffica di gol segnata dal centravanti argentino (che faceva aumentare sempre di più la clausola rescissoria fissata dal club di Avellaneda) e la mediazione di Milito spinsero sempre di più l’argentino verso Milano.

A fine stagione Lautaro saluterà l’argentina, con la valigia pronta e un biglietto con destinazione Italia stretto nella mano.

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Lautaro Martinez all’Inter, amore a prima vista

Il 4 luglio 2018 Lautaro Martinez diventa a tutti gli effetti un giocatore dell’Inter, per una cifra pari a 25 milioni di euro.

Fin dall’estate Lautaro conquista subito i cuori dei tifosi nerazzurri, mostrando nel precampionato le sue enormi qualità. Nella memoria di tutti rimane la meravigliosa acrobazia a punire proprio l’Atletico Madrid nell’International Champions Cup dell’estate 2018.

Nella prima parte di stagione però, come prevedibile, lo spazio per il Toro di Bahia Blanca è limitato, considerato che davanti c’é l’intoccabile capitan Icardi.

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L’esordio in nerazzurro, comunque, arriva già alla prima giornata, nella sconfitta esterna contro il Sassuolo, mentre la prima rete arriva contro il Cagliari nella vittoria del 28 settembre 2018.

Esordisce presto anche in Champions League, nella sconfitta contro il Barcellona, dimostrando però di essere una pedina molto utilizzata da Luciano Spalletti a gara in corso, come mostrato anche nella vittoria contro il Napoli, decisa proprio da una sua rete nel finale.

Il caso Icardi

La prima stagione di Lautaro Martinez all’Inter cambia improvvisamente a febbraio 2019. Dopo che da sostituto è riuscito a regalarsi anche la prima doppietta, nella gara vinta largamente contro il Benevento, arriva la svolta per il Toro.

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Nel mese di febbraio, infatti, a Mauro Icardi viene tolta la fascia di capitano e l’argentino viene presto lasciato da parte, a causa di problemi fisici ma anche di frizioni con il tecnico Spalletti.

Lautaro, dunque, diventa il titolare dell’Inter, mostrandosi all’altezza del compito richiestogli.

Segna in Europa League al Rapid Vienna e anche nel derby che si gioca a marzo, realizzando un rigore di vitale importanza per la corsa alla qualificazione alla Champions League.

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Concluderà la stagione proprio con questo risultando, collezionando a livello statistico 35 presenze, condite da 9 reti e 1 assist.

L’arrivo di Conte, la Lula e lo scudetto

Il primo grande step di crescita per Lautaro Martinez è segnato dall’arrivo di Conte all’Inter. Il tecnico lecce viene annunciato a giugno 2019 come sostituto di Luciano Spalletti.

Grazie all’intesa con il suo nuovo partner d’attacco, Romelu Lukaku, e al lavoro di Antonio Conte, Lautaro diventa un top player dell’Inter.

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Nel 2019/20 segna ben 21 reti, eguagliando anche il record di partite a segno consecutive in Champions League per un giocatore interista. Nel corso della stagione riceve anche la sua prima espulsione in nerazzurro, nel match incandescente contro il Cagliari. La stagione, tuttavia, termina con un secondo posto e zero trofei, con una finale di Europa League persa contro il Siviglia.

La stagione successiva porta i primi successi per l’argentino. A livello realizzativo segna la prima tripletta in Serie A, nella vittoria contro il Crotone per 6-2, e segna anche una doppietta di vitale importanza nella cavalcata scudetto, nel derby vinto per 3-0 in casa del Milan.

Terminerà la stagione con diciannove reti e, soprattutto, alzando lo scudetto al cielo di Milano.

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L’addio di Conte e Lukaku, Lautaro diventa trascinatore

Con gli addii di Conte e Lukaku, a Lautaro Martinez viene richiesto di diventare il totale trascinatore della squadra nerazzurra. E il Toro risponde presente, trascinando la squadra di Inzaghi, subentrato al tecnico leccese, nelle varie competizioni.

Con Dzeko forma una coppia di livello, sebbene inferiore alla ‘Lula’, e porta i nerazzurri in vetta al campionato e agli ottavi di Champions League. A gennaio vince il suo secondo trofeo, battendo la Juventus in Supercoppa, e a maggio vince, sempre contro i bianconeri, anche la Coppa Italia.

Lautaro va a segno anche in Champions League, siglando la rete decisiva nella vittoria, ininfluente però per il passaggio del turno, ad Anfield contro il Liverpool.

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La stagione però termina con una nota amara: a vincere lo scudetto sarà il Milan e Lautaro non riuscirà a trattenere le lacrime di delusione.

La finale di Champions League

Nella seconda stagione dell’era Inzaghi, la quinta per Lautaro Martinez, l’Inter non dimostra quasi mai di poter lottare con lo scudetto, nonostante un ritrovato Lukaku. I nerazzurri in campionato hanno difficoltà nell’avvio e la distanza dal Napoli si allunga sempre di più in poco tempo.

Le soddisfazioni stagionali arrivano dalle solite Supercoppa e Coppa Italia, vinte rispettivamente contro Milan e Fiorentina, e soprattutto dalla Champions League. A questo va ovviamente aggiunto il Mondiale vinto in Nazionale che, sebbene non abbia visto Lautaro come grande protagonista, gli ha permesso di assumere una mentalità diversa, quella di un campione del mondo.

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Dopo aver passato un girone di ferro con Barcellona e Bayern Monaco, eliminando i blaugrana, l’Inter trova un sorteggio abbastanza agevole e, con merito, conquista la finale di Champions League.

In questa cavalcata è di vitale importanza l’apporto dell’argentino, che va a segno sia contro il Benfica al ritorno che, soprattutto, nel ritorno contro il Milan in semifinale, chiudendo di fatto la pratica per Istanbul.

Ancora una volta, però, la stagione finisce con una delusione: nonostante una prestazione di alto livello i nerazzurri escono sconfitti dall’Ataturk e a vincere la Champions è il Manchester City di Guardiola.

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La prima stagione da capitano

L’addio di Handanovic e Brozovic a fine stagione significa che Lautaro Martinez diventa il capitano dell’Inter. Questa responsabilità non è gravosa per il Toro ma, anzi, sembra caricarlo di più. Fin dalla prima giornata l’argentino fa quello che sa fare meglio: segnare a raffica. Doppietta al Monza, gol al Cagliari, doppietta alla Fiorentina, e sono solo le prime tre giornate… L’importanza di Lautaro Martinez per l’Inter è sempre più lampante e la sua crescità è smisurata. Ad aiutarlo a livello realizzativo è anche la perfetta intesa trovata, in poco tempo, con Marcus Thuram, a formare una delle coppie più pericolose d’Europa.

Adesso, dopo un inizio da 11 reti in 10 partite, Lautaro Martinez non ha intenzione di fermarsi. Per portare a Milano la seconda stella il Toro sarà fondamentale e, sicuramente, non si sottrarrà al compito. Perchè è questa la responsabilità che porta l’essere uno degli attaccanti migliori al mondo.

(Foto: Depositphotos)

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