ANGOLO SALERNITANA – Ultimo centimetro

La prima gara da allenatore della Salernitana di Filippo Inzaghi non è stata certamente noiosa.

O meglio. Per larghi tratti del match, la sfida è stata una battaglia tra due squadre impaurite, vogliose di muovere la classifica ma senza subire il pesante fardello della sconfitta che avrebbe acuito maggiormente gli incubi di due squadre ancora a secco di vittorie in questo campionato. E, dunque, tra una perfida discesa di Luvumbo e un errato passaggio di Cabral, si arriva nell’ultimo quarto d’ora, ancorati allo 0-0, dove succede praticamente di tutto.

L’Arechi assume il contorno di un Luna Park, un ottovolante di emozioni contrastanti. Si passa dalla depressione all’esaltazione, dall’amarezza alla speranza e persino al rammarico. Il calcio è bello anche per questo. Si vive sul filo del rasoio. Come Luvumbo che sfrutta un errore grossolano di Martegani per infilare Costil scattando a centimetri dal fuorigioco. Oppure come Dia che, come il “Pippo” giocatore (ora suo allenatore) sigla la rete del momentaneo pareggio con un sigillo da consumato bomber di razza sfruttando uno dei rari buchi difensivi degli ospiti. L’1-1 dura appena due giri di lancette: il tempo impiegato dal Cagliari per siglare con Viola la rete del sorpasso. E quando sembra tutto finito, ecco spuntare, garibaldina, la mano dello stesso Viola, passato da eroe a impostore: l’arbitro decreta il rigore dopo essere stato richiamato dal Var e Dia pareggia la contesa con la sua innaturale freddezza.

Un punto che, ad oggi, sa, inevitabilmente di occasione persa. Una partita che, da svolta della vita, ha palesato, invece, antichi difetti, di una rosa che non è ancora all’altezza, in maniera piena, del palcoscenico della Serie A. Ed è ancora instabile mentalmente. Un punto che, magari, a maggio può essere quell’ultimo centimetro utile per decretare la salvezza. Del resto, Inzaghi sa come sfruttarlo.

(Foto: DepositPhotos)

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