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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – LEcce Homo

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Roma
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Si perdoni il giuoco di parole, degno della peggior gazzetta, ma così esordirebbe Pilato nel vedere un qualsiasi tifoso della Roma dopo partite del genere.

Dopo i fischietti di San Siro sono quelli dell’Olimpico a dare il La a Roma-Lecce, fischi che cancellano l’inno delle Lega, dopo le parole in settimana di Mourinho. Alle accuse sulla mal gestione dei calendari, soprattutto per le coppe, De Siervo si difende col numero degli ascolti… un pò come se io chiedo a mia moglie se mi tradisce e lei risponde “sì, ma guarda che stacco de coscia!”.

I giallorossi insolitamente aggressivi e compatti fanno subito capire il mood del match. Dybala imbeccato da Lukaku sbaglia un rigore in movimento, ma la palla tocca una mano e Lukaku, per solidarietà, sbaglia il rigore anche da fermo, tirando basso e centrale un penalty di rara bruttezza.

Falcone, come sempre insuperabile contro la “sua” Roma, fa un paratone sul diagonale di Aouar e Dybala fa una giocata per cui si poteva chiudere tutto e andare a casa: scavetto a palombella per saltare il difensore e bolide a fil di palo.

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La ripresa ha una dinamica simile, ma il Lecce è ordinato e riparte bene. Al minuto 72, su una di queste, Almquist getta nelle tenebre la Roma, insaccando sul palo del portiere il primo (e unico) tiro nello specchio.

La Roma è sulle gambe fisicamente e mentalmente. Il dramma, pensavo, è che i giallorossi hanno fatto la partita che dovevano fare, forse la migliore insieme a Cagliari. E purtroppo un pò di sfortuna e la scarsa qualità nelle scelte offensive (che visti i nomi in campo fa un pò ridere) stavano tradendo i 60.000 dell’Olimpico.

Poi il miracolo.

Nel recupero un cross azzeccato da Zalewsky, vede l’incursione perfetta di Azmoun, il meno atteso, che insacca. Alla fine sarebbe un punto guadagnato, ma la Roma non ti lascia mai seduto e il moscio Dybala pesca la seconda palla buona della partita, Lukaku si libera e si fa perdonare il rigore, battendo (finalmente) Falcone e facendo esplodere il quartiere Flaminio.

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Nulla cambia, ma vittorie così emozionanti ti rimettono al mondo, dopo il nulla cosmico di Milano. La Roma non è guarita, ma stavolta ho visto grinta e soprattutto quella voglia di non mollare che caratterizzò lo scorso anno.

Un centimetro alla volta.

(Foto: Depositphotos)

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