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Come giocherà il Napoli di Tudor? – L’analisi

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Tudor Marsiglia
Tempo di lettura: 3 minuti

Igor Tudor potrebbe essere il prossimo allenatore del Napoli. Dopo la sconfitta contro l’Empoli infatti De Laurentiis sarebbe pronto ad esonerare Rudi Garcia e a chiamare il tecnico croato di 45 anni, reduce da una stagione con il Marsiglia terminata con il terzo posto in classifica. Ma come potrebbero giocare i partenopei con l’ex Juventus in panchina?

IL GIOCO DI TUDOR

Fase di possesso

In fase di possesso il difensore centrale resta basso in caso di ripartenza avversaria su errore di impostazione. Uno dei due centrocampisti si abbassa ad organizzare la manovra mentre l’altro resta alto insieme agli esterni. Un trequartista si muove tra la linea del centrocampo e dell’attacco su tutta l’ampiezza del campo, sia per ricevere palla dai centrocampisti che per attaccare gli spazi in profondità tra i difensori avversari.

Fase di non possesso

In fase di non possesso difende con due linee scaglionate per marcare a uomo tutti i giocatori di movimento avversari e per aggredirli subito e recuperare il possesso della palla. Nella prima linea ci sono i tre difensori centrali con, in aggiunta, uno degli esterni di centrocampo. La seconda linea è composta dai due centrocampisti centrali e da uno o due esterni di centrocampo. Uno dei centrocampisti può alzarsi per portare il pressing su di un avversario, lasciando un varco che prontamente coperto dal trequartista (se pure lui non sta pressando).

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Gli altri due attaccanti si occupano degli smarcamenti preventivi: l’altro trequartista si allarga sulla fascia e si abbassa un po’ verso la linea dei centrocampisti; l’attaccante invece può fare movimenti diversi: può correre in profondità, può abbassarsi per fare da torre per i compagni che ripartono o per proteggere la palla con il fisico per far respirare la difesa.

Transizioni

La transizione offensiva si basa sul recupero della palla e sul lancio al trequartista sulla fascia sinistra o centralmente per il taglio dell’attaccante. La ripartenza può avvenire con un contropiede di squadra nella zona centrale portato avanti dai centrocampisti che vanno a servire in rifinitura i trequartisti che concluderanno in porta o serviranno la punta (che nel mentre taglierà tra i difensori).

La transizione difensiva si basa sul contropressing per recuperare il pallone e per evitare una ripartenza avversaria. Tale pressing viene portato avanti da chiunque sia nelle vicinanze del pallone, fatto salvo per i difensori centrali. Se il pressing viene saltato allora restano questi tre da soli ad affrontare gli attaccanti avversari. Per evitare ciò i difensori si abbassano verso la propria area per temporeggiare e permettere il recupero da parte dei compagni di squadra.

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IL MODULO

Il grande dubbio è sicuramente quello del modulo. Gli azzurri nell’ultimo decennio ci hanno abituati a mettere in campo principalmente il 4-3-3 o in più rare occasioni il 4-2-3-1 (senza scordare l’ancellottiano 4-4-2). Il presidente De Laurentiis ha sempre considerato il rispetto del modulo “tradizionale” come requisito cardine per sedere sulla panchina partenopea, ma la complicata situazione in casa Napoli porta per forza di cose a fare un’eccezione. Tudor in carriera ha spesso privilegiato il 3-4-2-1, schieramento utilizzato sia nell’esperienza al Verona nel 21-22 sia al Marsiglia nel 22-23.

In questo caso a comporre la difesa davanti a Meret avremmo Rrahmani come braccetto di destra, Natan oppure Ostigard come perno centrale e Juan Jesus a sinistra. Sulle fasce galopperebbero sicuramente Di Lorenzo (imprescindibile) e Mario Rui, tutti e due avvezzi al ruolo . Sulla mediana si potrebbe optare per Lobotka che, nonostante abbia dimostrato di non apprezzare un modulo con due centrocampisti, resta il fulcro del gioco del Napoli, con Anguissa come partner a “far legna”.

Dubbio davanti

Sulla trequarti il maggior dubbio: il cambio di modulo favorisce sicuramente l’integrazione di Lindstrom, acquisto più costoso dell’ultimo mercato del Napoli, che ha trovato fin qui poco minutaggio e che in un ruolo a lui congeniale potrebbe prendersi finalmente il posto da titolare. L’altro slot verrebbe certamente occupato da Kvaratskhelia, gioiello dei partenopei che non potrebbe benissimo giocare più centrale, allargandosi magari sulla fascia in caso di centrocampo ingolfato. Restano fuori dall’equazione nomi come quello di Raspadori, abituato a giocare dietro la punta e Zielinski, che come Elmas può garantire più copertura.

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In avanti resta Osimhen come punto fisso, anche se Simeone con Tudor come allenatore ha messo a segno la sua miglior stagione in carriera con 17 gol e 4 assist a referto. A rimanere penalizzato sarebbe più di tutti sarebbe Matteo Politano, il quale potrebbe giocare a tutta fascia in un ruolo però non suo.

Napoli (3-4-2-1): Meret; Rrahmani, Natan (Ostigard), Juan Jesus; Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Mario Rui (Olivera); Lindstrom (Zielinski), Kvaratskhelia; Osimhen (Simeone, Raspadori).

(Foto: Depositphotos)

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