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ESCLUSIVA LBDV – Bellinazzo: “Terzo scudetto unicum nella storia del calcio europeo. E sulla SuperLega…”
LBDV ha raccolto un’intervista in esclusiva di Marco Bellinazzo a margine della presentazione del suo ultimo lavoro
Al termine della presentazione dell’ultimo lavoro, una riedizione del libro “Il Napoli di Maradona”, nel quale ripercorre la storia del primo Scudetto del 1986, raccontando, in parallelo, quello del 2023, dove ci sono similitudini e divergenze, dove tutto cambia ma nulla, in realtà è cambiato, dove l’onda d’urto emotiva per una vittoria tanto agognata deflagra in tutta la città, una volta cosciente e consapevole, un’altra meno per la “più giovane età”, con un unico comune denominatore: la città di Napoli che, pur cambiando, rimane simile, fedele e uguale a sé stessa, nonostante il passare degli anni.
Di seguito l’intervista a Marco Bellinazzo:
Se può ripercorrere velocemente le tappe del libro e cosa l’ha spinta a (ri)scriverlo?
“Sicuramente l’idea di poter raccontare quello che Maradona, a quarant’anno dal suo arrivo a Napoli, perché Diego è arrivato a Napoli nel 1984, rappresenta tutt’oggi per questa città. Il terzo Scudetto avrebbe potuto un pò offuscare il mito di quel giocatore, ma forse mai come in questo momento è presente nella città: basta girare per le vie di Napoli, per i vicoli, guardare i murales, le cappelle ex voto.
C’è questo sentimento che riconosce, evidentemente, in Maradona quell’atleta, quel calciatore, ma in realtà quell’uomo che ha permesso alla città di riscattarsi, negli anni ’80, dai suoi malanni e di ritrovare l’orgoglio e l’identità perduta. Oggi si vive uno Scudetto in cui la città, fortunatamente, è cambiata: una città in cui ci sono tantissimi turisti, dove si vive una sorta di “Rinascimento” e che nel 2026 sarà città Europea dello Sport”.
Nelle bandiere della vittoria dello Scudetto non c’erano i campioni di quest’anno, ma c’era Maradona:
“Assolutamente. Quasi come fosse un nume tutelare di questo trionfo.”
Il miracolo economico-sportivo del Napoli che ha mandato via pezzi grossi, ha dimezzato il monte ingaggi da circa 120 a circa 60 milioni di euro, e ha vinto ugualmente lo Scudetto:
“Indubbiamente quello del Napoli della stagione scorsa è stato un miracolo, un unicum nel panorama sportivo non solo italiano, ma Europeo. In cui la squadra è riuscita ad avere una super performance, dal punto di vista sportivo, avendo ridotto il monte ingaggi. Non sempre è una strada percorribile, perché ridurre il monte ingaggi significa dover fare dei sacrifici, in termini di organico. Significa dover prendere dei giovani talenti che possono fiorire, ma possono anche non fiorire o comunque avere degli alti e bassi. E il Napoli di questo primo scorcio di questa nuova stagione è un pò il segno in negativo.
Ma indubbiamente è una strada che devono percorrere quei club, come il Napoli, che hanno un fatturato strutturale che non consente di poter accedere ad un certo mercato di calciatori. Allora bisogna anticipare il mercato, trovare soluzioni a basso costo e, più in generale, puntare sul talento e, perché no, un domani puntare sul settore giovanile, rinverdendo i fasti del passato. Come appunto il Napoli di Maradona dove c’erano tanti giocatori prodotti da quel settore giovanile. Prodotti dal territorio campano e napoletano.”
De Laurentiis in una delle sue primissime uscite disse in un primo momento che avrebbe voluto un Napoli “napoletano”. Dopo qualche problema disse che avrebbe voluto un Napoli “Maradoniano”. Adesso, invece, c’è un Napoli internazionale:
“Diciamo che De Laurentiis, negli anni scorsi, ha parlato spesso di “Scugnizzeria”. E’ stato fatto poco da questo punto di vista, ma questa deve essere una sfida per il Napoli del futuro. Quella di avere un centro sportivo e delle strutture del calcio giovanile all’avanguardia. Un pò come ha fatto la Fiorentina. Credo che De Laurentiis stia guardando molto ad un progetto-modello come quello del “Viola Park.”
Sul mercato, c.d. “Drogato” dagli arabi. Quest’anno hanno fatto uno sconquasso. Potrebbe essere una bolla come fu la Cina. A me sembra si vada in quella direzione, o se si sono creati la loro “SuperLega” :
“Bisogna vedere. Nel senso che l’obiettivo dell’Arabia Saudita è quello di costruire, o di fondare una grande Lega. Sono partiti dai calciatori e ora devono costruire le società, le aziende. Devono costruire gli impianti.
Hanno un obiettivo di medio-lungo termine. Un obiettivo decennale, visto che nel 2034 ospiteranno il Mondiale. Fino a quel momento, credo che investiranno ancora molto. Magari senza i fuochi d’artificio che abbiamo visto la scorsa estate. Ma comunque con grandi innesti, cercando di tirar fuori giocatori importanti per la loro Nazionale. Non a caso hanno speso tanto per assicurarsi le prestazioni di un allenatore di chiara fama come Roberto Mancini.”
Infine un passaggio sulla SuperLega: progetto nato e subito abbandonato. Non avrebbe potuto essere una sorta di competizione come la Champions League, magari dando la possibilità alle squadre di seconda fascia di partecipare a Champions ed Europa League?
“Un modello chiuso non è accettabile, come quello presentato nell’Aprile 2021. Penso che si debba ragionare molto sul futuro del calcio Europeo, sui format. L’anno prossimo scatterà la nuova Champions League. Vedremo quanto possa funzionare. C’è molta attesa per la sentenza della Corte Europea sul caso SuperLega, sul monopolio di FIFA e UEFA. Si dice che la sentenza sarà emessa il prossimo 21 Dicembre. Sarà molto interessante capire se questa sentenza chiuderà definitivamente qualsiasi opzione concorrente alle competizioni UEFA e FIFA. O, se invece, aprirà un nuovo fronte di liberalizzazione”.
(Foto: LBDV)