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Tre cose su….Benevento – Casertana
CREDO
“Credo nelle rovesciate di Bonimba”, era il primo “credo” del monologo pronunciato da Freccia prima che partissero musica e parole di “Una vita da mediano” di Ligabue. E Boninsegna di Gigi Riva è stato compagno di reparto a Cagliari per due stagioni (per Gianni Brera furono i due migliori attaccanti al mondo dei primi anni ’70).
Spesso, in campo non andavano molto d’accordo perchè Bonimba era il classico attaccante di sfondamento che, pur non avendo un fisico da panzer, era molto robusto e arcigno e anche molto molto, innamorato del pallone, tanto da dialogare veramente poco con “Rombo di Tuono”.
E, quindi, spesso, soprattutto in campo, si mandavano amabilmente a quel paese. “Rombo di Tuono”, il leggendario bomber dello scudetto del Cagliari del 1970 nonchè cannoniere più prolifico della nazionale con 35 gol e meritatamente team manager degli azzurri (compreso nell’anno del Mondiale 2006), ieri c’ha lasciati. Prima del fischio d’inizio di Benevento-Casertana è stato onorato con un minuto di silenzio. Grazie per tutto, Gigi! A fianco alla giusta lode per Bonimba, andrebbe aggiunto un altro credo: “Credo nelle cannonate di Rombo di Tuono!”.
RINUNCIO
Se il Benevento dei nuovi trios d’attacco interscambiabili, da una parte, sulla carta era superiore, dall’altra parte non hanno impressionato a tal punto da risultare decisivi. Tanta roba nel primo tempo, magri risultati nella ripresa. Ma era per Starita e Lanini la loro prima gara nella loro nuova casa ed era un superderby, perchè valeva il riavvicinamento in classifica. Non sarebbe stato facilissimo per nessuno. Auteri ha dimostrato, questo sì, di saper gestire tutte le irrinunciabili carte del mazzo, di avere un’abbondanza di possibilità offensive infinite (a seconda del tipo di partita e di come si mette la stessa nei 90 minuti) e di calare gli assi giusti al momento giusto.
Lo stesso Ciciretti è stato un jolly indispensabile, l’autore del gol decisivo, Berra, è stato decisivo soprattutto dietro a togliere in più di un’occasione le castagne dal fuoco, oltre che per la zuccata ravvicinata vincente.
Non può, però, esserci lettura oggettiva di questo match, se non affermiamo che la Casertana è stata rinunciataria, pur avendo tutti gli strumenti per portarsi a casa l’intera posta in palio. E ci sarebbe riuscita soprattutto se Deli fosse stato più freddo e deciso (ma probabilmente c’è arrivato spompato) nel contropiede avvenuto pochi secondi prima della rete giallorossa. E avrebbe, almeno, apparato una gara che non meritava di perdere, se Curcio in un certo penalty avesse calciato un filino meno largo. Due opportunità con la O maiuscola sciupate. Ma la storia non si fa con i se e con i ma.
CHE DIO CI AIUTI!
Per carità, “Siamo in democrazia!”, amano ripeterci in molti specie dopo le campagne elettorali. Per carità, è giusto che ognuno esprima il proprio libero arbitrio e diritto di parola e opinione. E ci mancherebbe anche! Ma andare ad esprimere un dissenso aspro, come ha fatto la Curva del Benevento, contro il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive che aveva segnalato Benevento-Casertana tra le partite ritenute a rischio (indicazione che ha dato il la al provvedimento della Prefettura di vietare la vendita dei biglietti ai tifosi ospiti), sembra un tantinello esagerato. Se un organo preposto ha ritenuto opportuno e necessario indicare il derby campano come una partita a rischio, significa che aveva tutti gli elementi sul tavolo per fare tale valutazione, incipit poi di quella che è stata la decisione della Prefettura.
Le ingiustizie, spesso, vengono anche da chi la giustizia l’amministra, ma se non partiamo dal fidarci di chi ha il compito di vigilare sulla nostra sicurezza, salta tutto, salta ogni cosa.
Diventa valido tutto e il contrario tutto, si entra nel far west più assoluto. E’ un pò come continuare ad essere fermamente negazionisti dei cambiamenti climatici, anche dopo aver letto e ascoltato che in un secolo la temperatura media è “solamente” aumentata di 1.5°C . E sono apparsi spropositati agli occhi (anzi alle orecchie) del resto dello stadio, perchè degeneravano, anche i cori di protesta della Curva contro i calciatori Pastina e Improta e contro il club manager Cilento. Netta la presa di distanza dei tifosi beneventani degli altri settori che non solo hanno applaudito i due giocatori ma che, a loro volta, hanno fischiato e indirizzato cori duri contro la Curva. Praticamente è stato un derby nel derby. Non il miglior modo per camminare tutti insieme nella corsa verso la serie B.
Ha spento giustamente l’incendio, in conferenza stampa, Auteri. Potrebbe servire per ricucire.