Approfondimenti
ANGOLO AVELLINO – L’insostenibile pesantezza del non essere – Francavilla – Avellino 0-0
Finisce a reti inviolate la sfida tra il Francavilla e l’Avellino.
“Attenzione al Francavilla, è un osso duro!” Aveva presentato così la partita, mister Pazienza nella conferenza di ieri pomeriggio.
Ed effettivamente l’Avellino si è trovato contro una squadra vera, di quelle che non si nascondono e ti sbattono in faccia le proprie debolezze, rendendoti la gara un inferno.
E’ che si fa fatica a immaginare che una sfida tra la terza e la terz’ultima di campionato possa essere questione tattica e di valori.
Più probabile che il tutto sia in sede mentale o comunque fuori dal rettangolo di gioco, perchè a dirla tutta, le differenze in campo sono state abissali, se si guarda ai piedi, ma non così rilevabili se si mira alla testa e al cuore dei 22 in campo.
Ci hanno provato i lupi a sfondare il fortino pugliese, ma i punti da quelle parti hanno un proprio peso specifico che è ben diverso da chi, come i biancoverdi, vorrebbe ma non può.
Questa eterna ricerca del modulo giusto, sinceramente, sta iniziando a stancare e sono tante le domande che vorremmo fare al mister di San Severo.
Potremmo partire dalla scelta del playmaker; oggi c’era Palmiero (poi sostituito da Rocca a inizio ripresa) ma sappiamo bene che l’ex Pescara soffre raddoppi e attenzioni particolari, quindi Armellino viene svestito da ogni compito offensivo per ridursi a fare da balia al compagno in ottica solo difensiva.
Oppure potremmo parlare di Ricciardi preferito a Cancellotti come quinto di centrocampo (senza mai avanzare oltre la linea di centrocampo) o a Sgarbi messo in una zolla di campo nella quale, per essere pericoloso, deve avanzare di trenta metri.
Come dicevamo prima, qui il problema non è tattico, e non ha nulla a che fare con i valori delle compagini in campo.
C’è da ragionare su cos’è e cosa vuole essere l’Avellino 23/24.
Se parliamo di cifre, abbiamo a che fare col terzo monte ingaggi della lega pro, oltre 6 milioni di stipendi e circa 10 milioni spesi per acquisire i cartellini della rosa attuale.
Invece, se analizziamo il modulo e i risultati, abbiamo la classica coperta di Linus che ha sempre un lato troppo corto.
Con la difesa a 3 non si crea, con quella a 4 si prende goal troppo facilmente.
Con la punta singola attacco e centrocampo sembrano non riuscire a dialogare, scegliendo le 2 punte si svuotano le fasce e le catene di centrocampo si arrugginiscono.
Che gran mal di testa.
Ai padroni di casa servivano punti vitali, che invece in irpinia, complice lo stop del Benevento, sembrano rimandabili a un futuro che non c’è.
Alla fine la serie C è un campionato allo stesso tempo semplice e complicatissimo, nel quale si affrontano esperti mestieranti, anziani leoni, e giovani speranze.
Tutto sta nella testa e nel misurare bene tattica e malizia. L’Avellino di quest’anno è ancora una grande incognita.
Un’eterna incompiuta che, alla ricerca della perfezione, resta continuamente a secco di gioie.
Il tabellino:
VIRTUS FRANCAVILLA (3-5-2): Branduani; Gasbarro, Monteagudo, De Marino; Biondi, Di Marco (dall’80’ Macca), Risolo, Laaribi, Izzillo (dal 67′ Garofalo), Ingrosso; Polidori (dall’80’ Contini), Artistico.
A disposizione: Lucatelli, Carretta, Gavazzi, Molnar, Carella, Laaribi, Nicoli, Cardoselli. Allenatore: Villa.
AVELLINO (3-5-2): Ghidotti; Cionek (dal 46′ Cancellotti), Rigione, Frascatore; Ricciardi, De Cristofaro, Palmiero (dal 46′ Rocca), Armellino, Liotti (dall’84 D’Ausilio); Sgarbi (dal 67′ Russo), Gori (dal 67′ Marconi).
A disposizione: Pane, Pizzella, Tito, Mulè, Llano, Dall’Oglio, Pezzella, Patierno, Tozaj. Allenatore:Pazienza.
Ammoniti: Palmiero (A), Risolo (F), Marconi (A), Monteagudo (F)
(Foto: Depositphotos)