Angolo del tifoso
ANGOLO JUVENTUS – Una convalescenza faticosa
Pareggio a reti inviolate tra la Juventus e il Genoa.
In pieno recupero i bianconeri restano in 10 per l’espulsione di Dusan Vlahovic.
La sfida alla memoria del tifoso comincia a diventare interessante.
Da quanto la Juventus di Max Allegri non offre una prestazione convincente? Se riteniamo tale lo zero a tre esterno rifilato al Lecce la statistica è davvero impietosa.
Quella gara porta la data del 21 Gennaio scorso. Quasi due mesi fa.
Una vita in termini di continuità di rendimento. La prova certa che la squadra è un malato che non riesce a guarire.
E si rigira nel letto facendo i conti con la sua cronica debolezza e la paura di ricadute. E’ impantanato in una convalescenza faticosa.
Demeriti altrui
Il tecnico livornese ostenta tranquillità: dice di essere sereno e ricorda a tutti che ha ancora un anno di contratto.
Sicuramente, Mister, nessuno mette in discussione la data di scadenza del suo mandato come allenatore.
Le questioni sul tavolo sono altre: la difficoltosa conquista dell’agognato posto in Champion’s League, la perdurante incapacità del gruppo di esprimere un gioco efficace, il divario dalla capolista che si fa sempre più ampio.
E, come se non bastasse, l’amara considerazione che l’unico risultato positivo finora raggiunto, la qualificazione al prossimo Mondiale per club, è arrivata a causa dell’eliminazione delle dirette concorrenti dalla Champion’s.
Un successo frutto dei demeriti altrui, insomma. Del resto, quando non si gode di buona salute, l’unica consolazione possibile è affacciarsi alla finestra e constatare che sta diluviando.
Una giornata persa per tutti, in ogni caso. Non solo per chi è alle prese con una convalescenza faticosa.
Bollettino medico
A tastare il polso ai ragazzi del buon Max, stavolta, è il Genoa di Alberto Gilardino.
Uno che ha le sue radici a Cossato, provincia di Biella, un tiro di schioppo da Torino. Un ragazzo della curva bianconera più volte in predicato di indossare la divisa della sua squadra del cuore sia come calciatore che come tecnico.
La sua storia racconta, in seguito, di una carriera costruita su altri lidi, fino al picco del titolo al Mondiale 2006.
Seguita, poi, da una diligente gavetta in panchina fino al suo attuale incarico di responsabile tecnico del Grifone.
L’ex centravanti del Milan sta conducendo i suoi ad una salvezza tutto sommato tranquilla. E non gli dispiacerebbe compilare il bollettino medico sullo stato di salute degli avversari certificando la non ancora avvenuta guarigione.
Il che vorrebbe dire aver fatto risultato in casa dei rivali, mettendo a nudo i loro limiti. E’ una convalescenza faticosa.
Monotonia costante
Il mister genoano sa il fatto suo. Ed è consapevole che, per portare a casa almeno un punto, bisogna impostare una gara tutta attenzione e sacrificio.
Non che gli uomini di Allegri si dannino l’anima per complicargli il piano, intendiamoci.
La manovra della Juventus è, come al solito, di una monotonia costante, a tratti esasperante. Va bene che, al giorno d’oggi, va di moda parlare di costruzione dal basso e roba simile.
Ma, credetemi sulla parola, quando l’unica fonte di gioco è il lancio lungo dalle retrovie, quando il regista diventa, in pratica, il difensore centrale davvero non c’è nulla di buono da aspettarsi.
I ritmi compassati della mediana bianconera assomigliano ad una nenia infantile, tanto ripetitiva quanto insulsa.
E’ chiaro che non si può chiedere ad un ammalato di riprendere a correre di botto.
Ma ci si aspetterebbe almeno qualche timido passo di ripresa. E’ davvero una convalescenza faticosa.
Rimescolare le carte
A fare le spese di questa sterilità creativa sono sempre i soliti. Federico Chiesa, imbufalito dall’apatia dei compagni, si fa prendere dalla voglia di strafare e finisce per non azzeccare neanche un dribbling.
Inevitabile il suo avvicendamento con il turco Yildiz, uno a cui è toccato in sorte di togliere le castagne dal fuoco ad ogni ingresso in campo.
Il guaio è che neanche questo rimescolamento di carte riesce a smuovere l’altra vittima predestinata del grigiore generale, Dusan Vlahovic.
L’attaccante serbo, stufo di scatti a vuoto ed occasioni mancate di un soffio, si lascia prendere da una crisi di nervi e rimedia una sacrosanta espulsione. Avrà modo di riflettere a lungo durante la squalifica.
Cosi come Allegri sui possibili rimedi da adottare per superare una convalescenza faticosa.
Quale terapia?
Alla fine sul tabellone lampeggia, implacabile, un insipido zero a zero.
E non c’è neanche spazio per le recriminazioni, il Genoa non ha sottratto nulla.
La mancata vittoria della Juventus dipende esclusivamente dagli errori commessi dai ragazzi di Allegri.
Difetti di concentrazione, atteggiamenti superficiali, approcci poco adatti. Il mister toscano avrà il suo bel daffare per trovare l’antidoto giusto ai malanni del suo spogliatoio.
E molti dubitano che sappia scovare la medicina adatta per una terapia ricostituente.
O, quantomeno, adatta a contrastare una convalescenza faticosa.
(Foto: Depositphotos)