Angolo del tifoso
ANGOLO LAZIO – Quer pasticciaccio brutto delle dimissioni di Sarri (Lotito edition)
È inutile negare che le dimissioni di Sarri non abbiano lasciato strascichi nell’ambiente Lazio.
Già il gesto in sé può essere considerato un unicum, rinunciare allo stipendio della prossima stagione (4 milioni circa) è scelta rara, rarissima nel mondo del calcio.
La maggioranza dei tifosi si augurava che un profilo come Maurizio Sarri potesse coincidere con il famigerato salto di qualità societario tanto agognato: Nulla, niente, neanche per sogno.
In estate non si è provveduto a consegnare all’allenatore toscano una rosa all’altezza del triplo impegno: batteria di terzini da incubo – per caratteristiche e spessore tecnico – Milinkovic non degnamente sostituito, registi spesso adattati.
Se a tutto questo aggiungiamo una politica di rinnovi e adeguamenti contrattuali folle, il gioco è fatto.
Un organico scarico e demotivato – “stranamente” in Champions League la situazione si ribalta – senza un briciolo di continuità e con una classifica imbarazzante.
Da qui la decisione di Sarri di farsi da parte.
Un modo per dare una scossa, per cercare di svegliare un gruppo assopito, che nelle ultime settimane aveva rigettato in toto la gestione tecnica: modulo, allenamenti e persino i modi da burbero del mister.
Arriva il sergente di ferro
La società si attiva e in tempo record, per le tempistiche care dalle parti di Villa San Sebastiano, arriva Igor Tudor.
Il croato, scuola Gasperini-Juric, è considerato un sergente di ferro: allenamenti duri, nessun riguardo allo storico dei calciatori, ci si guadagna il posto con il lavoro, l’abnegazione e le prestazioni.
Amante del 3-4-2-1, con cui ha fatto bene a Verona e Marsiglia, può essere la giusta figura di rottura per azzerare tutto e ripartire.
Potrebbe passare alla difesa a 3 già dal primo impegno ufficiale, singolare vi chiederete, no?
“Come mai a un tecnico notoriamente integralista del 4-3-3 sia stata consegnata una rosa così eclettica da poter giocare con un modulo praticamente antitetico?”
È presto detto: del mercato si occupa Lotito in prima persona e le richieste dell’allenatore rimangono spesso, se non sempre, inascoltate.
Un presidente part-time, come da lui stesso raccontato, che si divide tra il Senato e la Lega calcio, lasciando alla Lazio le briciole del suo tempo.
Si riparte con un nuovo progetto sportivo, l’ennesimo bravo allenatore.
Solo il futuro ci darà se anche lui sarà sacrificato per demeriti altrui o si metterà nelle condizioni di dare il massimo.
Lo merita la gente laziale, lo ha sempre meritato.