Napoli
Il Napoli sta con Juan Jesus: la doppia iniziativa anti-razzismo
Dopo la notizia, arrivata in settimana, dell’assoluzione di Francesco Acerbi, accusato di insulti razzisti a Juan Jesus, il Napoli ha risposto sul campo prima del match contro l’Atalanta.
I partenopei, come annunciato, hanno deciso di non prendere parte alla campagna antirazzismo della Lega Serie A, decidendo invece di agire in autonomia con due iniziative.
L’intervento di Marco D’Amore
Per prima cosa è intervenuto l’attore Marco D’Amore, con un discorso a sostegno del difensore brasiliano e contro ogni forma di razzismo:
“Queste sono parole che vengono da lontano e recitano così. Troppo hanno visto i nostri occhi, troppo hanno udito le nostre orecchie, troppo hanno taciuto le nostre lacrime. Ma non è questo il tempo dell’indifferenza, della non curanza. Napoli, fai sentire la tua voce, senza vergogna e senza paura. Diciamo insieme ‘No al razzismo’”.
La squadra inginocchiata
Poi, poco prima del fischio d’inizio, i calciatori azzurri si sono inginocchiati, replicando il gesto reso noto dalla campagna Black Lives Matter, mostrando ulteriormente vicinanza al loro compagno di squadra dopo quanto accaduto domenica scorsa.
Un messaggio forte da parte della squadra partenopea, che ha ribadito quanto scritto nel comunicato diramato dopo la sentenza.
Il comunicato del Napoli
Questa la nota pubblicata dalla società partenopea:
“Il signor Acerbi non è stato sanzionato.
A questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza.
Restiamo basiti. Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione?
Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla “giustizia” sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti”.
Infine, l’annuncio dal club partenopeo.
“Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”.
(Foto: Depositphotos)