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Mario Gila alza il muro: è lui il nuovo pilastro della Lazio

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Lazio Olimpico
Tempo di lettura: 3 minuti

Che sia difesa a tre o quattro, che l’allenatore sia Sarri o Tudor, una delle poche certezze in casa Lazio è rappresentata senza dubbio dal difensore Mario Gila.

Lo spagnolo, arrivato in sordina e con diversi dubbi sul suo conto, si è guadagnato meritatamente il posto da titolare a suon di buone prestazioni e adesso i biancocelesti stanno raccogliendo i frutti dell’investimento fatto quando, nell’estate del 2022, fu acquistato dal Real Madrid per sei milioni di euro.

Andiamo a ripercorrere il cammino dello spagnolo, dall’arrivo nella capitale fino alle ottime prove recenti.

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L’arrivo a Roma

Mario Gila è uno dei primi colpi della Lazio nella sessione estiva 2022, rinforzando il reparto difensivo a disposizione di Maurizio Sarri. Arriva a titolo definitivo dal Real Madrid, per sei milioni di euro, il 12 luglio 2022.

Non ci mette molto a scendere in campo, esordendo il 31 agosto contro la Sampdoria, subebtrando al posto di Romagnoli, e giocando per la prima volta da titolare pochi giorni dopo, l’8 settembre, in Europa League, contro il Feyenoord.

La prima stagione

Nel complesso la sua prima stagione risulta essere di poco conto. Gioca perlopiù in Europa League, dove totalizza cinque presenze nelle sei gare del girone, e poi in Conference League, come tre presenze. Per il resto mette a referto appena ottantasei minuti in campionato in tutta la stagione 2022/2023, spalmati in quattro gare da subentrato contro Sampdoria, Cremonese, Spezia e Juventus.

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Da sottolineare comunque come, in queste varie prove, venga impiegato in diverse posizioni, dal centro destra (suo ruolo naturale) al centro sinistra e, addirittura, terzino destro.

Ciò ne dimostra la grande duttilità che in più di un caso nel corso di questa stagione è servita ai biancocelesti per far fronte alle assenze e alle varie necessità.

La seconda stagione

La grande occasione per Mario Gila arriva in questa stagione, la seconda con la maglia della Lazio. Lo spagnolo sfrutta i vari infortuni, su tutti quello di Romagnoli, e le scarse prestazioni di altri compagni, come per esempio Casale e Patric, per diventare titolare inamovibile della Lazio.

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Dalla tredicesima giornata in poi, quando l’infortunio di Romagnoli ha costretto Sarri ad impiegarlo, Gila non ha più perso il posto, saltando appena due partite, di cui una per squalifica.

Stessa cosa è accaduta in Champions League dove, dopo aver saltato le prime quattro gare, ha giocato da titolare contro Celtic, Atletico Madrid e Bayern Monaco.

Non male per un giocatore partito ampiamente dietro nelle gerarchie.

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La duttilità di Mario Gila

Se ne è ampiamente parlato già nei paragrafi precedenti ma questo punto merita un paragrafo a parte tutto per sé. Una delle maggiori qualità di Mario Gila è la sua duttilità, che mette a disposizione dei suoi allenatori e che lo rendono un giocatore ambito dai vari tecnici.

Anche contro la Juventus, messo in un nuovo sistema a lui perlopiù estraneo, quello della difesa a tre, si è reso protagonista di una prestazione di altissimo livello, raggiungendo l’apice con quell’intervento perfetto con il quale ha strappato palla a Moise Kean.

Le qualità

Proprio nell’intervento appena citato su Moise Kean ha messo in mostra una delle sue qualità maggiori: la velocità.

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Il recupero sull’attaccante in campo aperto gli permette dunque anche di spingersi in avanti senza aver paura di concedere metri all’avversario. L’esplosività delle gambe lo aiuta nello stacco di testa che lo fa tenere testa, nonostante il suo metro e ottantacinque, anche ad attaccanti che superano il metro e novanta.

Che sia braccetto nella difesa a tre, difensore centrale o addirittura terzino, Mario Gila non ai sottrae alla chiamata del proprio tecnico, buttando sudore e impegnandosi per la maglia in ogni singolo momento in campo.

E questo, per un allenatore e per una tifoseria, è il pregio più grande di tutti.

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(Foto: LBDV)

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