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Tre cose su….Benevento – Juve Stabia

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Juve Stabia Serie C
Tempo di lettura: 3 minuti

Tre cose su…Benevento – Juve Stabia.

DI SOLE E D’AZZURRO

Sole e cielo azzurro sembrano proprio sorridere a 400 denti a Castellammare di Stabia da questa mattina.

Juve Stabia in B con tre turni di anticipo e con un’alternanza di fisicità e gioco a due tocchi (visto solo in tre azioni stasera, che stavano per risultare decisive) che, con obiettività, l’ha resa la migliore del girone C, quello delle squadre di C del Sud Italia.

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E’ questo aspetto che, forse, ha più meravigliato del big-match serale col Benevento di ieri sera. Per essere la seconda miglior difesa di tutti e tre i gironi, con solo 20 reti subite fin qui, devi anche dimostrarlo sotto tutti i tipi di clima.

Ha dimostrato, Pagliuca, di poter utilizzare anche una duttilità tattica non indifferente, adeguata a seconda dell’avversario e della situazione.

Non a caso, con le truppe d’assalto del Benevento (ad esclusione di Starita, apparso abbastanza spento e poco incisivo) ha disposto una difesa a tre che ringhiava le caviglie ad uomo con Andreoni, Bachini e Bellich, ma anche con i centrocampisti centrali Buglio e Leone.

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Commettendo spesso anche entrate da dietro dolorose (direzione pessima dell’arbitraggio, da questo punto di vista, che non ha soffocato questa metodologia, scientificamente pensata, nella culla, ma l’ha consentita per tutto il tempo).

Una scelta indovinata, quella del tecnico toscano, che ha consentito agli stabiesi di non scoprirsi troppo, prestando il fianco alle folate di vento offensive dei giallorossi, che hanno provato a pungere in due nitide occasioni nel primo tempo con Improta e Perlingieri.

DI STREGHE E DI LUPI

Il Benevento sicuramente non ha sfigurato al cospetto della capolista.

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I giocatori c’hanno messo cuore e cervello per provare il colpo gobbo, ed anche generosità assoluta nel recuperare palloni e nel mettersi a disposizione della squadra (vedere, per esempio, un genio creativo come Ciciretti fare il terzino destro, non può che fargli meritare tutti gli applausi possibili e immaginabili).

Le prossime ed ultime tre gare saranno decisive per la composizione della griglia dei play-off.

E si comincia lunedì prossimo con il peggior cliente possibile per i giallorossi.

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Miglior attacco della stagione con 60 reti realizzate, secondo posto condiviso a 63 punti e una rivalità storica e infinita.

E’ lAvellino, l’eterno e storico rivale del Benevento in campo e fuori.

Adesso è lì e a 5 punti di distanza, tra loro, c’è anche la Casertana.

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Sarà mischia furibonda tra ben tre città campane.

Gli spunti di riflessione potrebbero essere tanti.

Uno su tutti. All’andata i lupi irpini espugnarono Benevento, ma, seppur alle spalle della Juve Stabia, non erano le squadre sottotono dello scorso dicembre.

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Mesi dopo si sono rinforzate, hanno condotto una seconda parte di stagione assolutamente ottima, si equivalgono come forza difensiva (attualmente poco da serie B), mentre gli attacchi sono tirati a lucido.

Sarà per entrambe la partita delle partite di questa stagione.

DI ECLISSI E DI TRAMONTI

Il finale di partita non può non essere menzionato tra le cose che non dovrebbero mai e poi mai accadere.

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La Juve Stabia, forse, non era sicurissima di riuscire a mantenere lo 0-0 e voleva chiudere il discorso promozione ieri sera.

Un collaboratore dello staff tecnico, dalla panchina, probabilmente in preda ad una frenetica adrenalina (ma non deve essere una giustificazione) ha allontanato il pallone in gioco.

Parapiglia generale che rischiava di mandare in vacca una partita che non aveva avuto nessuno spiacevole episodio di violenza fisica e verbale né in campo, né fuori (oddio, forse qualche coro volgare era da censurare, però finchè si rimane recintati negli sfottò, quello fa comunque parte del gioco tra le parti) fino a quel momento.

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Poi, sedato il trambusto, quel collaboratore, insieme ad un altro delle Vespe, ed un altro della panchina del Benevento, sono stati allontanati dal direttore di gara.

Conseguentemente a ciò, in tribuna stava per accadere la stessa cosa per qualche parola di troppo volata fuori.

Ciò che gli addetti ai lavori per primi, spesso, non capiscono o non vogliono capire, riguarda il fattore determinante che chi è protagonista in campo è quello che deve sempre dare per primo, il buon esempio di correttezza dei comportamenti, di civiltà negli atteggiamenti.

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Se l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive aveva segnalato il match come a rischio di scontri tra le tifoserie, chi sta in campo non può, con le sue scelte (seppur fatte istintivamente a caldo in una frazione di secondo di quel momento) far finta di niente e girarsi dall’altra parte, facendo spallucce, lasciando quasi intendere che quelle sono questioni che non devono riguardare o interessare chi deve contendersi i 3 punti di una partita.

Sarebbe doppiamente irresponsabile questo modo di pensare.

L’eclissi della saggezza, il tramonto del buon senso.

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(Foto: Depositphotos)

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