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ANGOLO BOLOGNA – Il canto delle sirene

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Zirkzee Bologna
Tempo di lettura: 2 minuti

Aggiunto un altro tassello lunedì sera nella splendida cornice dell’Olimpico davanti a 3000 bolognesi, che si sono inebriati della splendida vittoria dei ragazzi di Thiago Motta, il Bologna si avvicina alla partita con l’Udinese cercando la giusta concentrazione che gli possa permettere di continuare a inseguire il suo sogno.

IL CANTO DELLE SIRENE

Non mi soffermo questa volta sulla partita passata o su quella futura, come fossero parte di un racconto di Dickens, ma sulla continua litania che si ode provenire dalle più importanti testate sportive del paese che assomiglia molto al canto delle sirene.

Un canto, che come sottolineato dall’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, il quale parlando a radio serie A ha detto “ basta con le voci di mercato, sentire i nostri giocatori continuamente accostati ad altre squadre mi da fastidio, ma non credo li stia influenzando” è diventato quantomeno stucchevole.

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IL MERCATO DEL RISPETTO

Assistiamo quotidianamente a prime pagine dove, per fare un esempio, Joshua Zirkzee cambia maglia tutti i giorni per la prossima stagione con offerte che fanno sorridere per la fantasia con le quali sono formulate e non tengono conto della reale forza della società di Saputo.

Una vera e propria mancanza di rispetto verso una società sana, che propone una filosofa di calcio sia sul campo che nei bilanci che dovrebbe essere presa a modello mentre invece viene semplicemente considerata come il prossimo supermarket da svaligiare a ipotetici prezzi da discount o a baratti dal sapore medievale.

Un rispetto che in questi anni la società si è guadagnata pagando i propri errori di scelte di giocatori e direttori sportivi, superando il Covid, rimanendo al fianco di un allenatore colpito da una gravissima malattia che lo ha portato alla morte (ricordiamoci anche li come venne trattata per poi non ricevere le adeguate scuse da una certa stampa) e che invece ancora oggi viene vista quasi come un fastidio e non come una boccata d’ossigeno in un calcio sempre meno vero.

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Lunga vita alle società dei Saputo, dei Percassi e dei Commisso

(Foto: Depositphotos)

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