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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – Picco 2 – Venezia 1

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D'Angelo Spezia
Tempo di lettura: 2 minuti

Lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo e riesce a salvarsi battendo il Venezia in rimonta.

Il Venezia si giocava la promozione in A, ma ha trovato davanti a sè un muro di maglie bianche. Il Picco pieno come un uovo e cattivo come ai vecchi tempi, è artefice dell’ennesimo miracolo da raccontare ai posteri.

Ci credevano i veneziani, specie dopo il vantaggio all’alba della partita.

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La reazione nervosa e tecnica degli aquilotti è stata strabordante e commovente nello stesso tempo. Nell’aria si respirava un mix di sentimenti opposti.

La paura di non farcela, la rabbia di chi voleva mangiarsi il pallone a morsi hanno lasciato il posto all’adrenalina che solo uno stadio come il Picco può trasmettere.

C’erano tutti a spingere e tifare ognuno a modo suo. Vecchi, giovani, bambini anche troppo piccoli per rendersi conto di essere capitati nell’anticamera di un inferno dantesco.

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COME DAL DENTISTA

I lagunari, che hanno giocato la ripresa sotto la Ferrovia, avevano la faccia di chi va dal dentista per togliersi un dente.

Per una ventina di minuti lo Spezia ha trapanato la difesa veneta con le continue percussioni di Elia. Pio Esposito riesce a squarciare il velo del tempio con un tiro che muore là dove nessuno poteva arrivarci e in un secondo si trova sotto la curva come in un abbraccio liberatorio con la sua gente.

Per quindici minuti il campo sembra inclinarsi, ogni palla rotola in direzione delle fauci della Ferrovia. Nagy ed Esposito sono ovunque.

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NORMANDIA

Sembra lo sbarco in Normandia. Per uno che cade ne arriva subito un altro a rintuzzare l’assalto.

L’area del Venezia è piena zeppa di maglie bianche. Una di queste emerge e arpiona in porta un fendente di Elia, l’ennesimo, che butta giù tutto. Per un minuto, nessuno sa più dove si trova o chi sta abbracciando.

Il nome del marcatore, Reca, lo svela La  Valle, lo speaker di mille battaglie. E per dieci volte lo fa ripetere a tutti, affinchè il tutto resti impresso nella memoria.

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GRAZIE LUCA

I minuti finali e soprattutto il recupero infinito sono la puntura di spillo di un’altra medaglia da apporre sul petto.

Non è quella di una promozione ma è altrettanto degna di essere festeggiata. Grazie a tutti i ragazzi e soprattutto al signore che li ha guidati dalla panchina: Luca D’Angelo.

Dopo Vignali abbiamo un altro Luca da mettere sul tabernacolo, con o senza maglioncino portafortuna.

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(Foto: Depositphotos)

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