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Toma: “Quando lavoravo insieme a Conte, era impressionato dalla piazza di Napoli”

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Antonio Conte Napoli
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Antonio Toma, allenatore e vice di Conte all’Atalanta, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC per parlare della sua esperienza con il tecnico

Antonio Toma, allenatore e vice di Conte all’Atalanta, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC per parlare della sua esperienza con il tecnico

Di seguito le sue parole:

Che ne penso di Conte in questo Napoli? Lui all’estero non andrà più. Vuole rimanere in Italia. Le piazze importanti da allenare sa bene quali sono. Ci sono Napoli, Roma e Milan. Non penso ad un ritorno alla Juventus. Il Napoli è una piazza, ai tempi dell’Atalanta ne parlavamo sempre io e Conte, era impressionato.

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Conte è in grado di arrivare e cambiare la testa ai giocatori. Io sono stato due anni con Conte, l’anno del Bari e quello dell’Atalanta. Faceva sempre la difesa a 4 ed era perfetta. È maniacale sulla difesa, in Italia ancora ci devono arrivare, ma lui sta proprio avanti. Nelle prime partite fece 15 punti, poi ci fu un episodio che cambiò il suo percorso, io gli dissi di andare via perché non c’era modo di continuare all’Atalanta. Era caparbio, voleva andare avanti, ma si mise contro di lui Doni, cosa che non dovrei dire. Poi mi disse che avevo ragione. Conte è in grado di subentrare in una squadra e cambiare la testa ai calciatori, basta guardare Lukaku al Chelsea e all’Inter.

Conte non è un allenatore che dice “voglio allenare per forza i top player”, perché molti che ha avuto non erano top player, in molti solo lui ci credeva. Esiste una materia che si chiama visione selettiva, possiamo guardare la stessa partita, ma Antonio Conte la vede in un altro modo. Andammo a giocare a Piacenza, vincemmo la partita e disse di essersi innamorato di un giocatore del Piacenza. Era Nainggolan, era un giocatore di cui nessuno parlava. In 90 minuti lo aveva visto. 

Se potrei essere io il suo vice a Napoli? Non fatemi fare troppi salti. Giuntoli mi ha inseguito per 5 anni, ma io ero in categorie superiori. Mi ha sempre seguito. Con Antonio Conte ci andrei di corsa, ma non siamo stati mai amici nella vita. Parlavamo solo di lavoro e basta. Poi sono stato io a dire che volevo andarmene, provando ad andare da solo, un esperimento sbagliatissimo. Ho allenato tutte le categorie solo per togliermi soddisfazioni”.

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