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Angolo del tifoso

ANGOLO INTER – È solo la prima

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Inter Thuram
Tempo di lettura: 2 minuti

Com’era bella la pausa estiva.

Ironia a parte, non poteva che cominciare con emozioni forti il campionato dell’Inter campione d’Italia.

Tra dormite colossali, occasioni sprecate, gol annullati e capovolgimenti, Genoa-Inter è una bellissima partita, vietata ai deboli di cuore.

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La prima dormita

Nonostante un inizio leggermente migliore da parte della squadra di Inzaghi, è il Genoa ad andare avanti dopo venti minuti.

La rete del vantaggio rossoblù è frutto di una punizione regalata dai nerazzurri, sulla quale un colpo di testa innocuo mal calcolato da Sommer permette a Vogliacco, dimenticato da Bisseck, di avventarsi.

Da due passi il difensore genoano non perdona e l’Inter va subito sotto, con la partita che si rivela in salita.

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La reazione di Thuram

Prima del fischio finale dei primi quarantacinque minuti, l’Inter reagisce e anche molto bene.

Una palla come al solito perfetta di Barella in mezzo trova la testa di Marcus Thuram.

Il numero 9 nerazzurro fa proprio il numero 9 e fa gridare di gioia il settore ospiti con un anticipo da attaccante vero, che vede il pallone finire all’angolino, imparabile per Gollini.

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È un gol che cambia la partita, e il secondo tempo ne è un’evidente dimostrazione.

Dominio nel secondo tempo

Nella ripresa l’Inter domina, attaccando, creando, facendo un gol annullato per fuorigioco e poi arrivando anche a trovare il vantaggio.

L’Inter dall’ora di gioco in poi è totalmente sbilanciata all’attacco, con ben tre punte in campo, e anche se comporta molti rischi questa mossa di Inzaghi vale il vantaggio.

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A trovare il 2-1 è Thuram che, sul filo del fuorigioco, viene servito da Frattesi e con un tocco morbido batte di nuovo l’ex portiere di Napoli e Fiorentina.

Purtroppo non è il sigillo definitivo sul match.

La beffa finale

Sì perché un’altra dormita da parte di Bisseck, autore per il resto di una buona gara, macchia l’esordio dell’Inter in maniera irreparabile.

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Il tedesco allontana di testa un pallone messo dentro, o almeno ci prova visto che in realtà la tocca prima con la mano, con il braccio troppo largo e l’arbitro, dopo consulto al var, indica il dischetto.

Sommer para, ma non basta: sulla respinta Messias si fa perdonare per l’errore dagli undici metri e segna il gol del 2-2.

È l’ultimo vero sussulto, nonostante ci siano altri quattro minuti di recupero dopo il rigore.

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È solo la prima, nel bene e nel male.

(Foto: Depositphotos)

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