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Esonero De Rossi, adesso spegnere gli incendi non sarà facile

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De Rossi Roma
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La ripartenza, dopo aver preso la squadra in corsa alla 21a giornata ed essere arrivato sesto in campionato con il quarto miglior attacco e in semifinale in Europa League (battendo il Milan di Pioli), non è stata il massimo dopo quattro giornate, ma l’impressione è che l’esonero di De Rossi arrivi troppo presto.

Dai racconti metropolitani godibilmente satirici dalla Bufalotta alle memorabili cronache passo passo, secondo per secondo, km per km del percorso che il Daniele, nazionale e giallorosso, faceva per recarsi a Trigoria, per i tifosi, soprattutto, si era realizzata una favola.

Quella di un uomo-simbolo e gladiatorio della Roma per oltre 20 anni, mai rinunciatario a lottare in campo, che aveva preso il timone della nave per guidarla dalla panchina.

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E, come tutte le fiabe che si rispettano, specie se il contratto era triennale proprio perché in fase di programmazione il progetto lo si stava costruendo, aveva bisogno dei suoi tempi per l’eventuale lieto fine.

E di tempo a De Rossi, oggettivamente, ne è stato concesso troppo poco.

Alla proprietà a stelle e strisce questo inizio balbettante di tre pareggi e una sconfitta non deve essere andato giù. Ma essere già condannati all’esonero dopo appena quattro partite è come lasciare il proprio ragazzo o la propria ragazza dopo quattro giorni di convivenza: deve succedere qualcosa di veramente grave per prendere una decisione del genere così drastica. Non che non sia accaduto niente niente in queste prime settimane di campionato.

Ma i rapporti deteriorati con la Ceo della Roma, che ha di fatto gestito l’intero calciomercato giallorosso, e con più di un giocatore (leggere il caso Cristante, uscito fuori dallo spogliatoio da una gola profonda: chi ha giocato a calcio sa perfettamente che le cose che succedono nella Las Vegas degli allenamenti restano a Las Vegas), se da una parte sono segno di un’avaria interna già in atto, che forse però riguardava De Rossi fino ad un certo punto, dall’altra non possono aver determinato a tal punto, e all’improvviso, una rottura e una cacciata dall’Eden.

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Dove adesso non resterà che lavorare punto e daccapo, con il sudore della fronte. E, per chiunque sarà il nuovo tecnico della Roma, in questa situazione non sarà affatto facile spegnere gli incendi dei malumori e dei mal di pancia. Ancora più difficile si presenterà l’ottenere che ciascuno porti, nella zona bruciata, un proprio abbondante secchio d’acqua.

(Foto: Depositphotos)

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