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Pagliara: “Buongiorno è una perla rara: nessuno ha le sue qualità nel calcio moderno”

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Buongiorno Torino
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Ai microfoni di Radio Capri, durante il programma “Bordocampo” è intervenuto Mario Pagliara, giornalista de “La Gazzetta dello Sport” 

Ai microfoni di Radio Capri, durante il programma “Bordocampo” è intervenuto Mario Pagliara, giornalista de “La Gazzetta dello Sport”

Di seguito le sue parole:

Torino che sorprende: primo in classifica tutto solo: ci possiamo aspettare anche qualcosa in più?

Potrei rispondere che il bello deve ancora venire. Il Torino è la grande squadra rivelazione di questo inizio di stagione, e di queste prime 5 giornate di campionato. Aggiungo che è meritatamente in testa al campionato dopo queste prime 5 partite: è ancora imbattuto, ha 11 punti frutto di 3 vittorie e due pareggi. Soprattutto è una grande promessa di bel gioco.

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Conosciamo Vanoli, lo abbiamo visto nella sua esperienza veneziana. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul Torino in estate, quando veniva “deturpato” dei suoi pezzi migliori. Oggi Cairo, simpaticamente, sui social, ha detto “Salutate la capolista”: che Torino é? Paolo Vanoli ha già plasmato la squadra secondo le sue idee?

Purtroppo devo dissentire con la tua analisi: Paolo Vanoli non lo conoscevamo affatto. Ha 52 anni ma è un esordiente in serie A. E’ stata la grande scommessa vinta del Torino e, soprattutto, di Urbano Cairo. E’ stata una grande scommessa ed è stata la capacità di cambiare rispetto alla programmazione dell’ultimo triennio e questa è stata la mossa vincente che permette di far godere i tifosi di un Torino che gioca bene al calcio: con idee, impostazione, filosofie, concetti. Sottolineo che è meritatamente in testa al campionato.

Dal mio punto di vista, il primato del Torino nasce soprattutto da due elementi: il primo, di cui ho già parlato, riguarda la scelta coraggiosa e lungimirante della proprietà di scegliere l’allenatore giusto al momento giusto. Un allenatore che non conosceva nessuno e lo sottolineo. Perché prima di Torino non aveva neanche una panchina in serie A. Aveva vinto i playoff con il Venezia. Ma in serie A era assolutamente sconosciuto al grande pubblico.

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Il secondo punto è stato quello di conservare e costruire una rosa che questa volta è stata più completa rispetto a quella dello scorso anno. Ma anche di far partire e permettere a due calciatori, nella fattispecie Alessandro Buongiorno e Raul Bellanova, che volevano legittimamente confrontarsi con palcoscenici differenti, in altre realtà. Il Presidente Cairo ha sempre detto che i calciatori che hanno voglia di andare via, non vanno trattenuti. Quindi, per me, bene ha fatto ad agevolarne l’uscita.

Ma contestualmente il Torino ha acquistato dei giocatori veramente importanti. Ne cito soltanto due su tutti: Saul Coco, difensore rivelazione di questo inizio campionato, e Che Adams, attaccante scozzese, che ha già segnato due gol in cinque partite che hanno fruttato ben 6 punti: perché sono stati gol decisivi. Sia contro l’Atalanta che l’altra sera a Verona. Aggiungiamo anche che l’organico, al di là delle cessioni di chi voleva andare, come ho detto prima, è stato completamente mantenuto. Il Torino è questo: la programmazione parte da lontano ed è fatta di scelte intelligenti e lungimiranti. Che hanno rispecchiato gli investimenti sul mercato: un giocatore come Coco, tradotto in soldi, è stato un investimento globale, superiore ai 15 milioni di euro.

Rimanendo a Torino, ma spostandoci nella sponda bianconera: è il Napoli che ha strappato un punto alla Juve o è stato il contrario?

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Non ho avuto il tempo di vedere interamente tutta la partita. Perché ero ancora a Verona. Sabato pomeriggio stavo rientrando. Ho visto gli highlights: le occasioni migliori o, per meglio dire, le uniche occasioni della partita le ha avute il Napoli. Ha perfettamente ragione Antonio Conte. Chi ha visto la partita -e sono persone di cui mi fido- ha raccontato di una partita tatticamente interessante. Molto bella. Tatticamente equilibrata. Ma la bilancia delle occasioni pende dalla parte del Napoli.

I duelli annunciati Kvara-Savona, Lukaku-Bremer, Vlahovic-Buongiorno, sono stati vinti dai difensori. Proprio su Buongiorno ti chiedo.Tu lo conosci benissimo: già è al massimo oppure può ancora migliorare e possiamo aspettarci ancora di più, nonostante un inizio di campionato stratosferico?

Alessandro Buongiorno è una perla rara nel mondo del calcio. Faccio questa premessa perché lo conosco da quando era bambino, anzi ragazzino. Ha costruito la sua carriera su una serietà, di un livello assurdo per la sua età. Ho sempre detto ad Alessandro che è stato un giovane vecchio per la sua serietà. Questa è stata la sua forza. E’ un ragazzo di una intelligenza estrema e di una serietà assoluta.

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Queste due qualità non sono così diffuse nella generazione di calciatori contemporanei. L’allenatore che ha la fortuna di trovarsi un ragazzo, oggi di 25 anni, così intelligente, serio e applicato, è veramente fortunato. A questo bisogna aggiungere anche una elevata attitudine difensiva. Io credo che Alessandro oggi rappresenti la più antica e la migliore tradizione dei difensori italiani. Alessandro è un difensore senza fronzoli. Un difensore solido. Di stampo italiano.

Dal mio punto di vista mi sbilancio un pò: non comprendo perché non abbia sia ancora titolare in questa Nazionale. Con Spalletti. Non l’ho compreso all’Europeo, né alla Nations League. Perché oggi lui, Bastoni, e Calafiori, dal mio punto di vista, anche con caratteristiche diverse, perché Calafiori ha caratteristiche diverse rispetto a Buongiorno e Bastoni, rappresentano il meglio dei difensori del calcio italiano.”

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