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Tre cose su….Benevento – Foggia

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Benevento
Tempo di lettura: 2 minuti

E’ fin troppo facile parlare bene di una squadra che punta all’alto dei cieli e serve un poker di reti ad un’altra che punta a togliersi dal basso della polvere. Non è però difficile trovare anche i punti di debolezza del vittorioso Benevento, primo in regata solitaria dopo cinque giornate di C, e quelli di forza di un baldanzoso (almeno nel primo tempo) Foggia.

Notti magiche per i giallorossi

Oukhadda, in meno di dieci minuti, trova il vantaggio. Dopo altri dieci minuti, è il prolifico Manconi a realizzare il raddoppio.
Più tardi i due rigori di Manconi e Lanini a chiuderla definitivamente.

Ma in mezzo, canterebbe Niccolò Fabi, c’è tutto il resto. Tutto il resto, al netto indubbiamente di difficoltà di assetto tra i reparti, sono i provvidenziali interventi difensivi di Berra, Prisco e Nunziante.
Prestazioni con la P maiuscola che eclissano non poco gli stessi autori dei gol. Berra, diventato capitano, si trova a proprio agio nella posizione di difensore centrale: guida, coordina, mette una pezza quando occorre, allunga con efficacia la gamba una volta in più per evitare pasticci.
Reattore nucleare. Prisco sguscia e viene fuori dalle sue improvvise geometrie. Il vantaggio è innescato da lui e cresce partita dopo partita. Canguro.

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Nunziante, non ancora maggiorenne, alla sua prima presenza da titolare in serie C, non ha sfigurato, anzi. Il Benevento si è dimostrato superiore al Foggia, ma il golden boy giallorosso  ha tenuto banca e tenuto a galla i suoi nel primo tempo in tre occasioni d’oro dei foggiani. E’ stato monumentale sul rigore respinto su Emmausso che, se fosse entrato, avrebbe cambiato, con ogni probabilità, la storia dell’incontro e nel finale di gara, sempre sul 90 rossonero.

Notte magica.

Notti da incubo per i foggiani

Nel primo tempo si sono dati da fare, hanno resistito e combattuto, si sono gettati in avanti. I pugliesi hanno pizzicato più d’un nervo scoperto della Strega, ne hanno aperto qualche ferita. Ma la magia della serata, e la bravura dei difensori, ha riparato a danni strutturali arretrati ancora presenti, forse dovuti anche ad una troppa leggerezza e superficialità in alcune fasi del match.

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C’è un bel pò di merito anche del Foggia di Brambilla? Sicuramente. Ma l’arsenale avanzato dei giallorossi e il livello sopraelevato di difensori e di Nunziante hanno evitato il peggio, scacciando negli incubi il Foggia. Gargiulo, Mazzoni, Emmausso e Zunno sono i motorini dai quali provavano a partire le reazioni.

Che finivano o con l’incepparsi avvolti da un’insolita sfortuna nel mare di settembre o con lo sbattere contro le onde beneventane. Molto male.

Ma molto bene, se i pugliesi si convincono di dover e poter ripartire da autentiche certezze, che rischiavano di farlo saltare il banco già scritto dei padroni di casa.

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Sogni possibili

Benevento indubbiamente da rivedere nella fase della gestione del vantaggio, Foggia poco incisivo mentalmente e fisicamente nella reazione.
Faranno campionati diversi. Ma hanno nella spregiudicatezza, unita alla prudenza, un punto di forza comune. Se il Foggia avesse messo dentro la palla del rigore, la squadra di Auteri probabilmente avrebbe vinto lo stesso, ma spendendo energie e sofferenza sicuramente maggiori.
Può consolarli il fatto che le carte dell’attacco sono più stabili, solide e continue nel segnare rispetto allo scorso campionato. E questo, nella mentalità di Auteri che ha preso forma non è importante, ma assolutamente fondamentale.
Quattro vittorie consecutive e una sconfitta iniziale per i giallorossi.
Sono carichi a pallettoni e, pensando ad alcuni assenti di livello che sicuramente andranno ulteriormente a migliorare lo status tecnico della squadra, sognare la promozione diretta alla serie B non sarà affatto proibitivo.

(Foto: Depositphotos)

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