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Il calcio, gli ultras e la criminalità organizzata

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Il calcio, gli ultras e la criminalità organizzata: il caso di Inter e Milan.

Violenza, razzismo e scandali è ciò che caratterizza il calcio italiano ormai da anni. Il gioco più bello del mondo sta morendo per mano stessa di chi ritiene di amarlo. Viviamo l’epoca peggiore, e non mi riferisco ai risultati di campo sarebbe veramente troppo banale, ma c’è di mezzo l’attendibilità di un sistema che ormai rappresenta tra le imprese più grandi del nostro paese. Credibilità, ormai minima, che giorno dopo giorno continua a diminuire a causa di ignobili atti compiuti da tifoserie marce fino al midollo, di uomini corrotti che raggiungono il potere.
Avvenimenti vomitevoli per chi segue spensieratamente questo sport che progressivamente stanno allontanando sempre più i ragazzi e le ragazze.

Un’atmosfera surreale

Che bello quando si andava allo stadio per godersi uno spettacolo, la partita di calcio, e  il pubblico ne era la cornice mozzafiato. Quando stare sui gradoni era una valvola di sfogo positivo per chi affrontava la settimana, per chi lottava quotidianamente per l’ambizione sociale cercando di emergere.
Adesso invece il campo è teatro di insulti, palcoscenico di risse che molto spesso hanno condotto alla morte, spezzando giovani vite.

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Tra i problemi che maggiormente affliggono il nostro paese c’è sicuramente la discriminazione verso il diverso, come se facesse effettivamente la differenza il colore della pelle o l’appartenenza ad un determinato paese. Il razzismo è sempre più una piaga del nostro paese e il calcio, non di meno, continua ad essere un mezzo per alimentare odio.
Tutto questo sta conducendo alla creazione di una forma mentis grave che si consoliderà sempre più in futuro se non si interviene con forza ora.

Sempre più ultras e meno tifosi veri

Etimologicamente il termine ultrà è (rectius: era) utilizzato nel linguaggio politico con il significato di oltranzista, estremista, sia di destra sia di sinistra.

Nel linguaggio sportivo, invece, allude ad un fantomatico “tifoso” appartenente ad un gruppo organizzato, un individuo facente parte di un branco che ha come obiettivo creare confusione, pavoneggiando la sua resistenza avverso lo Stato.
Ma ci rendiamo conto? Come si può essere fieri di appartenere ad un tale “ordine”? Invece questo modus operandi di tifare per se stessi, mascherandosi dietro una squadra di calcio, è sempre più presente nella mente dei giovani, sostenuti da chi i propri reati e le proprie condanne le ha già collezionate, come se fossero ambiti trofei.

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Avvenimenti come quelli verificatisi, nel gennaio 2023, sull’A1 tra ultras del Napoli e della Roma sono la rappresentazione dello schifo che quotidianamente ascoltiamo in televisione oppure leggiamo sui giornali. Uomini contro uomini, armati di bastoni, pietre, pronti a farsi la guerra.

La criminalità organizzata come Mangiafuoco con i suoi burattini

Come evidenziato poc’anzi, nelle curve degli stadi non c’è solo la vera passione calcistica, sottotraccia si muove la criminalità organizzata con i suoi vigliacchi e sprucidi interessi. Nel 2017 il rapporto dell’Antimafia ha fatto emergere considerazioni inquietanti sulle infiltrazioni e purtroppo tutte le società, chi più chi meno, ne sono vittime.
Un’infiltrazione resa possibile, si legge nel lungo dossier, anche grazie all’anarchia nella gestione degli spazi rispetto ai criteri di assegnazione dei posti.

All’interno del territorio stadio le frange del tifo organizzato violento agiscono con modalità che riproducono il metodo mafioso, cioè utilizzare la forza intimidatrice del vincolo associativo e la condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva.
Metodo che, come fatto da “Cosa Nostra”, ha creato un fitto reticolo di “soldati”, plagiando la mente alla maggioranza degli stessi.

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L’immagine che riassume alla perfezione questo stile quella di Mangiafuoco con i suoi burattini nel recente film di Guilhermo del Toro.

La criminalità organizzata lombarda e il calcio

Anche la criminalità organizzata lombarda punta sempre di più verso gli spalti, vera e propria “porta d’ingresso” per avvicinarsi alle società: secondo il Gafi, il Gruppo di azione finanziaria internazionale, il mondo del calcio da un lato “offre opportunità di ripulire denaro sporco”, facendo leva sui suoi bisogni di natura finanziaria, dall’altro consente di “conseguire consenso sociale all’interno delle tifoserie”.

Uno degli schemi di riciclaggio più ricorrenti in questo settore è l’acquisto di club in difficoltà economiche: i più a rischio, per via dei minori controlli, sono quelli delle serie minori.

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Lo scandalo del 30 settembre 2024: blitz contro ultras di Milan ed Inter

Milan

(DepositPhotos)

Inter Serie A

(Foto: Depositphotos)

Il 30 settembre sono state eseguite diverse ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni nei confronti di membri di un’organizzazione criminale legata alle frange ultras delle tifoserie di Inter e Milan. L’indagine ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione mafiosa radicata nelle tifoserie ultras delle due squadre milanesi.

Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero sfruttato il loro ruolo all’interno dello stadio per commettere vari reati legati al mondo del calcio, con l’obiettivo di ottenere profitti illeciti.
Il GIP, Domenico Santoro, ha evidenziato come gli ultras siano riusciti a “permeare ogni attività legata allo stadio di San Siro”, trasformandolo in un “territorio franco” fuori dal controllo della legalità.

È emerso, altresì, un accordo tra le due tifoserie, stipulato prima della semifinale di Champions League del 2023, che prevedeva che “chiunque” avesse violato le regole stabilite sarebbe stato punito.

Le dichiarazioni del PM sull’Inter

I PM di Milano  hanno sottolineato come il club nerazzurro «nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni».

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Al momento, né l’Inter né il Milan sono fra gli indagati dell’inchiesta della Procura,  tuttavia, è stato aperto nei loro confronti un procedimento di prevenzione, senza richieste di amministrazione giudiziaria, ma con un contradditorio con i legali delle società, ciò per evitare il “commissariamento” dei club.

Gli inquirenti parlano di un’alternanza di “atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza“.

Mister, calciatori e dirigenti di Inter e Milan convocati dai PM come testimoni

L’inchiesta  denominata “Doppia curva Inter Milan” non ha coinvolto solamente esponenti di spicco delle due tifoserie milanesi, ma si è abbattuta anche su calciatori, attuali e non, e dirigenti dei due club, risultanti dalle intercettazioni telefoniche e nelle tracce di conversazioni e incontri dei capi ultras.

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La Procura di Milano, nei prossimi giorni, provvederà a convocare, in qualità di testimoni, Simone Inzaghi, , l’ex difensore dell’Inter Milan Skriniar, ora al PSG, Davide Calabria e Javier Zanetti.

Zanetti Inter

(Foto: DepositPhotos)

A quest’ultimo, nel caso di specie, molto probabilmente chiederanno dei chiarimenti in ordine alle parole dell’ultras dell’Inter, Marco Ferdico, il quale ha dichiarato di aver saputo dall’ex capitano che “ci sono dei funzionari di polizia che stanno monitorando la curva anche per l’accaduto che è successo al povero Vittorio che è morto tragicamente in strada…”. Il riferimento è all’ex capo della Curva Nord Boiocchi che è stato ucciso la sera del 29 ottobre 2022 da due uomini in moto sotto casa sua.

La figura di mister Inzaghi è invece centrale nei dialoghi, sempre con l’ultras Ferdico, con specifico riguardo al suo ruolo di intermediario con l’all’epoca a.d., oggi presidente, Marotta, per far ottenere 1.500 biglietti agli ultras per la finale di Champions League contro il Manchester City a Istanbul.

Dalle indagini sarebbe emersa una promessa da parte del mister nerazzurro, ex Lazio, a Marco Ferdico: “Parlo con Ferri, con Zanetti, con Marotta, poi ti faccio sapere qualcosa. Mi attivo e ti dico cosa mi dicono”.

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Incontri tra ultras e calciatori

Oltre a contatti telefonici tra ultras e dirigenze, sarebbero emersi, addirittura anche degli incontri “face to face” tra i protagonisti della vicenda i alcuni calciatori:

  • Quello con Skriniar con l’obiettivo di convincerlo a restare all’Inter;
  • Quello con Barella;
  • Quello con Calhanoglu, con il quale ci sarebbe stata, anche, una cena nel mese di agosto alla presenza delle rispettive famiglie e di quella di Antonio Bellocco, l’emissario della ‘ndrangheta diventato uno dei capi di riferimento della Curva Nord dopo l’omicidio di Boiocchi.

Le parole di Marotta ai PM

L’attuale presidente dell’Inter Beppe Marotta, dopo il passaggio di proprietà da Zhang ad Oaktree, ha escluso eventuali omissioni in malafede, rilasciando le seguenti dichiarazioni in replica alle parole dei PM milanesi:

“La società è parte lesa e ha operato con presupposti di trasparenza e lealtà.
Ci sono a volte fenomeni che vanno fuori dal perimetro aziendale e che sono difficili da controllare.
L’Inter è una società integerrima che agisce in modo trasparente”.

(Foto: LBDV)

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Dottore Magistrale in Giurisprudenza presso l'Università degli studi Suor Orsola Benincasa. Redattore LBDV, nonchè scrittore e conduttore di "BLITZ!" e "MATCH!" - i programmi in diretta social dedicati, rispettivamente, al calciomercato e alla stagione calcistica.

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