Calciomercato
Musella: “Va fatto un plauso al mercato del Napoli e al Presidente che lo ha permesso”
Ai microfoni di Radio Capri, durante “Bordocampo“, è intervenuto Alessandro Musella, avvocato ed agente FIFA di calciatori
Ai microfoni di Radio Capri, durante “Bordocampo“, è intervenuto Alessandro Musella, avvocato ed agente FIFA di calciatori
Di seguito le sue parole:
Gli acquisti fatti dal Napoli come li vedi? Come ti sembra la squadra? Credi e avresti fatto acquisti diversi e portato calciatori diversi?
“Onestamente credo che quest’anno il Napoli si sia mosso sul mercato in maniera eccellente. Andando a puntellare un rosa che, con tutti i pezzi pregiati, partendo dall’attaccante, che è stato in ballo tutta l’estate, e si è conclusa alla fine nel migliore dei modi, con Lukaku.
Ma penso ai vari McTominay, a Neres. Tutti gli innesti che sono stati fatti, sono stati innesti valutati di grande qualità. Già nelle prime apparizioni hanno dato modo di essere apprezzati, credo, da tutta la piazza.
Quindi bisogna fare solo un plauso al mercato del Napoli. Al suo presidente che ha permesso che tutto questo venisse fatto. All’allenatore che ha dettato delle linee, portando la società a impegnarsi economicamente. Ma poi anche già nel breve periodo, a dimostrare che questi sono acquisti che possono essere fondamentali per ritrovare anche lo Scudetto. Non dimentichiamo che il Napoli è da solo in testa.”
Due mesi di mercato aperto: trattative che iniziano addirittura quando il campionato è nelle battute finali e poi tutte le trattative più importanti si concludono a poche ore dal gong finale. E’ una logica balorda per un mercato che deve garantire non solo uno sport, visto che il calcio è diventato un’industria?
“Personalmente credo che il mercato sia troppo lungo. Credo che sarebbe più giusto che il mercato chiuda prima. Anche perché i campionati iniziano sempre prima. Quindi ci sono sempre quelle tre o quattro giornate con il mercato ancora aperto.
Questo un pò destabilizza e non faccia neanche bene a coloro che poi vanno ad operare. E’ vero che tante trattative vengono intavolate prima e poi si aspetta la fine per concludere. Perché ognuno deve fare il gioco delle parti.
Quindi ognuno tira dal suo lato fino a che può cercare di strappare qualcosa in più. Però un mercato che è così lungo, aperto ancora quando ancora iniziano i campionati… Diciamo pure che le prime giornate vengono anche falsate perché le squadre sono dei veri e propri cantieri. Non si sa mai effettivamente quelli che possono arrivare o andare via. E questo crea dei momenti di squilibrio all’interno del gruppo. Ma anche per gli allenatori che devono cambiare rotta all’improvviso o all’ultimo minuto.”
In questo scenario gli addetti ai lavori, gli agenti, i calciatori stessi, le società: nessuno è contento. Perché non si cambia la regola?
“Il problema è che non è che non sono contenti. Secondo me non è contenta una volta una parte, un’altra volta un’altra parte. Coloro i quali hanno interesse a portare avanti le trattative fino alla fine in base a come si concludono fanno qualche contento e qualche scontento.
Il problema sta nel fatto che, sicuramente, ai fini dell’organizzazione di squadra e degli impianti tattici o degli allenamenti, magari se ci sono dei giocatori che fino alla fine hai in gruppo e all’ultimo momento ti vengono portati via o viceversa arrivano giocatori nuovi, si può presentare la necessità di dover sconvolgere quelli che erano i piani fino a quel momento.”
Da agente ti chiedo: hai un occhio lungo sui ragazzi, per questo ti chiedo qualche nome di qualche giovane italiano che potrebbe essere un prospetto. Ti chiedo di annate dal 2006, man mano crescendo fino ai 2008: c’è qualcuno che potrebbe essere un prospetto nel calcio italiano?
“Diciamo che quello che è sotto gli occhi di tutti. Faccio un nome su tutti è Camarda, lo stesso Esposito. Ci sono tanti giocatori giovani che si stanno mettendo in mostra. Questo anche grazie alle seconde squadre delle squadre di Serie A. Che credo essere una delle novità migliori che hanno fatto. Perché permettono a giovani che magari militano in squadre blasonate, la possibilità di farsi le ossa. Per poi essere pronti per il calcio della Serie A.
Molte volte giovani prospetti interessanti non hanno la possibilità di esordire direttamente perché appartenenti a società che magari puntano ad altri obiettivi in campionato e quindi preferiscono puntare su giocatori già affermati. Piuttosto che avere coraggio di puntare su giovani da lanciare.”
Citavi le seconde squadre: gran parte degli acquisti della Juve sono stati fatti coi proventi delle cessioni di giocatori della seconda squadra. Poi si sono aggiunte Atalanta e Milan. A che punto siamo per poter vedere anche le altre top della Serie A schierare la loro seconda squadra in Serie C?
“Io credo che la direzione, ormai, sia stata tracciata. Ti dico la verità: me lo auguro che possa coinvolgere anche le altre squadre. Questo perché molto spesso i giovani hanno necessità di formarsi, di fare le ossa, magari in Serie C e spesso si crea un mercato delle “valorizzazioni”.
Con la problematica di inserirli in determinati contesti. Dove, magari, i giocatori riescano ad esprimersi al meglio. Quindi per le squadre che hanno la possibilità di fare delle seconde squadre, che poi nei vari campionati europei è una prassi più che consolidata, può essere solamente un modo per far crescere meglio e più rapidamente dei prospetti che magari nel giro di un paio di anni possono essere pronti anche al grande salto. Magari nella massima serie.”