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Target – Il Milan di Fonseca va ad intermittenza: L’analisi
In casa Milan erano i tanti ad auspicare in un addio di Pioli per aprire un nuovo ciclo. La piazza è stata si assecondata ma non del tutto accontenta sulla scelta della nuova guida tecnica.
Con Ibrahimovic al comando della dirigenza rossonera ci si aspettava che sulla panchina del Milan tornasse un allenatore di primo livello. Invece, la scelta è ricaduta su Paulo Fonseca e a storcere il naso non sono stati in pochi.
Un avvio di stagione non semplice per il tecnico portoghese sia in campionato che in Champions League e che non si è di certo guadagnato le simpatie della piazza per come ha gestito la vicenda Theo Hernandez – Leao, ne per le sue scelte tattiche.
Nelle sue prime nove partite alla guida del Milan, Fonseca non è stato all’altezza dei suoi predecessori. L’importante vittoria nel derby ha fatto ben sperare i tifosi, ma dopo la sconfitta di Firenze i rossoneri sono chiamati ad un’altra inversione di marcia.
Mettendo a confronto le prime sette giornate di campionato, il Milan di Fonseca ha raccolto meno punti rispetto a quello di Pioli: 18 pt e 2° posizione in classifica vs 11 punti e 6° in classifica, con una media punti di 1,22 a partita. Sembra strano affermarlo visto il valore della rosa, ma questo avvio del Milan è il peggiore degli ultimi 10 anni, peggio di Giampaolo, Mihajlovic, Gattuso, Montella e Inzaghi.
I punti di forza del Milan di Fonseca
Nonostante l’avvio di stagione non sia stato esaltante, sia Fonseca che la dirigenza rossonera sono convinti che presto la squadra troverà la giusta quadra ed entrerà in una striscia di risultati positivi grazie alla qualità tecnica e all’esperienza internazionale dei suoi giocatori di punta.
Il Milan di Fonseca ha già mostrato i suoi tratti distintivi, con una predilezione del possesso palla e una manovra costruita dal basso. Il 4-2-3-1 rispecchia a pieno le idee del gioco del tecnico ed esalta gli esterni offensivi, capaci di saltare l’uomo nell’ 1 vs 1 e di creare superiorità numerica. A beneficiare di tutto ciò è sicuramente Pulisic. L’americano, nel pieno della maturità calcistica, è l’arma in più di questo Milan. Nel sistema di gioco attuato dal tecnico è libero di svariare, partendo da destra per poi accentrarsi e puntare la porta avversaria.
I punti deboli del Milan
Tra i problemi del Milan c’è quello difensivo, non legati soltanto ad un atteggiamento e attenzione ma anche limiti tecnici.
Le difficoltà di Tomori non sono dettate dal caso e l’errore commesso a Firenze è uno dei peggiori mai visti in Serie A. Ci sono limiti tecnici e tattici che il difensore inglese non è riuscito a superare in questi mesi di lavoro. Lo stesso discorso vale per Pavlovic, difensore fisico ed esplosivo che sarebbe stato perfetto nella difesa a uomo di Pioli, ma che con Fonseca non riesce ad imporsi.
Se Pulisic è l’arma in più, può anche considerarsi un’arma a doppio taglio perchè il Milan è Pulisic dipendente. L’americano è il leader tecnico della squadra e il vero trascinatore del gruppo in un periodo difficile. La sconfitta contro la Fiorentina ha riacceso i campanelli di allarme in casa Milan, ma è in dubbio come al momento i rossoneri non possano fare a meno di uno dei migliori giocatori della Serie A.
Specialmente in un periodo di difficoltà per tutta la squadra che ancora fatica a trovare altri leader all’interno dello spogliatoio e che fa si che in campo regni l’anarchia (Theo e Abraham “ammutinati” sui rigori che doveva calciare Pulisic).
(Foto: DepositPhotos)