I nostri Social

News

Fifa, la rivolta dei campioni

Pubblicato

il

Fifa
Tempo di lettura: 3 minuti

“Si gioca troppo”! è questo il nuovo allarme che la Federazione internazionale dei calciatori  lancia come dato significativo nel proprio report annuale in cui mette sotto la lente d’ingrandimento l’andamento dei calciatori in campo.

“Ho bisogno di riposare” questo è il titolo del recap della suddetta federazione con in prima pagina i volti dei grandi campioni del calcio mondiale Mbappè, Valverde, Bernardo Silva sono solo alcuni dei nomi che stanno facendo i conti con un calendario ai limiti della sopportazione.

I dati

Alcuni dati riportati dalla Fipro rendono perfettamente l’idea di come il calendario stia mettendo a serio rischio la salute dei calciatori, basti pensare al caso di Cristian Romero del Tottenham.

Pubblicità

Il forte difensore argentino ha viaggiato nella sola stagione calcistica 23/24 per ben centosessanta tre mila chilometri in giro per il Mondo, circa quattro volte la circonferenza della terra.

Julian Alvarez ha giocato ben settantacinque partite ed compiendo un totale di trentanove trasferte, addirittura il centrocampista giapponese Minamino ha riposato per meno di ventiquattro ore tra un match di Coppa d’Asia e una partita del suo Monaco, viaggiando per circa 4500 km.

I superstiti di Euro 2024 hanno goduto di solo quarantadue giorni di riposo nell’intero anno solare.

Pubblicità

Questi sono solo alcuni dei dati che hanno portato a questa protesta dei calciatori, che pur essendo profumatamente pagati, cominciano a sentire il peso del ritmo infernale imposta dal calendario.

La considerazione che andrebbe fatta però sarebbe quella di chiedere ai super stipendiati se fossero disposti a rinunciare ad una parte dei propri cospicui salari per disputare meno gare.

L’associazione delle leghe e Fifpro Europe, insieme a La Liga, hanno mostrato con estrema decisione il proprio disappunto presentando un reclamo ufficiale alla Commissione Ue contro la Fifa denunciando un abuso di posizione dominante nell’imposizione del calendario delle partite internazionali 2025-2026: in particolare per l’organizzazione folle del Mondiale per club 2025 e del Mondiale 2026.

Pubblicità

Sotto la lente d’ingrandimento sarebbe finita l’organizzazione del nuovo Mondiale per club che conterà 32 squadre partecipanti e la prossima Coppa del Mondo “americana” che vedrà il numero di squadre allargato da 32 a 48.

Questa rivoluzione comporterà un aumento significativo di partite: Circa 15 partite in più per i top club e per i calciatori più impiegati 80.

Il parere degli esperti

La questione non sembra di poco conto e a dare una sua visione è intervenuto sulle pagine della “Repubblica” il presidente del Aic (Associazione italiana calciatori) Umberto Calcagno che ha così commentato:

Pubblicità

“Si gioca a una velocità di corsa superiore del 50 per cento rispetto a dieci anni fa. I campionati nazionali sviluppano lo stesso numero di partite, ma i tornei internazionali e club e nazionali propongono un numero di gare sempre crescente.

Alcuni giocatori, penso a Barella o a uno dei top player della Juve, potrebbero arrivare a 82 partite a stagione. E metà del carico totale di minutaggio di una squadra è sulle gambe di soli otto giocatori della rosa.

Il dato vale per i club che partecipano alle coppe, nei primi cinque campionati europei. E finiscono per fare una ventina di giornate di allenamento vero, da agosto a giugno”.

Pubblicità

Oltre ad un parere prettamente tecnico, si aggiunge anche il parere dello staff medico dell’Inter nella persona di Piero Volpi che spiega come il numero di partite elevato vada ad incidere sull’aumentare del numero di infortuni, dando anche una chiave di volta cercando una possibile soluzione magari introducendo una sostituzione in più:

“Le lesioni sono in crescita anche per il numero di partite e la mancanza di tempo per allenarsi fra una e l’altra. Oggi i giocatori si allenano poco. Le cinque sostituzioni attuali sono utili, ma sei o sette sarebbero meglio.

“I giocatori sono sovraccaricati, senza tempo per recuperare, e le convocazioni in nazionale complicano ulteriormente la situazione. Bisogna ridurre il numero delle squadre nei campionati. Ottobre in particolare è un mese critico, “perché si infittisce il calendario degli impegni”.

Pubblicità

Serve una riforma per tutelare la salute dei calciatori. E al tavolo per definirla devono sedere anche medici”.

(Foto DepositPhotos)

Pubblicità

in evidenza