Angolo del tifoso
ANGOLO GENOA – Piccoli segni
Il Genoa riesce a strappare un preziosissimo pareggio in quel del Ferraris contro il Bologna di Italiano, rimontando, con gran cuore, uno 0-2 che sembrava irraggiungibile.
Al principio, il Genoa scende in campo con mezza squadra fuori, un morale molto basso e una qualità a dir poco assente. Nel primo tempo si è visto esattamente l’atteggiamento delle ultime partite, poca voglia e poche idee. Di svogliati, uno su tutti, Miretti, sembrava di giocare in dieci.
Nella ripresa, prendiamo il gol dello 0-2 nel nostro momento migliore. Tanti, in Gradinata, pensano sia già finita, anche oggi zero punti. C’è chi, però, ha saputo dimostrare l’esatto contrario.
I subentrati, quali Ekhator, Norton-Cuffy e Masini, sono riusciti a dare quella spinta che è servita a tutta la squadra per riprendere in mano il risultato. Su un pasticcio di Casale, è proprio Ekhator a fornire l’assist per il piazzato di Pinamonti, valido per l’1-2.
Passa un quarto d’ora, e sempre Pinamonti incorna dal limite dell’area su punizione dalla sinistra, mettendo all’incrocio un pallone quasi impossibile.
La Nord esplode in un boato di gioia, forse anche più grande di quello all’ultimo respiro con la Roma.
Giusto è criticare chi poteva dare di più, ma è anche giusto dare merito a chi ha sputato sangue per novanta minuti, come ad esempio Sabelli.
I limiti tecnici dell’esterno di Roma li conosciamo tutti, ma conosciamo anche il suo spirito combattivo e la voglia di dare tutto fino alla fine. Al Genoa, in questo momento, servirebbero altri dieci giocatori come lui.
L’immagine rappresentativa di questo match è l’abbraccio di Gilardino ad Aaron Martin dopo il gol del pari, simbolo di unione e di coesione tra gruppo e mister, cosa che in molti, me compreso, credevano non ci fosse più.
Il pareggio, l’esultanza e il coraggio sono piccoli segni di ripresa, il Genoa non muore mai.
(Foto: DepositPhotos)