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Juventus, da Allegri a Motta: Cosa è cambiato?
Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente. Così scriveva Giuseppe Tomasi nel celebre romanzo “Il Gattopardo” e ci scuserà se prendiamo in prestito la citazione per descrivere la fase di transizione che sta vivendo la Juventus.
Dopo un triennio di Allegri II la scorsa estate la società a deciso di cambiare rotta e di affidare la panchina ad un tecnico giovane, innovativo e che ha riportato il Bologna nell’Europa dei grandi dopo 60 anni.
Tuttavia dopo dieci giornate e circa quattro mesi di lavoro la domanda dalle mille pistole è: la Juventus di Thiago Motta è così diversa da quella tanto criticata di Allegri?
I numeri
Dopo dieci giornate la Juventus targata Motta galleggia al sesto posto in classifica ed è già distante 7 punti dalla vetta occupata dal Napoli. Il ruolino di marcia della squadra di Conte infatti è da Scudetto e non consente alle inseguitrici passi falsi.
Da questo punto di vista sono tanti i punti lasciati per strada dai bianconeri contro squadre sulla carta abbordabili come Cagliari, Parma ed Empoli.
Se a questo aggiungiamo che il tanto decantato gioco spettacolare (che i tifosi invocavano durante l’era del tecnico livornese) non si è visto, ecco che viene da chiedersi: cos’è cambiato?
Stando ai numeri poco. E quel poco anche in peggio. A questo punto del campionato infatti Madama aveva 23 punti in classifica occupando la seconda posizione a -2 dall’Inter capolista.
I gol fatti erano appena uno in meno (16 contro 17) e quelli subiti 6 al cospetto degli attuali 7. Inoltre, come accennato, la manovra offensiva della Juventus stenta a decollare non solo sul piano dei numeri ma anche su quello della produzione.
Aspetto testimoniato dal dato degli expected goals che vede i bianconeri undicesimi in classifica alle spalle di squadra come Bologna, Parma e Como.
Capitolo Vlahovic
“Stiamo facendo un gioco diverso senza nulla togliere all’ultimo anno dove abbiamo fatto bene“. Così parlò Dusan Vlahovic al termine della trasferta di Verona in cui la squadra vinse 3-0 e lui mise a segno una doppietta.
Tempi che sembrano lontani anni luce eppure era solo agosto. L’attaccante serbo, ad oggi, vive continuamente di alti e bassi, gli stessi che lo scorso anno lo avevano portato a delle critiche nonostante il buon bottino di 16 gol in Serie A.
Alcuni cambiamenti sul piano del gioco questa Juventus sta provando a metterli in campo. La ricerca del predominio territoriale in fase di possesso e la riaggressione in avanti per recuperare più velocemente la palla sono un marchio di fabbrica della nuova era Motta.
Questo però non ha ancora trovato la soluzione al problema del coinvolgimento nella manovra del numero 9 ex Fiorentina.
Vlahovic infatti spesso tocca pochi palloni ed entra in un turbine negativo all’interno dello stesso match. Le sue caratteristiche sono lontane da quelle di Zirkzee che aveva la capacità di venire fuori dall’area giostrando come un regista offensivo.
Pertanto dopo 10 giornate di campionato più di tre di Champions League il serbo sembra un parente molto stretto di quello dello scorso anno.
Non che sia necessariamente un fatto negativo. Coloro che si aspettavano un Vlahovic come ai tempi di Firenze probabilmente rimarranno delusi, mentre chi ha giudicato positiva una stagione condita da 18 gol stagionali nello scorso anno potrà di fatto gustarsi un attaccante che vive di fiammate e che il suo cartellino lo timbra comunque abbastanza spesso.
Tempo al tempo
Nel giorno in cui la Juventus compie 127 anni Thiago Motta è tornato a parlare del tema Scudetto. “Non è mai esistita una squadra che ha vinto lo scudetto alla decima giornata“, ha dichiarato in conferenza.
E come dargli torto. Per certi versi infatti questa dichiarazione invoca calma e tempo. Un tempo di cui l’ex allenatore del Bologna necessita perché il suo dovrà essere un progetto a lungo termine vista la rivoluzione copernicana della squadra.
La Juventus ha inserito nel suo organico 8 giocatori nuovi provenienti dal mercato più alcuni giovani promossi dalla Next Gen.
Questo fattore infatti non può non essere tenuto in considerazione soprattutto alla luce del fatto che i vari Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez sono stati usati con il contagocce.
Inoltre aver cominciato la stagione senza un grande rinforzo in difesa e senza un vice Vlahovic ci portano a pensare che il mandato mottiano sia da giudicare alla scadenza del suo contratto.
Un triennio in cui la Juventus dovrebbe riuscire a terminare il piano di risanamento economico e potrà ulteriormente puntellare la squadra.