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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Calibrare la mira

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Juventus Thiago Motta
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus fa risultato in Francia pareggiando per 1 a 1 con il Lille nella quarta giornata di Champion’s League. Non era facile per i ragazzi di Thiago Motta tornare a calcare i campi della massima competizione europea.
La batosta subita dallo Stoccarda nel turno precedente aveva incrinato di brutto l’autostima del gruppo. Non tanto per il risultato quanto per il dominio territoriale che i tedeschi aveva esercitato allo Stadium dall’inizio alla fine.

Quando il pallone era tra i piedi degli avversari sembrava che viaggiasse alla velocità della luce per poi materializzarsi improvvisamente nei pressi dell’area della Juventus. Quando, invece, la sfera era in possesso dei bianconeri il ritmo calava di botto e si aveva l’impressione di guardare una partita al rallentatore.

C’è l’urgenza, quindi, di cambiare passo e tenere botta per tutti i novanta minuti, senza farsi prendere dai patemi d’animo. Testa alta, idee chiare e giusta distanza tra i reparti. E, al momento di concludere a rete, calibrare la mira.

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Buon palleggio ma poca concretezza

I dati statistici non mentono: la formazione guidata dal tecnico italo brasiliano ha ottime capacità di palleggio a centrocampo ma ben poca concretezza in attacco. In termini di possesso palla, gli uomini di Thiago Motta non hanno rivali, riescono ad addomesticare qualsiasi partita.

Ma la maestria nel controllare i ritmi dell’incontro si rivela sterile al momento di aumentare i giri del motore e prendere d’infilata gli avversari. Poche conclusioni e ancora meno quelle indirizzate nello specchio della porta. E troppo spesso questa imprecisione è costata cara: agli altri basta azzeccare un singolo tiro per portarsi a casa l’intera posta in palio.

Per cambiare rotta bisogna mettere bene a fuoco il bersaglio e calibrare la mira.

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L’istinto del cacciatore

Quando si parla di cecchini il suo nome salta subito fuori. Dusan Vlahovic, il centravanti da 80 milioni di euro, deve la sua fama (e relativa valutazione) al suo istinto da cacciatore d’area di rigore.

Una reputazione costruita sulle caterve di reti segnate a Firenze ma non ancora replicate a Torino. Il ragazzo serbo appare schiacciato dalla necessità di spaccare il mondo a suon di marcature e non gioca mai con la freddezza necessaria.
E’ ansioso, frenetico e si scoraggia al primo tentativo non riuscito. La squadra non lo aiuta: raramente è servito in profondità, quasi sempre è costretto a muoversi spalle alla porta e limitarsi alle sponde per i compagni.

In questo modo le sue doti da rapace non vengono fuori e il suo potenziale quasi del tutto annullato. Tanto meno lo aiutano a trovare equilibrio le voci sempre più insistenti sulla ricerca di un suo sostituto, più adatto al gioco che ha in mente il suo mister e più prolifico sottoporta.
E quando a portare in vantaggio i francesi è proprio uno dei canditati a prendere il suo posto, Jonathan David, al danno si aggiunge la beffa. Ora più che mai è indispensabile calibrare la mira.

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Fuori posizione

Per fortuna c’è tutto il tempo per recuperare e, comunque, la Juventus non ha un atteggiamento dimesso. Le capacità per risalire la china le ha, gli uomini adatti pure. Sulla destra l’esterno portoghese Francisco Conceição è la solita scheggia impazzita, tutto guizzi e cross al centro, sul lato opposto il trequartista turco Yildiz dispensa scampoli di talento. E al centro spadroneggia, con andatura da bulldozer, Teun Koopmeiners.
Il tuttocampista olandese comincia ad esibirsi nella versione ammirata a Bergamo, quella del cyborg inarrestabile. Se ne frega del dolore dell’infortunio, sradica palloni dai piedi degli avversari, detta il passaggio e si fa trovare sempre pronto in zona tiro. Per ben due volte gonfia la rete del Lille, in entrambi i casi gli annullano il gol per fuorigioco.
Lo spirito è comunque quello giusto, basterà non  farsi beccare fuori posizione e calibrare la mira.

Pareggio dagli undici metri

Si va all’intervallo con gli avversari in vantaggio di una rete. Ma, per quanto fatto vedere dai bianconeri, il pareggio è nell’aria. E si concretizza ad inizio ripresa. Ennesima fuga di Francisco Conceição, c’è un contatto e l’ala lusitana crolla in area.
L’arbitro indica il dischetto, l’incaricato è Vlahovic. Il centravanti di Belgrado soddisfa la sua fame da gol con un tiro preciso e spiazzante. Un pareggio dagli undici metri che potrebbe anche diventare qualcosa di più, dato che i francesi tirano i remi in barca e i bianconeri non allentano la pressione.
Ma il risultato finale non cambia ed è un pari che restituisce orgoglio e dignità alla Juventus per il prosieguo del cammino. Parola d’ordine per il futuro:calibrare la mira.

(Foto: Depositphotos)

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