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Roma, contro il Bologna per Juric è l’ultima spiaggia
Tempo scaduto. Il futuro di Ivan Juric sembra essere lontano dalla capitale e quello contro il Bologna potrebbe essere al 99% l’ultimo match in cui l’ex allenatore del Torino siederà sulla panchina giallorossa.
Come riporta la Gazzetta dello Sport i Friedkin sono pronti ad atterrare a Roma per comunicare a Juric, a stretto giro di posta, che verrà sollevato dall’incarico. L’arrivo nella capitale degli americani è infatti sinonimo di cattivo presentimento. Così fu con Mourinho e così è stato anche con Daniele De Rossi. Un modus operandi volto a far sì che le cattive notizie vengano comunicate di persona.
Un amore mai sbocciato
Diciamolo francamente: tra Juric e l’ambiente Roma la scintilla non è mai scattata. Sarà perché è succeduto ad un allenatore, De Rossi, che per il suo passato ha rappresentato qualcosa in più di un semplice tecnico. Sarà perché la squadra (almeno in gran parte) era con l’ex centrocampista – vedasi il post Instagram di Dybala al momento dell’addio di DDR – fatto sta che Ivan Juric è stato sopportato più che supportato durante queste settimane romane.
Se a questo aggiungiamo un’altalena di risultati a dir poco insoddisfacenti per la società ed i tifosi il dado è presto tratto. Undici partite finora alla guida dei giallorossi che hanno portato a 4 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte. Alcune anche roboanti come il 5-1 di Firenze in cui il croato si disse “vergognato” per la prestazione. Ma anche l’inatteso KO ad Elfsborg in Europa League contro una squadra sicuramente alla portata non è stato da meno. Numeri che, stando alla statistiche, fanno di lui il peggior allenatore degli ultimi 20 anni di Roma per media punti.
Come se non bastasse il carico da undici è stato messo da una gestione forse sbagliata del gruppo. In Belgio, ad esempio, contro l’USG, l’ennesima panchina di un vicecampione d’Europa come Hummels ha fatto rumore. Per carità, ogni allenatore è pagato per fare delle scelte, ma se nel momento in cui mancano N’Dicka ed Hermoso la scelta ricade su un centrocampista (Cristante) allora qualcosa forse non torna.
Le ambizioni della proprietà
Ad inizio stagione la proprietà americana si era prefissata l’obiettivo di centrare i primi quattro posti per garantire al club quegli introiti necessari alla sostenibilità della società. Oggi invece il progetto Roma si è inevitabilmente ridimensionato. I giallorossi galleggiano nella parte destra della classifica e la responsabilità non può essere solo del tecnico.
L’assenza dei vertici societari di spicco nei momenti chiave, le dimissioni dell’A.D. Lina Souloukou dopo la bufera De Rossi e l’assenza di un piano B di livello dopo il suo esonero rappresentano solo alcuni degli errori commessi dai dirigenti. Ora i Friedkin sono chiamati a compiere un’altra scelta per rimettere in piedi una barca che rischia di affondare.
Tra i nomi papabili figura Roberto Mancini che però deve fare i conti sia con il suo passato sull’altra sponda della capitale e sia con il ricco contratto ancora in essere con i sauditi che lo potrebbe bloccare fino al nuovo anno. Da non scartare un clamoroso terzo ritorno di Claudio Ranieri che dopo aver annunciato il suo ritiro potrebbe fare marcia indietro. Lui che alla Roma non direbbe mai di no perché al cuor non si comanda.