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ANGOLO JUVENTUS – La quadratura del cerchio

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Weah Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus regola per 2 a 0 il Torino nel Derby della Mole.
La trasferta in Friuli della scorsa settimana è stata fruttuosa per i ragazzi di Thiago Motta: vittoria convincente, punti in classifica e un bel po’ di ritrovata autostima.

Tuttavia alcuni dubbi fanno ancora capolino: è capace il gruppo di dare continuità ai risultati? E’ in grado il mister italo brasiliano di individuare con chiarezza chi siano gli uomini a cui affidarsi? Nel secondo caso, c’è da dire che il tecnico ha molte attenuanti: la preparazione estiva svolta a ranghi ridotti, il difficile inserimento di atleti giunti al’ultimo minuto, i vari infortuni occorsi agli elementi chiave.

Finora non è stato possibile, per lui, schierare due volte di seguito la stessa formazione. Adesso, però, una volta recuperati tutti gli effettivi, si può iniziare a progettare la definitiva fisionomia della squadra. E’ tempo di trovare la quadratura del cerchio.

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Solidità in retroguardia

Dato che le costruzioni iniziano dalle fondamenta, la priorità del buon Thiago è quella di dare solidità alla retroguardia, il reparto meno florido a causa di scelte di mercato e scherzi della sorte.
L’ex capitano della Juventus Danilo, nonostante un contratto che gli impone un numero minimo di presenze per rinnovare, sembra aver smarrito stimoli e condizione. La rottura del crociato, poi, ha messo fuori causa per tutta la stagione un perno come Gleison Bremer.

Per forza di cose, quindi, la coppia di centrali difensivi deve far leva sul furore da combattente di Federico Gatti e sulla puntualità nelle chiusure di Pierre Kalulu.
Sulle fasce, a destra c’è la freschezza atletica del neo azzurro Niccolò Savona. La sua spavalderia agonistica gli ha già fatto ipotecare il futuro, il presente se lo guadagna ad ogni partita. Dall’altra parte impera l’impressionante polivalenza di Andrea Cambiaso: in qualsiasi posizione lo collochi lui lascia sempre il segno. Su queste basi si può trovare la quadratura del cerchio.

Difetto di creatività per la Juventus

A centrocampo c’è da risolvere un mistero degno dei romanzi di Agatha Christie. Douglas Luiz, regista dal tocco raffinato e dal sagace senso tattico, fino ad ora è stato un fantasma. Pochissimo tempo in campo e nessuna giocata all’altezza della sua fama.
La sua valutazione impone all’allenatore di provare a recuperarlo in ogni modo ma il tempo scorre e lui non lancia alcun segnale di ripresa. Nell’attesa, la sua eredità dovrebbe essere raccolta da Niccolò Fagioli.

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Il problema è che l’ex ragazzo del vivaio non ha ancora trovato la sua dimensione tra i grandi e, in ogni caso, le geometrie che riesce a produrre non ne fanno, allo stato attuale, l’architetto idoneo per il gioco bianconero. Tutto sommato, il duo composto dal roccioso Khéphren Thuram e l’ordinato Manuel Locatelli (spesso con la fascia al braccio) è quanto di meglio offra oggi la mediana.
Non c’è molta creatività ma, in compenso, adeguate coperture e grinta da vendere non mancheranno mai. Per il momento è questa la quadratura del cerchio.

Trequarti multiforme

Sulla trequarti dovrebbe operare, nei piani della panchina, un trio intercambiabile a seconda delle situazioni e degli avversari. Il punto di riferimento in mezzo è il bionico tuttocampista Teun Koopmeiners. Con lui sono assicurate combattività, dinamismo e soluzioni dalla distanza.
Sul versante mancino trovano spazio le improvvisazioni jazzistiche del fantasista turco Kenan Yildiz.

Il talento proveniente dall’Anatolia non ha nella continuità il suo forte ma quando si abbandona alle sue rapsodiche invenzioni è in grado di far crollare l’intero stadio dall’entusiasmo.
La sua specialità sono gli assist al bacio ma, come dimostra la seconda marcatura di ieri, sta prendendo gusto anche a segnare in prima persona. L’invito a rete è a firma, questa volta, dell’ala portoghese Francisco Conceição.
Il figlio d’arte dovrebbe essere il padrone indiscusso della fascia destra della Juventus ma capita, per motivi tattici, che debba alternarsi con il tuttofare Timothy Weah.

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E la formula funziona a dovere, visto che l’esterno made in USA sblocca il risultato su iniziativa di Cambiaso. Il suo gol è la quadratura del cerchio.

Polveri bagnate

In avanti, infine, c’è un solo uomo al comando. Non per scelta, sua o di altri. Decisioni discutibili e incidenti di percorso l’hanno privato di un valido ricambio.
Dusan Vlahovic è l’unico, vero centravanti a disposizione di Thiago Motta.

Sperando che il mercato del prossimo Gennaio ponga rimedio alla lacuna, al ragazzo di Belgrado tocca fare gli straordinari. In campo sempre e comunque, non c’è scampo. Inevitabile che questo superlavoro gli tolga concentrazione ed energie, prevedibile che il bomber serbo, spesso, si trovi a corto di fiato e con le polveri bagnate.
I rimedi finora escogitati non hanno dato risultati apprezzabili. La risoluzione del problema passa per forza dai suoi piedi. E’  questa l’unica, possibile quadratura del cerchio.

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(Foto: Depositphotos)

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