Napoli
TRGET – Napoli, Conte “il primo” cittadino
Seconda sosta stagionale per le Nation League, in Serie A le cose si mettono bene per il Napoli di Antonio Conte che supera il ciclo di partite difficili quasi indenne, tranne che per la batosta casalinga contro l’Atalanta e conserva il primato in classifica, tenendo le dirette inseguitrici ad un punto di distacco,
Vittoria autoritaria a Milano contro i rossoneri con Lukaku e Kvaratskhelia protagonisti, sconfitta meritata in casa contro l’Atalanta e pareggio thrilling, con vittoria sfiorata e con sconfitta scampata contro la più accreditata delle avversarie l’Inter campione in carica.
Il cammino fin qui..
Quattro punti in tre partite, cinque punti contro le dirette concorrenti con una sola sconfitta rimediata e nel mezzo le vittorie con Empoli, Como e Lecce che hanno accresciuto la fiducia in tutto l’ambiente.
Il cammino è lungo per la vittoria e la corsa al titolo si è arricchita di nuove pretendenti quali Lazio e Fiorentina, che in questo primo scorcio di stagione stanno dimostrando grande solidità e un ottimo livello di gioco corale, ma che deve ancora superare le prove delle “grandi” del torneo.
Una cosa però appare certa, gli azzurri daranno tutto fino all’ultimo secondo dell’ultima partita di questa stagione per raggiungere un obbiettivo che non compare e difficilmente comparirà nelle parole dei protagonisti, ma che serpeggia nelle loro menti e con fare incessante nei cuori di tutti i tifosi partenopei.
Cose non scontante vista la difficile estate cominciata con la grana Di Lorenzo e finita, bene per tutti, con il caso Osimhen che avevano inizialmente condizionato il mercato azzurro, con gli acquisti che si sarebbero concretizzati soltanto nell’ultima settimana di campagna acquisti.
L’ottima prima parte di stagione azzurra però, oltre allo zoccolo duro del gruppo squadra e ai nuovi innesti, Alessandro Buongiorno su tutti, porta la firma di un solo nome quello di Antonio Conte.
Il suo non è stato solo un lavoro tecnico e di tattica, l’allenatore salentino è entrato da subito nelle teste dei calciatori rivitalizzandone spirito ed ambizioni crollate dalla nefasta stagione scorsa e nelle anime degli appassionati tifosi partenopei che pendono dalle sue labbra.
I più attenti esperti osserveranno come anche a livello comunicativo lo stile di Conte abbia “disciplinato”, nelle sue conferenze stampa, ad essere meno provinciali, soprattutto nelle immediate vigilie dei match importanti come quello contro la Juventus.
Ma tornando all’aspetto puramente tecnico andiamo nel dettaglio per capire in che modo Antonio Conte abbia inciso dal suo arrivo a Napoli
Arrivato al Napoli dopo la terrificante stagione vissuta dalla squadra e dalla sua tifoseria l’anno scorso, il condottiero pugliese si è preso la pesantissima responsabilità di risanare un ambiente distrutto sia a livello tecnico che emotivo.
Il primo step della sua nuova avventura in terra partenopea è stato quello di risolvere i problemi legati alla permanenza di due big come Di Lorenzo e Kvaratskhelia, blindare Lobotka e Anguissa e soprattutto ridare fiducia ad ogni singolo membro della squadra azzurra.
Successivamente, dopo aver resistito alle acque agitate del mercato, ha messo al centro della sua idea i suoi uomini, quelli che aveva e quelli che ha voluto fortemente.
Ha eliminato intrusioni esterne affidandosi ai suoi uomini di fiducia, su tutti il leggendario Lele Oriali, regalando ad Aurelio De Laurentiis e suo figlio la preziosa possibilità di fare soltanto presidente e vice presidente del Napoli, sdoganando il dogma tattico dell’insostituibile 4-3-3 di sarriana memoria.
Nuovi punti di forza
Uno dei veri punti di forza del Napoli è rappresentato dal non avere un modulo fisso. Infatti gli azzurri durante questo inizio di stagione hanno indossato diversi abiti tattici: 4-3-3, 3-5-2, 3-4-3, 4-2-4 tutti moduli messi in campo a seconda delle caratteristiche dell’avversario.
In molti casi la duttilità tattica e la capacità degli azzurri di rispondere alle richieste del proprio allenatore hanno fatto la differenza in partita non facili come quelle affrontate al Maradona contro Parma e Como.
Difesa granitica
La straordinaria forza difensiva con un Amir Rrahmani ritrovato e con Alessandro Buongiorno che per movenze, intensità di contrasti e di corsa ricorda il Kim dei giorni migliori, hanno aumentato la sicurezza in Meret che, prima dell’infortunio, ha mostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, di essere all’altezza di essere il portiere del Napoli.
L’abbondanza della rosa sugli esterni, con Mazzocchi e Spinazzola permette molte variabili di gioco, ma la coppia Di Lorenzo, Olivera garantisce grande equilibrio tattico e tecnico con il capitano azzurro che, dopo qualche capriccio suo e del suo agente in estate, sembra essere tornato quello dello Scudetto.
Un nuovo super centrocampo
Il centrocampo liberatosi delle zavorre tattiche rappresentate da Cajuste e Lindstrom, ha ritrovato nuova linfa nei suoi senatori, con Lobotka e Anguissa uomini di punta e fonti di ogni azione azzurra sia in fase di impostazione, caratteristica che già conoscevamo, ma anche e soprattutto in fase di interdizione e di pressing.
Capitolo a parte lo merita Scott McTominay: fisico, corsa e finalizzazione. Un vero colpo da maestro del nuovo Ds Giovanni Manna che per una cifra davvero irrisoria, rispetto alle stellari cifre che circolano nel mondo pazzo del calciomercato, ha portato al Napoli un calciatore che per tempi di inserimento e modalità di conclusione il leggendario Marek Hamsik.
Il nuovo attacco
Ma la vera potenza di fuoco del Napoli è rappresentata dalla batteria di attaccanti a disposizione di Conte. Archiviato Osimhen, Romelu Lukaku che ha inizialmente preso immediatamente per mano la squadra non solo grazie alla sua spiccata personalità ma anche e soprattutto grazie alla sua potenza fisica e al suo feeling con il gol, che però nelle ultime giornata sembra essersi smarrito complice un gioco che non esalta le sua caratteristiche e il suo stato di forma che sembra davvero lontano dalla condizione ottimale.
Capitolo a parte lo merita Kvicha Kvaratskhelia. Capocannoniere della squadra con cinque gol e due assist, sembra risentire leggermente del lavoro che gli impone l’allenatore ma che il calciatore svolge egregiamente a discapito della sua consueta qualità.
Matteo Politano a tutta fascia incarna lo spirito che Antonio Conte vuole dai suoi uomini, l’ormai consueta staffetta con David Neres offre agli azzurri una costante pericolosità per tutti i novanta minuti, e lo testimoniano i clamorosi numeri dell’attaccante brasiliano in arrivo dal Benfica: dieci presenze (la maggior parte da subentrato), tre assist un gol e tantissima corsa.
Possibili punti di debolezza
Intensità fisica: Conte richiede molto dai suoi giocatori dal punto di vista fisico. I calciatori del Napoli, sebbene abituati a pressing e alta intensità, potrebbero incontrare difficoltà nel mantenere i livelli richiesti da Conte, soprattutto considerando l’intensità delle sue sessioni di allenamento.
Un altro possibile punto di debolezza potrebbe essere rappresentato dalla poca pazienza di Antonio Conte. Infatti l’ex tecnico di Tottenham e Juventus è noto per essere un allenatore molto esigente e, talvolta, impaziente nei confronti della dirigenza o dei giocatori.
Questo potrebbe portare ad una gestione poco positiva dei possibili momenti di crisi, soprattutto in un ambiente come quello partenopeo che spesso si demoralizza per poco o nulla.
E poi ultimo ma non ultimo punto, la questione legata al rinnovo di Kvicha Kvaratskhelia che sembra incidere leggermente anche sul suo rendimento in campo.
Il georgiano già quest’estate aveva dato, attraverso il suo entourage, qualche segnale di insofferenza appianato poi con l’arrivo di Conte, le trattative procedono e si spera in una conclusione che renda felici tutti ma soprattutto il georgiano che può essere ancora il gioiello più prezioso della collezione Napoli.
Prospettive
L’inizio sembra essere davvero straordinario, per gioco e per entusiasmo. I calciatori sembrano aver messo di nuovo il gruppo “al centro del villaggio” per citare l’ex, mai rimpianto, allenatore azzurro Rudi Garcia, e il fatto che ci sia una top manager come Antonio Conte al timone è una garanzia di lavoro e risultati.
I tifosi azzurri sembrano essere tornati a quando tutto stava per succedere, a quando si stava riscrivendo la storia e chissà che anche questa volta le pagine della lunga storia azzurra possano arricchirsi con il dorato colore della vittoria. Antonio Conte non ha soltanto le chiavi della squadra ma le chiavi di una città intera.
(Foto DepositPhotos)