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Juventus, la “pareggite” può costare la Champions
Signora, dica 33. La sua malattia si chiama “pareggite”, non è gravissima ma va curata e per farlo ci vuole un po’ di costanza. E’ questo infatti il “male” che nelle prime 13 giornate di campionato ha colpito la Juventus di Thiago Motta, il quale, alla sua prima stagione in bianconero, è tra i pochi in Europa ad essere imbattuto ma al costo di aver accumulato ben 7 segni X.
Nell’era dei 3 punti essere invitti con così tanti pareggi è però un traguardo effimero. Prendendo il caso dell’Atalanta di Gasperini che vola inarrestabile, questa ha lasciato il campo sconfitta tre volte ma al cospetto di un solo pareggio. Risultato? Tre punti in più dei bianconeri e secondo posto in classifica.
Una classifica che è guidata dal Napoli, il quale, nonostante le batoste contro Verona e Atalanta si ritrova capolista con soli 2 pareggi. Differenza che se vogliamo si traduce in quei punti lasciati per strada dalla Juventus con Parma e Cagliari piuttosto che negli scontri diretti.
Motta dovrà dunque lavorare e dovrà farlo nel minor tempo possibile. Che sia “vero” nove o “falso”, la sua squadra tira poco in porta e il tanto agognato cambio di ritmo rispetto alla passata stagione non si è visto quasi mai.
Treno Champions
Con una squadra rivoluzionata e falcidiata dagli infortuni, chiedere lo Scudetto a Thiago Motta potrebbe essere pretestuoso. Il traguardo che infatti la Juventus non può permettersi di mancare è quello della qualificazione alla prossima Champions League. Questione di prestigio e di denaro.
Il piano di risanamento economico della società passa infatti per la massima competizione europea e per raggiungerlo Motta e i suoi devono svoltare. Mantenendo questa media punti in realtà un posto dovrebbe essere garantito. Madama si proietta infatti tra i 73 e i 76 punti, più di quanti siano stati necessari lo scorso anno.
La differenza però risiede nel fatto che in questa stagione manca una squadra “mangia punti” come l’Inter scudettata. Per questo la grande ammucchiata in cima alla classifica (che vede Napoli, Atalanta, Inter, Fiorentina e Lazio nel giro di un punto) potrebbe anche tagliare fuori i bianconeri a fine anno. Inoltre, viene difficile credere che la Juventus chiuda imbattuta ed un eventuale passo falso porterebbe Motta fuori dalla media di cui sopra.
Lassù gli altri viaggiano, come dimostra la cavalcata inarrestabile della Dea o la ripresa della schiacciasassi Inter vittoriosa a Verona per 5-0. Per non parlare di Conte che non ha alcuna intenzione di farsi spodestare dal primo posto e che, al netto di qualche punto lasciato con le big, non commette passi falsi.
E che dire di Lazio e Fiorentina. Baroni e Palladino hanno plasmato due macchine dal motore in teoria meno potente ma di fatto belle e competitive. Di questo passo un posto tra i fantastici 4 non è scontato, fermo restando l’opportunità che potrebbe venire dal ranking e che aprirebbe alla quinta posizione. Eventualità che, ad oggi, è legata a troppi fattori non pronosticabili.
No punta no party
Come può migliorare una squadra che è la migliore difesa ed è imbattuta? Facile, segnando più gol. E per farlo, generalmente, avere degli attaccanti aiuta. Dusan Vlahovic ha messo a segno 6 gol in 12 partite che tradotto significa una media di una rete ogni due match. Un bottino che non sarebbe nemmeno pessimo se ci fosse stato il contributo dei suoi compagni.
Il vicecapocannoniere della Juventus al momento è un riscoperto Weah che con 4 gol all’attivo in 9 partite ha dato a Motta più di una soddisfazione. Per il resto lo score vede Yildiz fermo a tre, Conceicao a uno e Koopmeiners a zero. Troppo poco per una squadra che ambisce a grandi traguardi e che finora ha fatto affidamento sempre e solo sul suo numero 9.
La sua assenza ha pesato come un macigno a San Siro e l’ingresso di un’altra punta in squadra a gennaio è una possibilità che va tenuta in considerazione, nonostante le parole di Giuntoli. “Contiamo di recuperare Milik che sta risolvendo i suoi problemi e che pensiamo sia molto adatto al gioco di Motta – ha spiegato il dirigente juventino a Dazn -. Dietro , invece, qualcosa dovremo fare, perché anche numericamente abbiamo bisogno di qualcuno“.
Parole che sembrano più di circostanza visto che il polacco dal punto di vista fisico è tutt’altro che una garanzia. E in una stagione ancora molto lunga, in cui la Juventus vuole essere competitiva su ogni fronte, non si può prescindere dall’avere quantomeno un attaccante che dia respiro a Vlahovic e che possa aiutare la Vecchia Signora a conseguire qualche 0-0 in meno.